CAPITOLO 33

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«Oh mamma mia, è gelato!» - è questa l'esclamazione di Simona accompagnata dal sorriso della ginecologa che le sta spalmando il gel sulla pancia e la risata divertita di Niccolò che, «Ma come, tu che ami così tanto il freddo ti lamenti per un po' di gel?» la sbeffeggia e Simona gli lancia un'occhiataccia mentre la ginecologa se la ride.
«Se vuoi ti faccio spalmare di gel anche a te, così vediamo se sei sempre della stessa idea!».
Niccolò alza le mani per arrendersi e «No no, sto bene così!» - e alla faccia buffa che mette su, Simona scoppia a ridere e anche la ginecologa, una donna sulla quarantina, si lascia scappare una risata e «È sempre bello vedere coppie così giovani e innamorate» commenta, facendo scaldare il cuore dei due ragazzi e subito dopo attiva il macchinario per l'ecografia e passa il trasduttore sulla pancia di Simona.
Niccolò le stringe la mano e le lascia un bacio sul dorso per poi guardare, come Simona stessa, lo schermo dell'apparecchio elettronico e vedere un piccolo bozzolo. Simona sente egli occhi farsi lucidi non appena viene alla luce il feto nella sua pancia.
Ebbene sì, quella sera di quattro mesi prima avevano fatto l'amore nello studio di Niccolò, senza protezione, entrambi spaventati per ciò che era successo loro, ma pronti, insieme, ad andare avanti e a ricominciare da capo. E per fortuna era stata data loro un'altra chance e due mesi dopo, a Febbraio, Simona aveva scoperto di essere incinta. In quei mesi si era scusata anche con i suoi amici, preparandosi un discorso di scuse, ma i suoi amici, per l'ennesima volta, l'avevano stupita con il loro amore e le avevano fatto dire a malapena «Scusa...», prima di sollevarla e stritolarla tra le loro braccia. Non avevano bisogno di scuse, importava loro solo che fosse tornata la vecchia Simona, quella con il sorriso e la riposta pronta, la Simona che amavano. Simona aveva sentito il cuore bucargli il petto perché ogni giorno che passava con loro, si accorgeva di avere intorno persone meravigliose.
Quando poi aveva scoperto di essere incinta, i suoi amici si erano precipitati a casa sua e di Niccolò - avvisati di nascosto da Niccolò due ore dopo che Simona aveva scoperto di aspettare un figlio - e avevano festeggiato, giocando a Just Dance, brindando e sfidandosi al karaoke. Simona aveva avuto solo alcune ricadute ogni tanto, ma invece di chiudersi in sé, aveva capito che poteva contare su chi aveva intorno e aveva scoperto che era vero: farsi aiutare era stato fondamentale perché le aveva permesso di non ricadere nel vortice del rimorso e dell'apatia. Certo, non era stato facile lasciarsi alle spalle il passato e Simona stava tuttora cercando di far passare gli incubi, andando una volta a settimana da uno psicologo pagato dalla clinica, ma, anche se la strada da fare era ancora lunga, stava vedendo un sacco di miglioramenti e questo lo doveva sopratutto alle persone intorno a lei che le davano la carica e la grinta giusta per farcela e sconfiggere i suoi demoni. Perché è vero: sono una famiglia e in una famiglia si è l'uno la spalla dell'altro.
Ed ora si è arrivati a maggio, a quattro mesi di gravidanza e Simona e Niccolò avevano deciso di prendere appuntamento dalla ginecologa per vedere se si poteva già vedere il sesso del bambino - o della bambina.
Adesso, mentre la ginecologa scorre trasduttore sulla pancia gonfia di Simona, sia lei che Niccolò hanno gli occhi luminosi fossi sullo schermo.
«Ah, ecco qua!» esclama la ginecologa con un sorriso e Simona stringe più forte la mano di Niccolò che a sua volte le accarezza il dorso con il pollice. Simona è davvero felice che lui sia lì con lei e gli occhi luminosi di entrambi sono il simbolo della rinascita e la voglia di ripensare la propria vita e di portare avanti una vita, insieme.
«Vedete? Questa è la testolina che si sta formando, è raggomitolata e queste sono le gambe che stanno iniziando a formarsi, guardate, è in perfetto stato di crescita» spiega con tono lieto la ginecologa, indicando con un dito sullo schermo le varie parti del corpo. Simona sente gli occhi lucidi nel vedere quella piccola creatura formarsi nella sua pancia. Per un attimo il cuore le si stringe nel pensare al bambino che aveva perso; di lui non aveva neppure avuto un'ecografia e se da una parte sente un piccolo senso di colpa cercare di fuoriuscire, dall'altra trova nella mano di Niccolò, stretta alla sua, la forza per ricacciarlo indietro e pensare che questa figlia sarà la loro nuova occasione per fare meglio.
Sente un sospiro da parte di Niccolò e si gira a guardarlo. Si meraviglia quando vede che anche lui ha gli occhi lucidi; è commosso. Simona sorride innamorata e una piccola lacrima le scende sulla guancia.
La ginecologa li guarda con un sorriso felice, le fa davvero piacere vedere coppie così innamorate, poi guarda di nuovo sullo schermo e inspira per poi «Ecco! Se guardiamo bene si vede che... è una femmina!» esclama con gioia dopo aver avvicinato il volto allo schermo per vedere bene. Simona guarda la donna con un sorriso gigantesco e quest'ultima ricambia con piacere. Poi si gira verso Niccolò e allunga una mano per accarezzare la guancia del suo ragazzo.
«È nostra figlia amore. Quella nello schermo è-» - tira su col naso e la voce le trema mentre sente le lacrime calde e salate scendere lungo le guance, «È nostra figlia, nostra figlia» ripete come se non ci credesse, rivolta a Niccolò.
Quest'ultimo si avvicina e la bacia e Simona nota che una lacrima sfugge anche a lui e bagna il volto di lei e Simona sente il cuore battere a mille. Diventeranno genitori! Saranno all'altezza? Non lo sa, ma si diventa genitori giorno per giorno, non c'è un manuale. L'unica cosa che sa è che ce la metteranno tutta, anche per il bambino che avevano perso tempo prima.
«Nostra figlia,» le sussurra Niccolò contro le labbra e Simona annuisce, baciandolo con amore, con tutto l'amore che prova per lui. La ginecologa posa il trasduttore e con un «Complimenti ragazzi», seguito dal sorriso dei due neo genitori, si dirige verso la sua scrivania per stampare l'ecografia, lasciando un po' di intimità a Simona e Niccolò.
I due si guardano con gli occhi luccicanti, tra lacrime e sorrisi. Simona accarezza la guancia di Niccolò e inspira.
«Grazie per non avermi mai, mai abbandonata, anche quando ero davvero insopportabile» sussurra sulle labbra di Niccolò che si lascia andare ad un sorriso talmente bello che Simona non può non baciare.
«In effetti certe volte ti avrei lanciata volentieri dalla finestra...» la sbeffeggia lui e Simona gli da un pugnetto leggero sulla spalla, poi però ride perché Niccolò aveva avuto una pazienza fuori dal comune con lei.
Lui le accarezza la guancia, «Ma non ti avrei mai lasciata. E non voglio fare il solito sdolcinato, ma quando siamo insieme c'è connessione tra noi, c'è l'amore, l'amore vero, come quello delle favole. Magari non saremo per sempre felici e contenti, ma per ora che abbiamo tutto questo, godiamocelo. E io non potevo lasciarti andare perché sono innamorato perso di te, Simona Fiorentino» - e queste parole le sussurra con i propri occhi fissi in quelli di Simona che sente lo stomaco in subbuglio e una gran voglia di fare l'amore con Niccolò.
«Non so nemmeno se ti merito,» mormora lei baciandogli il mento, «Ma posso assicurati che sono innamorata pazza di te».
Niccolò le sorride come non mai e la bacia nuovamente, accarezzandole i fianchi formosi. Poi le sorride e «Secondo te mi sente?» domanda avvicinandosi con il volto alla pancia di Simona. Quest'ultima scoppia a ridere nel vedere Niccolò guardarla come un bambino che aspetta ansioso una risposta.
Allora si morde il labbro.
«Io penso di sì» risponde sicura e sente il cuore aumentare i battiti quando Niccolò le rivolge il sorriso più felice del mondo per poi accarezzarle la pancia e sporcarsi le mani con il gel. Lo guarda e immagina già Niccolò con la loro bambina in braccio e sorride orgogliosa perché lo vede già come un bellissimo padre.
«Amore, mi senti? Sono papà. Non vedo l'ora di vederti uscire da sta panciona, così potrai conoscere il tuo papà fighissimo,» - Simona scoppia a ridere e Niccolò la guarda corrucciando le sopracciglia, «Tua mamma sta ridendo, ma tanto anche lei pensa che tuo papà sia fighissimo, quindi non ascoltarla,» - sorride lui per poi afferrare una mano di Simona e baciarla, divenendo serio e continuando a parlare a sua figlia, ma fissando negli occhi Simona che si trova, di nuovo, intrappolata da quello sguardo penetrante e bellissimo, «Anzi no, ascolta tua mamma. Ascoltala sempre. E diventa come lei: orgogliosa, testarda, tanto testarda, chiacchierona, forte, capace di affrontare ogni situazione contraria e bellissima, sopratutto bellissima, qualsiasi fisico avrai, qualsiasi aspetto avrai. Sarai sempre bellissima, come lo è tua mamma» - e non smette di fissarla negli occhi. Simona sente ogni parola entrarle nel cuore, perforarla e percepisce lacrime bagnarle le labbra.
Stringe ancora di più la mano di Niccolò e gli lancia un bacio volante. Si può quantificare l'amore che prova per lui? No, perché è immenso e l'immensità non ha un numero che la definisca.
«Sarai la nostra piccola stella» aggiunge poi Niccolò, accarezzando nuovamente la pancia di Simona che spalanca gli occhi e sorride, tirando la mano di Niccolò che la guarda.
«Stella, possiamo chiamarla Stella» propone allora Simona e sorride a trentadue denti quando vede Niccolò annuire con vigore, già innamorato di quel nome. Infatti si avvicina nuovamente a Simona e la coinvolge in un bacio passionale, un bacio al sapore di felicità.
«Stella è perfetto» le sussurra sulla labbra, «E speriamo che sia intonata come me!» esclama poi e Simona si apre in un gran sorriso, baciandolo nuovamente. Si guardano ancora negli occhi e Simona sente la felicità in ogni cellula del suo corpo. Ne aveva passate tante e non erano finite qui, perché la vita è fatta di dossi, ma ora, occhi negli occhi con Niccolò, sa che qualsiasi ostacolo si fosse frapposto, fianco a fianco con lui, l'avrebbe abbattuto più facilmente.
Perché, guardando Niccolò negli occhi, si perde nuovamente in quelle pozze marroni luminose e sincere e si ricorda della promessa che Niccolò le aveva fatto: portarla su una stella.
E aveva mantenuto la promessa.
Perché, anche se fisicamente non era possibile, ogni volta che lui la accarezzava o semplicemente le stringeva la mano per non lasciarla cadere, Simona sentiva che quella stella, sulla quale lui aveva promesso di portarla, non era poi così lontana.
E in quell'esatto momento passa alla radio una canzone di Venditti che sembra fatta proprio al caso loro.
"E quando pensi che sia finita, è proprio allora che comincia la salita. Che fantastica storia che è la vita!".

FINE.
———
Vi confesso che ho i brividi.
Anche questa storia è giunta al capolinea. Ho gli occhi lucidi perché questa storia è la più cruda, la più tosta, la storia che più sento "mia" che abbia mai scritto.
Amo ogni singola storia che ho scritto, ma questa è stata un'avventura più tosta delle altre. Ho affrontato temi che forse molti di voi definiranno "pesanti", ma di cui bisogna parlare perché non possono essere ignorati.
Mi vengono i brividi a pensare di dover lasciare Niccolò e Simona. Erano diventati parte delle mie giornate e spero anche delle vostre. Li abbiamo seguiti nei loro drammi, nei loro pianti, nelle loro gioie, nelle loro cadute e nelle loro vittorie. E ora li abbiamo lasciati con una bambina e una nuova vita da costruire, insieme.
Io ringrazio uno per uno tutti voi che avete letto questa storia. Grazie per esservi gettati/e in questa avventura con me. Grazie infinite!
Un grazie speciale va però alla persona che è la protagonista di questa storia e che l'ha ispirata, capitolo per capitolo: Simona. La mia migliore amica, mia sorella, la mia spalla anche a chilometri di distanza. La tua storia doveva essere condivisa, sei una persona che merita tutto il bene di questo mondo. Non farti portare mai via il sorriso e sai che potrai trovare sempre una spalla in me.
Questa è la tua storia, la storia scritta per te.
E, be', che dire? Grazie ancora e ancora a tutti/e voi che avete letto! Ricordatevi che l'amore non è violenza, ricordate di amarvi sempre perché siete belli/e così come siete, con i vostri difetti che non vi rendono sbagliati/e, ma, al contrario, vi rendono voi stessi/e❣️
Io spero di rivedervi alla prossima storia!
E Simona e Niccolò saranno sempre qui per chi vorrà rileggere la loro storia!
Un bacio immenso a tutti/voi!
Alla prossima!☀️
Ciao!💛

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