CAPITOLO 21

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Sono passate due ore da quando Simona e Niccolò sono arrivati all'ospedale. Entrambi erano corsi alla reception per chiedere di Marisa e in un batti baleno avevano raggiunto la sala dove si trovava la ragazza. Fuori, ad aspettarli, c'era Adriano che non appena li aveva visti era corso loro incontro e li aveva stretti in un abbraccio spacca ossa. Simona aveva notato subito gli occhi rossi di pianto e le unghie mangiucchiate per la tensione. Adriano le aveva rivolto un sorriso così grato che Simona aveva sentito gli occhi farsi lucidi.
«L'hai salvata Simò, grazie» - e l'aveva stretta in un abbraccio sincero e grato tanto che Simona non si era tirata indietro e aveva stretto tra le sue braccia quel ragazzo ancora spaurito. Poi aveva chiesto se potesse entrare e, seguita dai due ragazzi, aveva fatto il suo ingresso nella stanza. Il bianco delle pareti l'accecava, lo stesso bianco delle lenzuola. Marisa era sdraiata a pancia in su sul letto, una flebo attaccata al bacio destro e il sedativo ancora nelle vene, per questo era ancora addormentata.
Simona sobbalza e si porta una mano davanti alla bocca quando vede le braccia di Marisa. Sente una mano sulla spalla e si volta: è Adriano che capisce ciò che ha spaventato Simona e la guarda con tristezza e «Mi sembra così assurdo che non ci siamo mai accorti di tutto il male che aveva addosso» mormora poi e lascia che Simona avanzi e si avvicini a Marisa. Purtroppo Simona non riesce a trattenere le lacrime che le scorrono copiose sulle guance mentre osserva i lividi neri, viola e addirittura blu che solcano le braccia della ragazza. Ne è piena. Sono ovunque, anche sulle scapole. Simona non riesce nemmeno ad immaginare il dolore fisico che la ragazza debba provare e teme che quei lividi non siano solo lì sulle braccia, ma cosparsi per tutto il corpo. Nella stanza c'è silenzio; a rimbombare solo i singhiozzi di Simona. Il senso di colpa la divora per non aver aiutato quella ragazza quando poteva, prima che si arrivasse a tutto questo - sedata in un ospedale. Quanto era stata egoista? I propri problemi l'avevano accecata tanto da non essere riuscita a vedere quelli dell'altra ragazza per la quale Simona stava iniziando a sentire un innato senso di protezione. Avvicina la mano ai lividi sul polso e mentre ne accarezza uno delicatamente le torna in mente la scena di quella volta a casa sua, quando Marisa non aveva voluto levarsi la felpa. Non voleva farsi vedere così. E Simona aveva lasciato correre quel comportamento e non aveva saputo, ne voluto, leggere i segnali dell'altra ragazza. Anche quando in macchina, dirette a casa di Niccolò, Marisa le aveva detto che con il suo fidanzato le cose non andavano bene e Simona, invece di invitarla a farsi raccontare tutto, aveva sorvolato. Fa scorrere le dita sul braccio pieno di lividi e alcune lacrime cadono e vanno a bagnare la pelle di Marisa. Simona non riesce a guardarla così, piccola e debole sdraiata su quel lettino bianco. Le sembra anche più magra, le guance più scavate. Marisa sta vivendo un periodo terrificante, una relazione tossica e Simona si maledice perché non ha saputo essere una brava amica per lei, non ha saputo aiutarla ad uscire da quel girone infernale. Sperava solo di essere ancora in tempo per aiutarla.
«Scusa Mari, hai un'amica di merda» mormora a bassa voce, ma i due ragazzi alle sue spalle la sentono ed è Niccolò a fare un passo avanti e ad affiancarla, accarezzandole la schiena. Le si avvina e «Non darti la colpa Simo, sei stata grandiosa e hai avuto il sangue freddo per salvarla. Quello che dovrebbe sentirsi una merda è il fidanzato» le sussurra all'orecchio Niccolò, continuando a regalare a Simona una splendida sensazione di conforto grazie alla mano di lui che le accarezza la schiena. Un'ennesima lacrima di Simona cade sul braccio di Marisa e, singhiozzando, scuote la testa.
«Non ho mai dato retta ai suoi problemi, l'ho sempre messa in secondo piano» confessa con il cuore a pezzi. Niccolò allora sospira e «Allora comincia da adesso. Sei riuscita a salvarla, questo significa che ti è stata data una seconda possibilità per fare meglio» le mormora lui a bassa voce e Simona vorrebbe chiedergli come faccia a farla sentire così sicura ogni volta che parli; come faccia ad essere così buono con lei, a rimanerle affianco nonostante lei sia così fredda con lui. Non riesce ad esprimersi a parole e fa quello che si sente; si volta e lo abbraccia, per la seconda volta quel giorno. Niccolò non esista a ricambiare l'abbraccio e la stritola, cercando di farle capire che lui è lì per aiutarla a far guarire qualsiasi ferita.
Simona non pensa di meritare una persona come Niccolò affianco. Richiederebbe di farlo soffrire, come adesso. Sa perfettamente che queste gioco tra loro dell'allontanarsi e poi riavvicinarsi fa male ad entrambi, ma inspiegabilmente nessuno dei due riesce a fermarlo. Si vogliono e questo lo sanno entrambi, ma entrambi sanno anche che ci sono degli ostacoli che si frappongono e gli impediscono di realizzare ciò che vogliono; ostacoli che per lo più vengono da Simona perché, e Simona questo non se l'è scordato, Niccolò le aveva esplicitamente detto che avrebbe lasciato Federica se con lei ci fosse potuta essere una speranza. Ed era questo che Simona non era sicura di riuscire a dargli: sicurezza e stabilità.
«E tra l'altro sei stata bravissima a dire a quel bastardo del fidanzato l'indirizzo sbagliato. Marisa lo deve denunciare» le sussurra Niccolò con tono confortante mentre la tiene ancora stretta tra le braccia e le accarezza la schiena. Simona annuisce contro la spalla di Niccolò e «Sarà la parte difficile. Come anche dirlo ad Adriano».
«Adriano sa tutto e fidati che se non convinci tu Marisa a denunciare quel bastardo, Adriano lo riempirà di botte».
«E farebbe pure bene» commenta Simona ridacchiando tra le lacrime che lentamente diminuiscono. Niccolò sorride contro il collo di Simona e quest'ultima non può ignorare il brivido che sente lungo tutto il corpo.
«I medici hanno detto che non si sveglierà entro quattro ore. Volete un caffè?» - è la domanda di Adriano che è rimasto per tutto il tempo dietro i due ragazzi a fissare Marisa con gli occhi di chi spera solo di vederla ridere di nuovo. Niccolò e Simona sciolgono l'abbraccio e quest'ultima si passa le mani sugli occhi per asciugare le lacrime rimaste.
«Sì, grazie» risponde e Niccolò fa lo stesso.
Adriano allora fa un piccolo sorrisino e dopo aver lasciato un bacio sulla fronte di Marisa e una carezza ai suoi capelli sciolti, esce dalla stanza.




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