CAPITOLO 30

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TRE MESI DOPO.

L'estate era arrivata da un po' e il caldo non si era di certo risparmiato. Il caldo afoso si era incuneato in ogni angolo di Roma e passeggiare per le strade del centro senza un cappello in testa o litri d'acqua era diventato impossibile. Tutta via non aveva scoraggiato i milioni di turisti che ogni giorno continuavano a riempire vie, musei, vicoli di Roma e che apprezzavano di gran lunga i nasoni, le tipiche fontanelle di Roma, di cui la città è piena e che forniscono acqua potabile e freschissima gratuitamente.
Simona aveva preparato la borsa per il mare perché quel giorno era il suo compleanno, esattamente il cinque agosto e Niccolò le aveva promesso di portarla al mare. Simona aveva chiarito che non avesse intenzione di ricevere sorprese particolari; voleva una festa semplice: al mare tutti insieme. In quei mesi infatti aveva conosciuto anche gli altri amici di Niccolò, i famosi Miserabili, e aveva attaccato subito bottone con tutti loro. Ragazzi alla mano, semplici, auto ironici e sopratutto con un'immensa voglia di sognare e di farcela. Tiziano stava studiando lingua e comunicazioni straniere per poter diventare interprete, anche Gabriele era intento a studiare per poter entrare nelle forze dell'ordine della Marina militare Italiana. Valerio e Gianmarco invece gestivano un bar-pasticceria a San Basilio, il Caffè del Parco e per fortuna, nonostante alti e bassi, in quegli ultimi anni gli affari andavano alla grande. La cosa che Simona aveva apprezzato di più di questi ragazzi era, prima di tutto, la loro sincerità. Non si facevano problemi a dire ciò che pensassero. Certo, alcuni erano più timidi di altro, ma se una cosa non stava bene loro lo facevano capire dicendolo apertamente e Simona aveva bisogno di persone così, come era anche Niccolò.
E poi la meraviglia era che tra loro si sostenessero l'un l'altro. Nessuno diceva all'altro "Il tuo sogno è troppo grande, smetti di provarci". No! Anzi, se uno di loro si abbatteva, gli altri facevano i salti mortali per spronarlo ad andare avanti ed aiutarlo in tutti i modi possibili. E Simona questa la considerava la vera e unica amicizia. Erano tra di loro uno la spalla dell'altro e Simona aveva notato quanto fossero semplici e quanto si volessero bene e sopratutto quanto Niccolò contasse su di loro. Simona ne aveva avuto la prova lampante quando Niccolò glieli aveva fatti conoscere, una sera di giugno, al parcheggio di San Basilio, quello di cui parla in molte sue canzoni. Niccolò le aveva spiegato che quel parcheggio, anche se all'aperto, era il loro rifugio. Venivano là quasi tutte le sere, più raramente poi quando Niccolò aveva iniziato ad ottenere la fama. Per loro, ragazzi di strada, era la semplicità la vera carta vincente. E Simona aveva visto il bene fraterno che provavano l'uno per l'altro; sopratutto la loro voglia di spronarsi a vicenda quando Niccolò, a mo' di scherzo, aveva detto di voler provare con il suo manager ad organizzare un concerto all'Olimpico; pochi secondi dopo però, scoraggiato, aveva detto che non era tanto sicuro di riuscire a riempirlo. Simona non aveva nemmeno fatto in tempo ad abbracciarlo a dirgli che invece avrebbe addirittura lasciato persone fuori per quanto avrebbe fatto successo  - perché ci credeva davvero e sapeva sarebbe stato così - che i Miserabili, in gruppo, lo avevano accerchiato, stringendolo fra le loro braccia, spintonandolo e scompigliandogli i capelli. Avevano iniziato a dirgli che Niccolò ce l'avrebbe fatta eccome e che l'Olimpico era addirittura troppo poco per tutte le persone, tutti gli ultimi, che Niccolò aveva affascinato e aiutato con la sua musica. E così tutto ciò era sfociato in una scommessa. Niccolò avrebbe dovuto farsi biondo per una settimana se avesse raggiunto lo stadio Olimpico sold-out. E la settimana dopo i biglietti erano già finiti e Simona aveva passato sette giorni a rincuorare Niccolò dicendogli che il biondo non gli stava poi così male.
Il parcheggio era stato anche il luogo delle loro vittorie e delle loro sconfitte. Parcheggiavano le macchine un po' dove capitava e le lasciavano con la portiera aperta e la musica alta, cantando e bevendo birre, raccontandosi quello che gli passava per la testa, dando due tiri al pallone, scappando in quelle ore serali dalla frenesia del giorno e dai problemi della vita. Era un toccasana quel parcheggio, sopratutto se c'erano i suoi amici con lui. Simona lo aveva trovato un modo davvero bello di passare le serate. A lei piaceva ballare, per un periodo era anche andata spesso in discoteca, ma dopo un po' la musica assordante e la gente che si struscia l'una contro l'altra stancano, invece in quel parcheggio, in cui Simona era tornata più volte perché tutti i ragazzi l'avevano trovata fantastica, ci sarebbe potuta stare, anche la notte intera.
Ed infatti una volta era successo. Era sempre giugno, metà giugno e Niccolò l'aveva portata a mangiare una pizza a San Giovanni e poi al parcheggio e, nel silenzio della notte e soli, avevano fatto l'amore nella macchia di Niccolò e Simona non credeva che potesse essere così eccitante e romantico allo stesso tempo. Forse ciò che rendeva bello fare l'amore con Niccolò erano i suoi tocchi delicati, le sue carezze, l'amore che Niccolò metteva nel baciarle il collo, le spalle, il seno, fino alle cosce.
Simona leggeva amore in ogni sguardo del ragazzo e sentiva che aveva fatto la scelta giusta nel mettersi accanto un ragazzo così.
Mentre inserisce un costume di cambio nella borsa, tira fuori un paio di calzini con la scritta Ultimo. Sorride. Glieli aveva regalati Marisa prima ancora che Simona si mettesse con Niccolò, perché secondo lei loro che avevano fatto le modelle per il merchandising dovevano avere qualcosa del merch stesso! Simona li ripiega cura e pensa a Marisa. Un sorriso gigantesco impossessa delle sue labbra.
Finalmente anche Marisa e Adriano avevano deciso di farsi avanti! Esattamente poco più di un mese fa, i primi di luglio, Marisa era corsa a casa di Simona con un sorriso gigantesco. Simona era in cucina a preparare il sugo per la pasta mentre aspettava che Niccolò finisse di lavorare.
Lì per lì aveva pensato fosse Niccolò, ma quando aveva aperto la porta, una figura esile le era saltata addosso e per poco non capitombolavano entrambe a terra. Dopo lo spavento iniziale, seguito dalle risate delle due amiche, Marisa aveva rivelato tutto a Simona che l'aveva stritolata fra le sue braccia. Le aveva raccontato che quella mattina stessa Adriano l'aveva portata al Gianicolo a sentire lo sparo del cannone. Marisa lo aveva già sentito altre volte e, anche se le piaceva vederlo, provava sempre un po' di paura anche in quel momento e senza accorgersene si era avvinghiata ad Adriano. Quest'ultimo le aveva accarezzato il braccio e Marisa aveva sollevato la testa e nel momento in cui si erano guardati, nessuno dei due era riuscito a fermarsi e si erano baciati. Adriano l'aveva tenuta stretta a sé e le aveva passato le mani nei capelli, tanto che uno dei bambini presenti a vedere il cannone, aveva fatto un verso disgustato per quel bacio e Marisa ed Adriano, involontariamente, erano scoppiati a ridere. E così si erano frequentati per tutto il mese di luglio e alla fine, il primo agosto avevano deciso di intraprendere questa relazione e tutti, sopratutto Simona, erano entusiasti di ciò perché Marisa aveva lo sguardo più luminoso e finalmente la voglia di vivere e di andare avanti e di questo Simona non poteva che essere felice, anzi, felicissima!
Guarda l'orario sullo schermo del telefono.
Sono le nove e mezza e ha intenzione di uscire almeno per le dieci. Mentre prende la crema solare dal secondo cassetto del comodino, apre anche il primo per controllare che sia tutto a posto, ma si meraviglia quando non trova i suoi disegni. In realtà anche la sera prima aveva visto il cassetto vuoto, ma erano le undici ed era stanca per il turno al bar e aveva deciso di non dargli troppo peso. Ora però cerca di capire dove siano finiti i suoi disegni. Forse nel fare le pulizie e il cambio stagione li ha spostati? Può darsi. Dà anche un'occhiata nei cassetti dell'armadio, ma non sono neanche là. Fa spallucce perché non ha tempo per cercarli ora e mentre mette la borsa in spalla e controlla di aver spento tutte le luci e sistemato la piccola casa, spera di non averli buttati.



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