«Ma ti rendi conto di dove stiamo andando Simò? Non mi sa che tu non ti rendi conto».
«Sì che me ne rendo conto e mi rendo conto anche del fatto che tu sia super agitata. Ansiosa di vedere Adriano?».
«Simò accosto e te lascio sul ciglio della strada se non la smetti».
Entrambe scoppiano a ridere. Sono in macchina, dirette verso casa di Niccolò per il famoso pranzo con lui ed Adriano. Marisa era passata a prenderla con la macchina e per tutta la prima parte del viaggio non riesce a capacitarsi del fatto che stessero andando proprio a casa di Niccolò. Simona anche è un po' agitata, ma solo perché l'ultimo pranzo a cui è andata non è finito molto bene. Marisa non ne sa niente e Simona non vuole addossarle anche i suoi problemi quindi non vuole raccontarle nulla per ora e spera che Niccolò non se ne esca con qualche batuttina sul pranzo del giorno prima. Durante il viaggio le accompagna il brusio della radio e ogni tanto qualche canzone viene canticchiata dalle due ragazze. Simona guarda fuori dal finestrino mentre tiene sulle gambe i pasticcini che si sono fermate a comprare sotto casa di Simona.
Quella notte, dopo essere tornata a casa si era addormentata in un batter d'occhio e non ricordava cosa avesse sognato. La mattina si era svegliata stranamente pimpante e con una particolare inclinazione a ridere e non ne sa il perché.
Ha ripensato al racconto di Niccolò, ci ha pensato mentre si faceva la doccia e mentre stirava i panni da indossare. Aveva passato qualcosa di orribile Federica eppure a vederla adesso sembrerebbe la più felice del mondo. Il modo in cui si comporta è cinico; ha lo sguardo di una persona che sembra guardare le persone dall'alto perché si sente superiore agli altri. Simona immagina che in realtà sia una ragazza tanto insicura e che ha paura di ricadere nello schifo di tanti anni prima. Ma questo non giustifica il comportamento che ha con gli altri. Federica sa cosa ha passato, sa cosa significa non volersi bene, ma invece di fare della sua esperienza un esempio per gli altri - aiutando magari chi è nella sua stessa situazione - preferisce schifare chi è diverso da lei o chi gli ricorda ciò che lei ha vissuto e trattarlo come una nullità. Simona questo non lo può permettere; già ha abbastanza problemi da sola e se quella ragazza ha le sue fisime mentali, se le risolvesse perché lei non ha intenzione di farsi insultare o trattare come un qualcosa di insignificante. Sta cercando di risolvere i problemi che ha con sé stessa e non ha bisogno di una ragazzina viziata che la sminuisca. Un po' in realtà le fa tenerezza; ormai sono sorellastre e forse potrebbero provare ad avvicinarsi, ma dal primo sguardo Simona ha capito di non starle simpatica e la cosa è reciproca. Poi ha anche riflettuto su Niccolò; non se lo sa immaginare un Niccolò più piccolo che bullizza una povera ragazza sovrappeso. E perché? Perché stava attraversando un periodo orribile. Questo però non giustifica le sue azioni. Ha spinto Federica fino al suicidio e questo fa rabbrividire Simona. Nonostante ciò però ha letto negli occhi di Niccolò il pentimento e anche il senso di colpa. Ha capito che Federica ha perdonato Niccolò per quello che le ha fatto, ma Niccolò non ha perdonato sé stesso e questo è un bel problema perché se non riesce a convivere con il suo senso di colpa non potrà mai superarlo ed andare avanti. Simona si lascia sfuggire un sorrisino amaro. E lei che pensava di essere incasinata... c'è chi sta smesso pure peggio!
«A che pensi?» la riscuote dai pensieri Marisa, fermandosi al semaforo. Simona scuote la testa e fa spallucce.
«A cosa cucineranno di buoni quei due».
«Secondo me pollo e patatine» butta là Marisa, sistemandosi la fascia tra i capelli. Simona la guarda: è molto bella. Ha una maglietta a maniche lunghe, turchina, dello stesso colore degli occhi di Simona e dei semplici jeans a vita bassa. La fascia tra i cappelli riprende il colore della maglietta e si abbina agli orecchini. Simona la trova davvero deliziosa.
«Nah, io punto più sulla carbonara» commenta invece Simona, passandosi una mano sul volto.
«Scommettiamo?» - Marisa sorride e allunga una mano verso Simona. Quest'ultima inarca un sopracciglio, ma sorride con sguardo di sfida.
«Quanto?» domanda allora.
«Dieci euro».
«Niente soldi».
«Cosa allora?».
«Chi delle due vince porta all'altra la colazione a casa per una settimana» propone Simona con un sorrisetto furbo. Marisa sorride altrettanto, «Vedo che l'hai presa sul serio» ridacchia, poi sembra esitare per un attimo prima di «Affare fatto!» - ed entrambe si stringono la mano mentre dietro di loro una fila di macchine suona il clacson dato che il semaforo è verde.
«Dove hai detto che abita?» domanda Marisa rallentando la macchina per scegliere l'uscita corretta.
«Ponte Mammolo».
«Perfetto, allora a destra» - e detto questo riparte subito. Casa di Niccolò è in un punto al confine tra due quartieri: Ponte Mammolo e San Basilio. È una piccola villetta circondata dal verde e Marisa non ci mette niente a trovare parcheggio.
Spegne il motore e tira fuori un lucida labbra dalla borsetta.
«Wow! Ci facciamo belle eh? Per-».
«Prova a dire Adriano e ti metto sotto con la macchina» la minaccia Marisa con una faccia buffissima e Simona scoppia a ridere e alza le mani in segno di difesa.
«Comunque secondo me gli piaci» fa la vaga Simona, togliendosi la cintura e afferrando la propria borsa dai sedili posteriori.
«Te l'ho già detto che sono fidanzata!» le ricorda Marisa con un tono abbastanza freddo, tanto che Simona si incupisce.
«Non volevo farti arrabbiare».
Marisa sospira e la poggia una mano sul braccio, «No scusa è che ultimante le cose tra me e lui vanno poco bene e ogni tanto ho questi scatti. Scusa davvero» - lo sguardo di Marisa è affranto e Simona le regala un sorrisino comprensivo, accarezzandole una spalla.
«Dai che oggi almeno con questi due ci facciamo quattro risate e non ci pensi più!» la incoraggia Simona e Marisa le sorride con gratitudine per poi riprendere il sorriso contagioso che ha sempre in volto. Simona apre la portiera ed esce dalla macchina facendo un bel respiro. Poi con un sorriso si riaffaccia nella macchina e lancia uno sguardo a Marisa che si sta slacciando la cintura.
«E poi comunque se dovesse andare a finire male col tuo ragazzo, ce ne hai uno qua che è cotto di te!» esclama Simona riferendosi chiaramente ad Adriano e Marisa per tutta risposta le regala un bel dito medio.
«Non so che hai oggi, sei troppo allegra. Ti preferivo quando stavi zitta e non spiccicavi parola!» scherza Marisa chiudendo la macchina per poi affiancare Simona e insieme dirigersi verso l'entrata.
Hanno entrambe un bel sorriso in volto e Simona, non sa perché, si sente particolarmente bene quel giorno. Il suo stomaco è in subbuglio quando legge quel cognome sul citofono.
Moriconi-Lelli.
Corruccia le sopracciglia. «Lelli?».
«Sì, la ragazza. Federica Lelli» conferma Marisa citofonando. Simona spalanca gli occhi. Quella è anche casa di Federica e di sicuro c'è anche lei al pranzo. E allora perché Niccolò ha invitato Simona? È palese che le due non si piacciano e Simona non ci tiene a trascorrere un altro pranzo in soggezione, sotto lo sguardo giudicatorio della bionda.
Sta per inventarsi una scusa da dire per svignarsela quando la voce del padrone di casa le accoglie, aprendo loro il portone. Simona allora capisce che non può più scappare - anche perché è venuta accompagnata da Marisa - e così prende un respiro profondo ed entra nel bel giardino. È molto ampio costeggiato da miriadi di fiori colorati: tulipani, rose, viole, una composizione meravigliosa. C'è anche odore di erba fresca e tagliata. Davanti a lei si erge l'edificio in mattoni rossi con un portone in legno decorato da disegni fantasiosi. Mentre entrambe si guardano intorno ammirate, dei passi veloci le raggiungono e prima che Simona possa accorgersene, Spugna le salta addosso, facendole le feste. Lei sorride con sincerità e si piega per regalargli tante carezze.
«Spugna!» esclama di getto riempiendolo di grattini, tutto sotto lo sguardo confuso di Marisa.
«Lo conosci già?» le domanda infatti l'altra. Simona ferma per un attimo le carezze a Spugna, ricordandosi che Marisa non sa dell'incontro di Simona e Niccolò, così, «Io? No no, non ho mai visto questo cane in vita mia».
«Davvero? Ti è saltato addosso come se ti avesse già vista» ribatte l'altra curiosa.
Simona scuote la testa, «Ma no. Sai come sono fatti i Labrador, sono affettuosi».
«Però sai come si chiama» le fa notare Marisa e Simona si irrigidisce. Spugna si solleva per leccarle la mano ed è allora che Simona nota la medaglietta appesa al collare del cagnolone con su scritto il nome dell'animale. Infatti la afferra e «Macché, sta scritto qua sopra» fa notare all'altra che si sporge per leggerlo e poi sorride. Proprio in quel momento i due ragazzi escono dalla porta e Spugna si solleva per correre incontro al padrone.
«Ragazze ciao!» esclama Adriano con un sorriso calorossissimo e Simona e Marisa si fanno avanti fino a ritrovarsi di fronte ai ragazzi.
«Ma come siamo belle!» - è la voce di Niccolò ad esclamare ciò e il suo sguardo passa da Marisa a Simona, ma alla fine è Simona che riceve lo sguardo più lungo. In effetti quella mattina si era anche piastrata i capelli e messa del mascara. Le sue ciglia sono lunghe al naturale, ma ha deciso di evidenziarle maggiormente con un po' di trucco. Solo per sembrare presentabile però, non perché volesse far colpo su nessuno - così almeno continua ha ripetersi per tutto il tempo. Però le ha fatto piacere ricevere quel complimenti tanto che le guance le diventano rosse. Marisa allora «Vi abbiamo portato questi» dice per stemperare l'imbarazzo leggero e tira fuori dalla borsa i pasticcini. Adriano li prende e scuote la testa.
«Ma non dovevate» - sorride loro.
«Sì invece, io i pasticcini me li mangio eccome» ribatte Niccolò e tutti lo guardano, scoppiando a ridere davanti alla sua sincerità.
Adriano alza gli occhi al cielo.
«Scusatelo, sempre il solito. Quando se parla de mangiá non ragiona più».
«Me piace mangià, che ce voi fà?».
Un ennesimo sorriso sorge spontaneo sulle bocche di tutti. Simona lo trova davvero simpatico. Niente male averlo come amico! In fin dei conti è stato lui a farla ridere per davvero dopo tanto tempo e di questo Simona gliene è grata. Poi si ricorda di una cosa e «Cosa si mangia per pranzo?» domanda curiosa e Niccolò scoppia a ridere, dando di gomito ad Adriano.
«Aò vedi che non so l'unico qua che vole magnà?» scherza lui e mentre Marisa ride, Adriano alza gli occhi al cielo e lo stesso fa Simona, sempre con un sorriso divertito in volto.
«Comunque,» risponde Adriano, «si mangia carbonara. Vi piace no?».
A quella risposta Simona esulta e Marisa al contrario si maledice. Niccolò ride, «Ammazza Simò, non avevo mai visto nessuno esultà così pe' 'na carbonara» - e la sua risata riecheggia nel giardino. Simona non sa perché, ma si sofferma ad ascoltarne il suono. La trova melodiosa. E gli occhi di Niccolò quel giorno sono particolarmente luminosi. Non c'è traccia di imbarazzo per ciò che si sono raccontati ieri. Nonostante si conoscano da poco, Niccolò sente di potersi fidare di quella ragazza e Simona sa che con Niccolò le sue insicurezze sono al sicuro. Adriano invece, preoccupato guarda Marisa e «Mari non ti piace la carbonara?» e Marisa si affetta subito a sorridergli dolcemente e «No no! La amo, scherzi? Solo che io e Simona abbiamo fatto una scommessa e l'ho persa» spiega divertita dando di gomito a Simona che le fa un occhiolino di vittoria.
«Che scommessa?» si incuriosisce Adriano.
Simona fa spallucce, «Niente di che. Abbiamo scommesso su cosa avreste cucinato di buono».
Adriano allora ride, «Sappiate che da Niccolò se mangia solo carbonara quindi le scommesse servono a poco» e a quella battuta Adriano si becca uno scappellotto leggero da Niccolò e tutti e quattro ridono mentre Spugna saltella per ricevere attenzioni.
«Vabbè, ci accomodiamo?» - Adriano apre la porta di casa facendo spazio a Simona e Marisa. Quest'ultima è la prima ad entrare e non si lascia sfuggire il sorriso dolce che Adriano le rivolge. Simona invece regala qualche altra carezza a Spugna per poi entrare assieme a Niccolò. Sono fianco a fianco, come la sera prima e mentre raggiungono la sala da pranzo «Allora, ieri sera t'è servita quella camminata eh?» domanda Niccolò con un sorriso furbo e a quelle parole Marisa, a fianco di Adriano, si volta curiosa.
«Cosa? Camminata?» domanda di getto e Simona da una gomitata a Niccolò sussurrando un «Lei non sa niente» prima di sorridere, fintamente tranquilla, in direzione di Marisa.
«Sì, ieri sono andata a fare una passeggiata, dato che non riuscivo a dormire».
«E vi siete incontrati?» domanda sempre Marisa riferendosi a Simona e Niccolò. I due si guardano stralunati e «Io e lui? Ma no» taglia corto Simona.
«E allora come fa lui a sapere che sei andata a camminare?» insiste Marisa.
Simona si passa una mano tra i capelli, nervosa e «Be' perché gliel'ho scritto» inventa sul momento. Marisa è confusa.
«Scusa fammi capire: tu sei andata a fare una passeggiata e glielo hai scritto?»
«Sì,» tossicchia Simona, cercando di far capire a Niccolò di darle una mano, «Sono andata a fare una camminata e mi sono detta "Ma sì perché non scriverlo a Niccolò? Così, tanto per farglielo sapere"» - Simona sa perfettamente che sta dicendo una cavolata dietro l'altra e infatti Marisa ha uno sguardo più confuso che mai, ma per fortuna Adriano interviene con un «Vabbè ne potete parlare dopo? Sennò la pasta si fredda» e detto questo tutto annuisco e raggiungono il salotto.
Simona fulmina Niccolò e il ragazzo non capisce.
«Ma perché non glielo hai detto?» le sussurra mentre si siedono a tavola.
«Perché sennò chissà che idee strane si mette in testa. Glielo dirò poi» borbotta in risposta Simona per poi sedersi composta. Vede che a tavola sono solo quattro e posto quindi Federica non c'è. Potrà sembrare cattiva, ma tira un sospiro di sollievo. Vuole godersi per quanto le è concesso questo pranzo. Adriano posa i pasticcini in frigo e poi torna seduto.
«Vabbè,» fa spallucce Niccolò dopo la risposta di Simona. Poi guarda gli altri e «Buon appetito. Magnani che c'ho fame!» e ha risata accompagna quell'esclamazione che da il via al pranzo.
———
Prima parte del pranzo!😍
Come continuerà? Curiosi/e? Che ne pensate?💚
Grazie per il sostengo ragazzi/e!♥️
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D'improvviso...//Ultimo.
Fanfic-STORIA COMPLETATA!- TRAMA: Il 22 maggio suo padre era finito in carcere per complicità e fornitura d'armi in tre rapine. Il 22 aprile dell'anno precedente aveva chiuso i rapporti, già tremolanti, con sua madre. Il 22 giugno aveva fatto la maturità...