Macarena la osservava da un paio di minuti, incapace di proferire parola: il timore di dire qualcosa di sbagliato in quei momenti la paralizzava, paradossalmente ora che aveva imparato a conoscere Zulema temeva più i suoi momenti di fragilità che quelli di ira.
La Zulema scontrosa e aggressiva nel corso degli anni, l'aveva imparata a gestire -e anche piuttosto bene se doveva ammetterlo- ma a quegli sprazzi di umanità, che ogni tanto riemergevano dal profondo della sua anima, ancora non era abituata.Avrebbe voluto stringerla a sé e sprofondare nell'incavo del suo collo, per farle capire che non c'era niente di sbagliato, che di lei si poteva fidare.
Ma non era certa che Zulema avrebbe apprezzato il gesto... probabilmente l'avrebbe allontanata, e infastidirla era l'ultima cosa che Macarena voleva ottenere.
Così decise di affidarsi solo alle parole, il suo tono di voce si fece dolce come poche volte prima di allora: "Anche per me sei casa" confessò.Zulema chiuse le palpebre, in un estremo tentativo di nascondere le sue emozioni, di non farsi vedere fragile, mentre le parole della donna al suo fianco le scavavano dentro, dritte al cuore.
Poi un battito, -un semplicissimo battito più forte degli altri- riuscì a mandarla in confusione."Perché non doveva andare così?" Chiese Macarena, ignara dei pensieri che affollavano la testa della sua socia. Era troppo incuriosita dalla confessione che le era stata fatta qualche minuto prima per riuscire a trattenersi: doveva sapere.
Zulema le aveva detto che in quegli ultimi anni, con lei, si era sentita a casa, ma perché dirglielo ora? Perché così? Cosa la turbava a tal punto da portarla ad aprirsi in quel modo?Un sorriso amaro si formò sul volto di Zulema: "E lo chiedi anche?" Rispose scuotendo leggermente la testa.
"Non sarebbe potuta andare in nessun altro modo" replicò Macarena, mentre con cautela fece scivolare la sua mano sotto le coperte per poi adagiarla delicatamente sopra il braccio dell'araba. La sentì irrigidirsi un attimo, ma fu giusto un secondo perché poi, al contrario delle aspettative di entrambe, Zulema non fece nulla per allontanarla.
"Oggi sarebbe stato il compleanno di Fatima" disse tutto d'un fiato Zulema, mentre le sue palpebre tornavano a spalancarsi e a scontrarsi con quel soffito bianco, "Ventuno" sussurrò mentre una lacrima solitaria le rigò il volto.
"Posso... ti posso abbracciare?"
Zulema non rispose, non si mosse, non le diede il permesso ma non glielo negò neanche, e questo per Macarena era più che sufficiente: scivolò sotto le coperte e annullò la distanza che le separava.
Rimasero abbracciate a lungo, troppo a lungo per due come loro che erano più abituate alla guerra rispetto che alla pace. Se qualcuno gli avesse scattato una foto probabilmente il giorno dopo non si sarebbero riconosciute neanche loro, ma per il momento non importava. Il vuoto che entrambe sentivano dentro era superiore a qualsiasi barriera che nel corso degli anni avevano eretto. Quindi rimasero strette, in un abbraccio che non era ben chiaro chi ne avesse più bisogno, ma una cosa era certa: stava facendo del bene.
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"Dormi?" chiese Zulema, dandole piccole spinte alla spalla.
"Mh, mhh" mugugnò la bionda, per poi infilare la testa sotto il lenzuolo così da sfuggire ai primi raggi di sole che si erano infiltrati nella stanza.
Zulema sbuffò, portò le braccia all'indietro per stirarle, poi sbuffò di nuovo: "Stai dormendo?"
"Ci sto provando" sussurrò Macarena con la voce ancora impastata dal sonno.
"Non ci stai riuscendo molto bene però" la punzecchiò l'araba.
"Vuoi stare zitta?!"
Zulema inclinò la testa su di un lato: avrebbe potuto lasciarla dormire effettivamente, d'altronde l'orologio poggiato sul comodino indicava le sette appena passate, ma perché non iniziare la giornata con la giuste dose di divertimento?
Così si sfilò la maglia del pigiama, la piegò accuratamente e la adagiò sopra il cuscino: "Se ti interessa sono nuda."Zulema vide il lenzuolo sotto il quale era nascosta Macarena muoversi leggermente e due occhi verdi, ancora socchiusi, sbucare con cautela.
"Ma sei nuda davvero!" Esclamò Macarena alla vista del suo busto privo di indumenti, per poi scomparire, un secondo dopo, di nuovo fra le coperte.
La risata fragorosa e divertita di Zulema risuonò nella stanza: "Ti avevo avvertito, Rubia" disse, mentre si sporgeva per prendere una felpa pulita da indossare.
"Ma a quanto pare la curiosità ha vinto sull'imbarazzo, eh?""Smettila di usare questo tono... non c'è niente di divertente" si lamentò Macarena, ancora ben nascosta sotto le coperte.
Zulema sorrise, immaginando il broncio che sicuramente si era formato sul volto della biondina. Non era mai stato semplice intenerirla, ma Macarena negli ultimi mesi ci stava riuscendo senza nemmeno rendersene conto.
"Cos'hai fatto per i tuoi ventun anni?" Domandò Zulema per cambiare discorso, dopo qualche minuto di silenzio.
"Oddio... sai che non mi ricordo... forse un viaggio, mh, si... credo un viaggio."
Zulema rifletté, come se stesse valutando il da farsi, "Aggiudicato, allora andremo in Italia" sentenziò infine.
"Co-cosa?" Balbettò Macarena, presa alla sprovvista da quella che le sembrava un'assurda decisione.
"Ma è possibile che mi devi fare ripetere sempre le cose due volte?!" rispose Zulema quasi spazientita.
"No, ho capito... È che, è complicato da organizzare no?" Chiese Macarena, provando in qualche modo a farla ragionare.
Se avesse saputo che voleva fare, in onore di sua figlia, quello che lei aveva fatto per i suoi ventuno anni le avrebbe risposto che era andata a giocare a bocce, almeno si sarebbe risparmiata questo nuovo pericolo."Non più del solito, nessuno si aspetta che lasciamo il paese e poi so come fare, penso di lasciare la Spagna ormai da mesi."
"Ma quando?"
"Il prima possibile" disse Zulema mentre un bagliore le illuminò lo sguardo, "facciamo l'ultimo colpo e partiamo."
"Ma come un altro colpo?!" Sbottò Macarena, esausta che nonostante passassero ventiquattro ore su ventiquattro insieme Zulema non trovasse mai il tempo di dirle nulla.
"Ah, sì giusto. Ora ti spiego il colpo. Si tratta di una gioielleria..."
Macarena alzò gli occhi al cielo: non sarebbe cambiata mai, ma ormai anche i suoi sbalzi d'umore le piacevano.
"Un ultimo colpo e poi ferie" pensò sorridente, scacciando la paura e fidandosi, ancora una volta, di Zulema.
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Zulema e Macarena SRL
ActionZulema e Macarena hanno deciso di ricominciare a vivere, però a modo loro. Cosa accadrà quando le due decideranno di costituire una SRL criminale? "Siamo pezzi imperfetti ma leghiamo lo stesso."