"Hai intenzione di fare finta di niente anche questa volta?" la voce di Macarena si alzò di un tono mentre strappava il telecomando dalle mani dell'araba.
"Se non fossi così monotona con i discorsi forse avrei voglia di parlarne"
"Ah, certo... è colpa mia adesso" borbottò Macarena spegnendo definitivamente quel dannato televisore, sin dal primo momento non avrebbe voluto farglielo comprare. Poi tornò a fissarla.
"Ovvio che sia così" replicò Zulema "Smettila di dare peso ad ogni singola cosa, eravamo fatte ed é successo. Non c'è niente di cui parlare."
Macarena la fulminò con lo sguardo
"Non è successo solo perché eravamo fatte" disse scandendo bene ogni singola parola, così da farle percepire tutto il suo disappunto."E anche se fosse? Cosa vorresti fare? Terapia di coppia?" suggerì Zulema con voce teatrale.
Maca portò gli occhi al cielo. Sembrava che solo a lei interessasse capire cosa stava succedendo tra loro.
"Non ti sei portata a letto un estraneo conosciuto in un locale Zulema" le ricordò con tono da rimprovero."Me lo ricordo che ho scopato te, non c'è bisogno che mi rinfreschi la memoria" rispose secca l'altra.
"Ah almeno questo lo ammetti" Replicò con tono sarcastico Macarena.
"Smettila" la voce di Zulema uscì bassa, cupa, segno che quella discussione la stava portando all'esasperazione. Ora si ricordava perché odiava le persone: proprio per momenti come quello.
"Come vuoi tu. Continua a trovare scuse... continua a dare la colpa alla droga perché non riesci ad ammettere la verità." Macarena sputò fuori quelle parole velocemente, come per liberarsi di un peso, ma non aveva ancora finito "E sai cosa penso?"
"Cosa pensi?" le rispose Zulema con tono di sufficienza.
"Che tutto questo ti faccia paura" affermò la bionda portandosi un ciocca bionda dietro l'orecchio sinistro. Finalmente era riuscita a dar voce ai pensieri che le ronzavano in testa sin dal giorno del loro primo e unico bacio. Sì, esatto unico, perché la sera precedente Zulema non aveva lasciato che le loro labbra si unissero nemmeno per un secondo, nonostante i ripetuti tentativi della bionda.
"Sei nervosa, Rubia?" chiese Zulema con tono pacato, come se non fosse stata minimamente sfiorata dalle parole che le erano state appena rivolte.
"Perché dovrei esserlo?" chiese confusa Maca aggrottando la fronte.
"Quando ti porti i capelli dietro l'orecchio sei sempre nervosa" osservò Zulema.
"Dicono che il sesso aiuti a rilassare i nervi, sai?" si passò la lingua sui denti, come era solita fare quando voleva prendere tempo "Pensavo di essere l'eccezione che conferma la regola: io mi rilasso solamente davanti ad un bersaglio. Ma a quanto pare questa regola fa acqua da tutte le parti, non funziona neanche con te""Di solito con me funziona, sarà che non é stato soddisfacente come speravo" la provocò Macarena, consapevole che quella di punzecchiare il suo orgoglio si sarebbe potuta rivelare la mossa sbagliata.
Zulema alzò un sopracciglio nella sua direzione e con tono divertito continuò "Non sembravi insoddisfatta mentre venivi per la terza volta"
Maca deglutì, abbassando per un secondo di troppo lo sguardo, di nuovo la mano le scivolò tra i capelli in un gesto istintivo.
"Ti hanno mai insegnato che si può fingere un orgasmo?"Zulema le sorrise sfacciata. Nessuna risposta, solo quel dannato sorriso, più irritante dell'ortica.
"Me ne vado" la informò Macarena, dopo qualche minuto di silenzio. Aveva bisogno di stare lontano da lei, per qualche giorno almeno, forse per sempre. Di ritrovare se stessa e soprattutto di dimenticare quella notte: mai più, mai più si sarebbe lasciata sedurre da lei, era una promessa.
"Che significa me ne vado?" Chiese Zulema, per la prima volta realmente interessata alla risposta.
"Quello che hai sentito... Sono stanca dei tuoi modi di fare" ed era vero, dannatamente vero.
"Stai realmente minacciando di andartene solo perché ti sto dicendo come stanno le cose?!"
"Io non sto minacciando di andarmene Zulema, io me ne vado davvero"
"Sei ridicola, cosa ti aspettavi eh?" disse a denti stretti l'araba, mentre sentiva il sangue ribollirle nelle vene.
"Nulla" sussurrò esausta Macarena, per niente intimorita da quel tono di voce che ormai aveva sentito centinai di volte.
"Volevi addormentarti tra le mie braccia e svegliarti con la colazione a letto?" chiese sarcastica Zulema, poi la sua voce scese di un tono, questa volta dura "Avevi bisogno di scopare, e abbiamo fatto quello, fine. Smettila di comportarti da bambina capricciosa in cerca di attenzioni, perché questo tuo atteggiamento mi disgusta"
Macarena indietreggiò di qualche passo, quelle parole facevano male. La facevano sentire una nullità. Tutto quello che aveva provato la sera prima era stata una menzogna? Zulema le aveva fatto solamente un favore ad andare a letto con lei?
L'unica cosa certa era che nella voce dell'araba leggeva solo indifferenza... non sapeva cosa provava per Zulema, forse non amore, ma sicuramente non le era indifferente e sentirsi trattata in quel modo, con tale freddezza, la stava distruggendo, più di quanto l'avessero distrutta anni di continua guerra contro lei.Non importava quanti passi in avanti facessero, bastava una lite e si ritrovavano nuovamente al punto di partenza, solo più consapevoli: consapevoli che tra loro le cose non sarebbero mai potute andare bene.
Macarena non voleva sentire altro.
Le passo accanto guardandola per l'ultima volta, cercando di mettere bene a fuoco l'immagine del suo volto, perché nonostante tutto non avrebbe voluto dimenticarne nemmeno un singolo dettaglio.Poi uscì dalla roulotte, lasciandosi tutto alle spalle, forse era da codardi scappare così ma era l'unico modo che conosceva per sopravvivere.
Svuotata e sola: ecco come si sentiva, come quando aveva messo piede fuori dal carcere per la prima volta dopo anni.
Questa volta però, nemmeno un inutile assistente sociale le sarebbe venuto in soccorso, era tutto nelle sue mani.
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Zulema e Macarena SRL
ActionZulema e Macarena hanno deciso di ricominciare a vivere, però a modo loro. Cosa accadrà quando le due decideranno di costituire una SRL criminale? "Siamo pezzi imperfetti ma leghiamo lo stesso."