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"Si può sapere perché c'hai messo tanto a uscire da lì dentro?" Disse Zulema, portandosi una sigaretta alla bocca, senza staccare lo sguardo dalla bionda seduta di fronte a lei.

"Stavo scegliendo il vino per la cena di stasera" rispose Maca come se fosse la cosa più scontata di questo mondo.
Zulema non riusciva a crederci: a forza di passare tutto quel tempo insieme, senza altri contatti umani, Macarena stava diventando più folle di lei.

"Fammi capire: io stavo rischiando di essere catturata dalla polizia solo perché tu eri indecisa su quale vino dovessimo sorseggiare a cena, è così?" domandò Zulema con finta irritazione, quando in realtà la situazione era comica persino per lei.

Maca annuì compiaciuta di essere riuscita a stupirla, poi si attorcigliò una ciocca bionda all'indice, senza smettere di provocarla "Per un secondo ho pensato che mi avresti lasciata lì sai?" Sorrise, alzando il mento verso la donna in piedi di fronte a lei.
"Non è che forse ti stai affezionando un po' troppo, Zule?"

"Non è che forse sei tu a sperare che questo accada, Rubia?" Ribattè prontamente l'altra donna, facendo un passo verso di lei, prima di soffiarle il fumo della sigaretta a pochi centimetri dal volto.

Maca si morse il labbro inferiore e si costrinse a non abbassare lo sguardo, nonostante Zulema avesse fatto ancora una volta centro.
Sospirò pesantemente. Non poteva rivelarle che nonostante tutto forse si stava davvero affezionando a lei e ai suoi modi bizzarri di fare.
"Certo, come no, diciamo a Zulema che tengo a lei così scapperà prima del sorgere del sole" pensò Macarena.
Così fece un passo indietro, vedendo negli occhi dell'altra una scintilla di soddisfazione nascere, tipica di chi sà di aver vinto un gioco di sguardi.

Maca sollevò gli occhi al cielo, pensando che in fondo le cose tra loro non sarebbero mai cambiate, e forse le andava persino bene così.

"Cucini tu stasera?" Tentò la bionda con voce quasi supplichevole, così da rompere la tensione che era calata tra loro.

Zulema sbuffò rumorosamente: aveva la quasi certezza che se la Rubia non avesse incontrato lei sarebbe rimasta una ragazzina viziata per tutta la sua cazzo di vita.
"Cucino sempre io, Maca, perché se fosse per te mangeremmo cibo in scatola ogni fottutissimo giorno"

Maca provò a trattenere una risata, ma ci riuscì a stento: in fondo Zulema aveva davvero imparato a conoscerla in quei pochi mesi, e forse era l'unica a conoscere e ad accettare davvero la nuova versione di lei.
"Dai su, stasera ho anche portato il vino" Disse sfacciata come se lo avesse comprato, omettendo il dettaglio che in realtà lo avevano rubato e lo avevano fatto pure insieme.
"È una bottiglia di più di duemila euro, direi che mi sono meritata una bella cenetta, non credi?" Ammiccò.

"Mangiavo meglio in carcere" borbottò tra sé Zulema, dandole le spalle. Fece l'ultimo tiro e poi rientrò in casa.

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"Cosa mi prepari di buono, chef?"
Urlò Maca con tono divertito dall'altra stanza, mentre era sdraita sul letto, concentrata a osservare ogni singola crepa del soffitto.

"Se provi un'altra volta a chiamarmi così da oggi in poi tu mangierai solo cibo per gatti, intese?"

"Ti ricordavo più brava a minacciare" Replicò la bionda, soddisfatta di averla fatta irritare.

"Non mi mettere alla prova, Rubia" la redarguì con tono fermo Zulema, mentre aggiungeva il sale nell'acqua, poi continuò "Ho ucciso tante persone in vita mia e questo già lo sai, ma stasera siamo in vena di confidenze e ti voglio svelare una cosa..."

Maca la incitò a proseguire dall'altra stanza, senza capire ancora bene che piega stesse prendendo quel discorso. Intanto però sollevò la schiena dal materasso, incrociò le gambe e rimase in attesa, le orecchie tese.

"Uccidere è un'arte" asserì Zulema, seguirono interminabili secondi di silenzio, come se lei stessa dovesse mettere in ordine i propri pensieri per poterli esprimere al meglio.

Macarena, che non si era mossa dal letto, stava col fiato sospeso, senza sapere se dovesse intervenire o meno. Alla fine i suoi dubbi furono risolti dalla voce profonda dell'araba che riprese lentamente a parlare.
"C'è chi ha un talento naturale nel comporre musica per esempio, chi dipinge in modo magnifico, e ancora chi suona il pianoforte o la chitarra... e sai cosa accomuna tutti questi artisti?"

Con passi svelti e felini Zulema si diresse verso la stanza da letto, gli occhi puntati in quelli della bionda. Maca quasi sussultò, non avendola sentita arrivare, e ricambiò un pò incerta lo sguardo.

"Cosa?" La voce le uscì flebile, un sussurro appena udibile, ma questo bastò.

"La creatività e la tecnica." Rivelò Zulema, continuando a camminare verso di lei improvvisamente viva, splendente, gli occhi illuminati da un bagliore sinistro: lucida follia, la stessa che le permetteva di programmare e mettere a segno ogni singolo colpo.

"Perché tutti sono in grado di commettere un omicidio, si chiama sopravvivenza molto spesso, ma in pochi la fanno franca ogni volta. Perché per riuscirci devi usare il cervello, senza ombra di dubbio, ma deve essere anche parte di te. Una specie di dote nascosta, riesci a comprenderlo?" Maca annuì.

"È per questo che mi considero una grande artista" spiegò Zulema leccandosi il labbro inferiore.
Salì anche lei sul letto e portò le sue labbra quasi a contatto con l'orecchio della bionda per poi proseguire "È per questo che leggo in continuazione, ogni singola informazione potrebbe essermi utile. Ho ucciso tante persone, ma la maggior parte delle tecniche devo ancora metterle in pratica, sai?"
La guardò dal basso verso l'alto, centimetro dopo centimetro, leccandosi ancora una volta quelle dannate labbra.

Maca sentì la sua pelle andare a fuoco. Spostò il suo peso in avanti, estasiata e ammaliata dalle sue parole. Sapeva benissimo quale fosse l'intento dell'araba, si rendeva conto che quella era una vera e propria minaccia. Un invito a non andare oltre, a non prendersi troppa confidenza.

Ne aveva piena consapevolezza, ma qualcosa dentro di sé le diceva che l'elfo del fottuto inferno non le avrebbe torto neanche un capello.
Quindi ricambio il sorriso e le rispose: "Anch'io credo che questa sia arte. Per questo la sto imparando dalla migliore."

Zulema e Macarena SRLDove le storie prendono vita. Scoprilo ora