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Maca diede l'ultimo tiro alla sigaretta che teneva tra le dita sperando di sparire in quell'ultimo soffio di fumo.
"Non finirà bene, Zulema. Non finirà bene" continuava a ripetere agitandosi, ormai sempre più convinta di quello che stava dicendo.
"Perché vuoi farlo? Perché rischiare così tanto?" Le chiese alzando il tono della voce.

L'araba sbuffò rumorosamente, odiava questo suo atteggiamento, cercò di prendere parola ma fu interrotta bruscamente.

"Non lo faremo! Non ho intenzione di sentire altro" disse tutto d'un fiato Macarena "E sai perché? Perché non ha senso rischiare così tanto solo perché tu ti devi spingere sempre oltre!" Le sputò a raffica quelle parole come se stesse scaricando tutti i colpi di un mitra senza mai togliere il dito dal grilletto.

Zulema la guardava irritata, esausta di sentire tutte queste lamentele: la decisione era già presa, non sempre c'è possibilità di scelta.
Quando ci si metteva Macarena era veramente cocciuta, "Eccola che riparte" pensò l'araba sentendo le grida perforarle i timpani.

"Quando ho accettato di unirmi a te pensavo dovessimo rapinare gioiellerie e negozi, questo é troppo!"

La situazione stava diventando ingestibile, Zulema sapeva che doveva agire: in uno scatto fu di fronte a Macarena e un secondo dopo le sue mani erano già strette al colletto della camicia che la bionda indossava, roteò su se stessa fino a sbatterla all'armadio che si trovava proprio dietro di lei.
"Ora ti calmi" le ringhiò a pochi centimetri dal volto con un tono di voce che non ammetteva repliche.

"Lasciami immediatamente" disse in cagnesco l'altra, senza mai smettere di agitarsi sotto la sua presa.

Zulema non avrebbe voluto arrivare a tanto, ma si trovò costretta a farlo. In un attimo il suo avambraccio fu sotto il mento di Macarena. La pressione era sempre più forte, la bionda iniziò a boccheggia in cerca d'aria.

I suoi occhi spalancati fissavano quelli dell'araba come a pregarla di smetterla. Zulema era così vicina a lei ma allo stesso tempo così distante, gli occhi freddi non facevano trasparire alcuna emozione: Maca rivivette in un istante gli anni a Cruz del Norte, le immagini si susseguirono veloci nella sua testa ed ebbe paura, timore che quell'ultimo scontro fosse davvero quello definitivo.

Alleate o nemiche? Socie o rivali cosa erano davvero? Cosa significa tutto questo, stavano scrivendo così l'ultimo atto della loro storia?

Con le ultime forze la bionda provò a liberarsi, ma l'ex detenuta aveva l'esperienza e la tecnica dalla sua parte e le rese ciò impossibile.

Macarena portò le sue mani sul braccio di Zulema, nell'ultimo estremo tentativo di farla allontanare, ma di lì a poco la vista le si iniziò ad annebbiare, così le rivolse un ultimo sguardo: non c'era odio, solo innumerevoli domande. 

D'un tratto Zulema lasciò la presa e il corpo esile di Maca cadde a terra come un vecchio straccio mal ridotto.
La bionda iniziò a tossire portandosi una mano d'istinto alla gola; l'aria ricominciò ad entrarle nei polmoni, mentre pian piano anche la vista riprese ad essere nitida.

Seguirono minuti di interminabile silenzio, interrotti solo dai colpi di tosse di Macarena che nel frattempo si era messa sulle ginocchia.

"Dobbiamo derubare il cartello di Sinaloa e lo faremo, Rubia" riprese a parlare con voce calma Zulema,
"Ho dato la mia parola, non posso tirarmi indietro o sono già morta."
Poi, come se si fosse appena svegliata da un sogno, si chinò sulle ginocchia anche lei arrivando all'altezza della bionda, le poggiò dolcemente un dito sotto il mento facendoglielo alzare.

Maca a quel tocco si ritrasse, come se fosse stata appena toccata da un tizzone incandescente.

Zulema, d'altro canto, le sorrise rassicurante come a volersi scusare in qualche modo: più di così non sapeva fare.
Abbassó il tono di voce di un'ottava, così da non spaventarla "Non ho scelta, ti sto chiedendo solo di ascoltarmi, poi se non vorrai accettare le nostre strade si divideranno."

Macarena, ancora scossa da poco prima, le fece segno di proseguire con un assenso della testa, rendendosi conto che non aveva concesso all'araba l'opportunità di spiegarle il piano.

"I Sinaloa sono dei narcotrafficanti, uno dei cartelli più grandi del mondo e questo ti spaventa lo capisco, ma se mi avessi fatto finire di parlare sapresti che non ho intenzione di mettermi a spacciare droga"

"Non sono così stupida" replicò Maca sentendosi presa in giro "E allora perchè dobbiamo metterci contro di loro? Perché non possiamo lasciar perdere con questa storia?"

La voce della bionda faceva trasparire timore; Zulema non la vedeva così fragile da anni ed ora, per la prima volta, sentiva un forte bisogno di proteggerla.
Le si avvicinò cautamente temendo che si potesse scansare ancora una volta. Ma Maca non lo fece, sapeva che la tempesta era ormai terminata, così la mano calda dell'araba strinse quella gelida e tremolante della bionda.

Stettero così più di un'ora, troppo impegnate a cercare risposte l'una negli occhi dell'altra per rendersi conto della situazione quasi surreale, ma ne avevano un fottuto bisogno: solo stando in silenzio erano davvero sincere. Nuove sensazioni si stavano facendo largo dentro di loro facendo a pugni con le vecchie.

"Continua, per favore" sussurrò Macarena, sciogliendo le loro dita intrecciate da ormai troppo tempo.

Entrambe si svegliarono dallo stato di tepore che le aveva avvolte, si guardarono con occhi nuovi, che qualcosa stesse veramente cambiando?

"Dobbiamo recuperare un Rolex Daytona rubato" spiegò Zulema.

Maca spalancò gli occhi incredula
"Tu" la indicò con l'indice "Tu mi vuoi fare mettere contro la famiglia messicana più pericolosa al mondo per un orologio che varrà al massimo 25 mila euro?"

Zulema sorrise stupendosi di come la Rubia dopo tutti quegli anni potesse essere ancora così ingenua.
"Ho omesso un piccolo dettaglio Maca, quel Rolex Daytona era di Paul Newman ed é stato venduto all'asta alla modica cifra di 15 milioni di euro"

Le pupille di Macarena si dilatarono a quella notizia, il suo tono di voce si abbassò come se avesse paura che qualcuno potesse sentirla "Vuoi rubare l'orologio più costoso del mondo?"

"No" scosse la testa l'araba con un sorriso eccitato stampato sul volto "Non farei mai un torto del genere alla Corona, sono una persona modesta sai?" Le chiese retoricamente  "Mi accontento di rubare il secondo orologio più costoso al mondo"

Zulema e Macarena SRLDove le storie prendono vita. Scoprilo ora