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Zulema, avvolta in un cappotto scuro, si portò le mani alla bocca soffiando all'interno per riscaldarle, il termostato segnava pochi gradi sopra lo zero e una coperta le copriva le gambe rannicchiate sopra la sdraio: aveva bisogno di pensare.

Non si sarebbe voluta trovare nella situazione di proporre quel colpo alla Rubia. Per quanto fosse pianificato nei minimi dettagli sapeva lei stessa quanto potesse diventare pericoloso, ma il passato le era ancora una volta venuto a bussare alla porta e non si poteva tirare indietro.

Questa volta non era una questione di soldi, o almeno non lo era per lei: molti anni prima, era ancora troppo giovane per capire l'importanza della cosa, aveva chiesto un favore. Uno di quelli per cui c'è sempre un prezzo. All'epoca non aveva niente da perdere e chiedere quel favore era l'unico modo per salvare la vita della persona a cui teneva di più al mondo... Così si era trovata ad accettare un accordo, che a oggi avrebbe considerato iniquo, sapendo cosa avrebbe ottenuto ma non conoscendo il corrispettivo che avrebbe dovuto dare in cambio.

Non aveva pagato quel prezzo per molti anni, talmente tanti che la questione le sembrava quasi archiviata. Nessuno le aveva mai  chiesto qualcosa in cambio, o almeno era stato così fino a dieci giorni prima.

Un orologio e i suoi debiti sarebbero stati pagati per sempre.

"Cioccolata calda?" La voce profonda di Maca la fece destare dai suoi pensieri, mentre la bionda già le porgeva una tazza fumante.

Zulema allungò la mano, più per la voglia di riscaldarsi che per altro.
"Grazie" mormorò portandosi la tazza alle labbra. Gli occhi di Maca seguirono i suoi gesti venendo catturati dal dischiudersi delle sue labbra, distolse lo sguardo.

"Allora quando sarà il grande giorno?" Chiese schiarendosi la voce e soffocando i suoi pensieri.

"Fra tre giorni" Rispose l'araba con la testa reclinata all'indietro e gli occhi puntati alle stelle. "Posso farti una domanda?" continuò.

"Da quando lo chiedi? Dimmi dai"

Zulema sospirò, quasi pentendosi di averglielo chiesto "Perché hai accettato di fare questo colpo?"

"Siamo socie no?" Rispose Macarena, non intenzionata a rivelare troppo delle sue motivazioni.

"Al diavolo" sbottò lo scorpione, pentendosi definitivamente di aver fatto quella domanda: non le era mai importato niente delle motivazioni altrui, neanche di quelle di Macarena, le era sempre e solo interessato raggiungere il suo scopo, a qualunque costo. E ora, che si trovava a fare stupide domande, non otteneva neanche le risposte che voleva.

"Ho accettato perché non sono pronta a far dividere le nostre strade" confessò Maca di getto.
Aveva deciso ancora una volta di esporsi. E ora stava lì, con il fiato sospeso sapendo di aver appena fornito un ulteriore mezzo per ferirla all'araba. Aveva infranto la sua prima regola: mai mostrarsi vulnerabile davanti all'elfo dell'inferno.
Zulema era una predatrice, fiutava il sangue a chilometri di distanza e mostrarsi debole ai suoi occhi era come pugnalarsi a una gamba aspettando che la fine arrivasse; e Macarena, pronunciando quella frase, si era appena conficcata una lama nella coscia.

Forse era solo questione di tempo, forse sarebbero bastati pochi attimi prima che l'inevitabile si verificasse; ma a Macarena non interessava, non aveva più niente da perdere d'altronde: Zulema le aveva già portato via tutto e ora l'unica cosa che le avrebbe potuto strappare via era la sua stessa vita. Ma perché proteggere la sua vita quando l'unica cosa che la rendeva meno vuota era proprio la presenza di Zulema?
Tutto ciò che desiderava e tutto ciò da cui avrebbe dovuto scappare racchiuso in un unico corpo, che ora era proprio lì, accanto a lei, intento a guardare le stelle. 

Zulema e Macarena SRLDove le storie prendono vita. Scoprilo ora