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"Cos'è quest'odore?" Chiese Macarena con un tono allarmato. "Esci subito dalla macchina" rispose l'araba portandosi la maglietta a coprire le vie respiratorie.

"Sono bloccate" le pupille le si dilatarono "Le porte sono bloccate"

La vista cominciò ad annebbiarsi, i muscoli a rilassarsi, non ci volle molto, pochi secondi dopo il gas narcotico aveva già fatto il suo effetto: entrambe caddero in un sonno profondo.

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Fu la leggera luce che filtrava dalla finestra a svegliare Zulema.
Aprì di scatto gli occhi e riconobbe subito il soffitto della roulotte. Era distesa sul letto, le braccia e le gambe divaricate.

Non si mosse nemmeno di un millimetro solo i suoi pensieri sembravano impazziti, rimbalzavano avanti e indietro come una pallina da ping pong, cercando di far luce su cosa fosse accaduto.
"Deve essere tardo pomeriggio" ipotizzò dalla luce che illuminava l'ambiente intorno a lei. I ricordi erano sfocati, ma impugnava ancora la pistola.

Si mise in ascolto, stringendo la presa sull'arma: sembrava effettivamente tutto tranquillo, riusciva a sentire solo il rumore del proprio respiro.

Zulema si tirò su col busto, e iniziò a guardarsi intorno, ancora diffidente.
"Come ci sono arrivata qui?" si chiese, mentre il suo sguardo si posava su ogni oggetto intorno a lei per assicurarsi che fosse tutto al proprio posto.

Solo dopo essersi accertata che, almeno all'apparenza, non c'era un reale pericolo i suoi occhi si posarono su Macarena: era sdraiata accanto a lei, i capelli biondi le ricadevano morbidi sulle spalle e la frangetta, in quel momento completamente scompigliata, le copriva gran parte della fronte.
Le palpebre, ora chiuse, erano truccate con ombretti scuri; con lo scopo di indurire uno sguardo che in realtà, agli occhi dell'araba, era sempre stato fin troppo dolce.
Le labbra rosee e leggermente screpolate della bionda rievocarono in Zulema subito un ricordo.
"L'ho baciata" si disse incredula "sono stata io a farlo."

Non riusciva a crederci, le sembrava più assurdo e insensato questo che il fatto di essere stata 'teletrasporta' nella roulotte.

Nonostante le vertigini, si alzò immediatamente dal letto, sentendo l'estrema necessità di aumentare il più possibile le distanze tra i loro corpi.

"Ho baciato Macarena. Stavo per perderla e ho sentito la necessità di baciarla"  si ripeteva come se fosse sotto ipnosi.

La verità é che non sapeva cosa pensare. Era la prima volta in vita sua che sentiva quelle sensazioni, e per una come lei, sempre abituata a calcolare tutto quel piccolo imprevisto sarebbe potuto diventare il suo peggior incubo.

Gran parte di lei avrebbe voluto reprimere quelle emozioni, archiviarle come se mai fossero state provate: "A me non piacciono le donne" pensò.

"Non mi piacciono le donne e non mi piace Macarena" si disse cercando di convincersi con tutta se stessa.

Ma mentre la sua parte razionale lottava con tutte le forze per vincere anche quel round, la sua parte emotiva non voleva cedere e i suoi battiti iniziarono ad accelerare ripensando a quei baci.

"Dannata Rubia" Esclamò irritata con tono più alto del voluto. Macarena si mosse nel sonno, indossava ancora il giubotto antiproiettile, mentre la giacca di pelle che prima vestiva ora si trovava ai suoi piedi.

"Ci hanno drogate" pensò Zulema mentre scrutava ogni movimento della sua socia. I ricordi le stavano tornano permettendole di ricomporre tutte le tessere del puzzle.

Un lamento le interuppe i pensieri. Macarena la guardava con sguardo confuso "Dove diavolo siamo?" Esclamò nel giro di pochi secondi facendo scattare il suo corpo all'insù come se fosse una molla.

Zulema non le rispose, si limitò ad alzare un sopracciglio, "che domanda idiota" pensò.

"Come ci siamo finite qui? Ti ricordi qualcosa? Da quanto sei sveglia?"
La bionda non voleva saperne di stare tranquilla e continuava ad incalzarla con domande a raffica.

"Rubia" pronunciò il suo nome con tono profondo "Quando si vogliono ottenere risposte da una conversazione è sempre bene porre una singola domanda alla volta" fece una pausa "altrimenti si rischia che l'interlocutore risponda solo a quella che gli fa più comodo" spiegò Zulema mettendosi le mani in tasca.

"Se avessi voluto prendere lezioni di giornalismo avrei pagato un fottuto giornalista." Sbottò Macarena agitata mentre una fitta al petto la portò ad abbassare il tono di voce "non ho voglia di giocare Zulema" sospirò "sai come siamo finite qui o no?"

L'araba tirò su le spalle facendole segno che anche per lei questo punto rimaneva un mistero.

"Ottimo" esclamò con voce acuta Macarena portando gli occhi al cielo.

"Aiutami a spogliarmi... questo giubbotto antiproiettile mi fa respirare a stento" aggiunse la bionda dolorante qualche istante dopo.

"Mh" mugugnò Zulema avvicinandosi controvoglia e aiutandola a sfilarsi l'oggetto che le aveva salvato la vita.

"Fai piano! Mi fai male!" Si lamentava la bionda ad ogni singolo tocco.

"Ringrazia il cielo che eri abbastanza distante" sospirò Zulema "se fossi stata più vicina a quest'ora avresti avuto come minimo un paio di costole rotte"

"Mi bastano questi ematomi" sussurrò Maca posando lo sguardo sul suo petto completamente tumefatto.

Zulema si intenerì a vederla così triste. Sarebbe voluta tornare su quella strada solo per sparare un altro colpo a Sinaloa. Così, per puro divertimento.

"Dai su, dopo vado a comprare delle pomate, fra una settimana sarai tornata come nuova" disse l'araba sforzandosi di tirarla su di morale. Non era mai stata brava in questo ma almeno ci stava provando e Maca apprezzò, sorridendole riconoscente.

"Ora però dobbiamo capire come diavolo siamo finite qui" affermò Zulema prendendo di nuovo la pistola "controllo fuori" aggiunse.

Non ci fu bisogno di lasciare la roulotte però. Un foglio bianco 4x4 attaccato sulla porta d'ingresso catturò la sua attenzione.

"Mi dispiace per il piccolo contrattempo Zulema ma non potevo rischiare che scappassi con l'orologio." Lesse velocemente le parole scritte nero su bianco.

"Figlio di puttana" pensò con un lieve sorriso sul volto, consapevole che lei avrebbe agito nello stesso identico modo.

Poi riprese a leggere "I tuoi debiti sono definitivamente risolti. Avete fatto un ottimo lavoro, per il disturbo troverete una valigetta con due milioni dentro la macchina -Youseff"

"Figlio di puttana!" questa volta lo esclamò scuotendo la testa, mentre un sorriso le illuminava persino lo sguardo. Contenta che per una volta fosse andato tutto per il verso giusto.

Zulema e Macarena SRLDove le storie prendono vita. Scoprilo ora