24.

482 31 25
                                    


Macarena si guardò riflessa nello specchietto della macchina, si passò una mano tra i capelli, si ritoccò il rossetto e socchiuse gli occhi per accertarsi che il mascara non le avesse sporcato le palpebre, poi ripeté gli stessi movimenti con estrema lentezza.

"Puoi stare anche tutto il giorno a specchiarti ma non ti farai, per magia, meno schifo" esordì Zulema, snervata dall'attesa.

"Passami l'illuminante" ordinò la bionda, senza staccare gli occhi dal suo riflesso, "È lì sul sedile..." spiegò mentre con la destra indicava il piccolo oggetto, "E non fumare in macchina, lo odio... e lo sai!"

"Lo odio e lo sai" la scimmiottò Zulema, "Sapessi quante cose odio io" borbottò, per poi passarle quello che sembrava essere un illuminante.

"Oh lo so molto bene signora Zahir... non fa altro che lamentarsi."

"È la convivenza con te che mi porta a lamentarmi" replicò lapidaria Zulema, buttando il mozzicone della sigaretta fuori dal finestrino dopo aver fatto l'ultimo tiro.
"Hai per caso paura di venire male nei filmati delle videocamere di sorveglianza?"

"Praticamente usciamo solo quando dobbiamo fare rapine, almeno fammi truccare."

"Con quella scollatura non ti servono tre chili di fondotinta, ti noterebbe anche un cieco."

Macarena si voltò, giusto il tempo che bastava per guardarla male, poi abbassò lo sguardo sulla scollatura tirandola su.

"Non ho mica detto di coprirti."

"Se lo avessi detto non lo avrei fatto infatti" replicò Macarena, prima di girare intorno alla macchina e sedersi dal lato del passeggero.
--

"Sei pronta?" Chiese Zulema, avvicinandosi alla bionda dopo aver fatto il suo solito giro di ispezione all'interno del negozio, "Hai scelto?" aggiunse, per non destare alcun sospetto al commesso che si trovava a due passi da loro.

"Ci sono, ti piace questo?" Squittì Maca, con un sorriso così ampio che quasi sembrava sincero.
Ed effettivamente, a guardarla da fuori, sembrava davvero la donna più felice del mondo: raggiante, solare, entusiasta. Persino Zulema, che se la cavava piuttosto bene nell'analizzare le persone, si sarebbe fatta ingannare.

Ma non c'era da stupirsi, o almeno Zulema aveva imparato a non farlo: Macarena era camaleontica.
Non facevi in tempo ad abituarti a un suo tratto caratteriale che subito ne emergeva un altro, ancora più interessante, ancora più magnetico.
Ed era grazie a questa sua capacità innata che ogni copertura le calzava a pennello, e sempre questo il motivo per cui l'araba ne era rimasta affascinata: quel suo modo di fare, i suoi sbalzi d'umore, il suo sapersi rialzare sempre... in un modo o nell'altro erano riusciti a catturare l'attenzione di colei che al tempo era considerata la detenuta più temuta del carcere.

Inizialmente Zulema si divertiva semplicemente a intimorirla, a prendersi gioco di lei, come un leone che gioca con un topolino prima di farlo diventare il suo antipasto; d'altronde le giornate a Cruz del Sur erano tutte così monotone che un passatempo serviva a chiunque.

Ma poi qualcosa era cambiato, la biondina era cambiata. La paura nel suo sguardo aveva lasciato spazio alla voglia di lottare, di sopravvivere.
E a poco a poco Zulema, che non avrebbe scommesso un centesimo su di lei, si era trovata a dover studiare le sue mosse, ad anticiparle.
Il topolino era molto più scaltro delle tante belve che erano rinchiuse tra quelle alte mure e così Macarena diventò l'unica da dover davvero temere. Da preda a predatrice. Una degna rivale, forse la più degna di tutte.

Finché il destino aveva fatto il suo corso, portandole a interferire l'una con la vita dell'altra, prima per interesse poi per necessità.
Si erano studiate, accorciando sempre più le distanze in un'estenuante ricerca volta ad un unico scopo: scovare il tallone d'Achille dell'altra prima di essere battute sul tempo.
Così vicine che avevano cominciato a conoscersi, a rispettarsi.
Infine la vita dell'una e quella dell'altra si erano scontrate, in un inevitabile frontale.

Era quello il segreto del loro rapporto: se Zulema aveva bisogno di continui stimoli Macarena gli e li sapeva fornire, come una fenice si rinnova, toccava il fondo per poi rinascere dalle sue stesse ceneri.

E anche se Zulema ci aveva messo più del previsto aveva finalmente imparato a leggerci in quegli occhi, a comprenderne ogni singola sfumatura e in quelle iridi verdi riusciva finalmente a scorgere la sua rivale più temuta, la sua alleata più fedele, la sua biondina da sbeffeggiare, la sua socia criminale.
E ultimamente, anche se ancora faceva fatica ad ammetterlo, la sua amante.

D'altro canto non sarebbe stato di certo Zulema a fare saltare la copertura, lei era la regina dell'illusione. Nonostante le fiamme dell'inferno ardessero costantemente in lei, quando voleva le bastava un battito di ciglia per apparire innocua.
Inoltre il tailleur porpora che le ricadeva morbido lungo il corpo tutto poteva fare pensare tranne che al di sotto vi fossero nascoste due calibro nove.

Zulema le cinse la vita in una presa solida, per poi sussurrarle le ultime indicazioni: "Ricordati la regola dei dodici minuti, ti voglio fuori il prima possibile

Oops! Questa immagine non segue le nostre linee guida sui contenuti. Per continuare la pubblicazione, provare a rimuoverlo o caricare un altro.

Zulema le cinse la vita in una presa solida, per poi sussurrarle le ultime indicazioni: "Ricordati la regola dei dodici minuti, ti voglio fuori il prima possibile."

"Che c'è Zule? Ti preoccupi per me ora?" La voce roca di Macarena solleticò l'orecchio dell'araba causandole un brivido.

Zulema deglutì, ma a vuoto, dato che anche la saliva le si era azzerata; gli occhi restavano puntati sul collo della bionda, sul quale si sarebbe volentieri avventata se solo si fossero trovate in un altro luogo.

Così, ancora in parte scossa da quell'emozione che non sapeva neanche di saper provare, si staccò da lei, tornando in se.

Prima i soldi, poi il sesso.
Questo era il prezzo da pagare per essere le ladre più ricercate di tutta la Spagna.

Acquistata nuovamente tutta la sua lucidità Zulema portò le mani al di sotto della giacca, a contatto con il gelido metallo dell'arma, un attimo dopo le pistole erano già puntate dritte davanti a se.
Prima di dare il via alle danze però guardò la biondina con la quale aveva ancora un conto in sospeso, non servirono altre parole: entrambe avevano capito che sì, Zulema Zahir si era appena preoccupata per lei.
Fu quello l'ultimo sguardo che si scambiarono, poi i giochi ebbero inizio.

"Buonasera signori , mani sopra la testa grazie" esclamò Macarena, mentre con grandi falcate percorreva il negozio per puntare la pistola alla tempia del signore brizzolato che si trovava alla cassa.

"Scusate l'interruzione ma sarà più breve del tempo che ci mette vostro marito a venire" proseguì Zulema, rivolgendosi pacata a due signore che per lo spavento si erano accucciate dietro a uno scaffale.
"Avete sentito la bionda? Mani dietro la testa."

\\

Buongiorno!
Scusate l'infinita attesa ma con gli esami non sono proprio riuscita a terminare il capitolo prima.

Questo capitolo, nonostante le apparenze, sarà mooolto importante... perché da qui tante cose cambieranno, ma non posso dire altro 🤫

Se vi va fatemi sapere cose ne pensate della storia, consigli e critiche sono ben accette 💕

Hai finito le parti pubblicate.

⏰ Ultimo aggiornamento: Jul 20, 2022 ⏰

Aggiungi questa storia alla tua Biblioteca per ricevere una notifica quando verrà pubblicata la prossima parte!

Zulema e Macarena SRLDove le storie prendono vita. Scoprilo ora