Macarena si rigirò tra le lenzuola diverse volte prima di rassegnarsi all'idea che prendere sonno, quella notte, non sarebbe stato così facile. Così si era rannicchiata portando le gambe al petto, per poi dedicarsi al suo passatempo preferito: osservare Zulema.
Da quando aveva realizzato che quel diversivo fosse decisamente più interessante di contare le pecorelle si era ritrovava a farlo spesso; non le importava che la mattina dopo si sarebbe svegliata con i muscoli della spalla indolenziti a causa di quella scomoda posizione, ormai era diventata per lei come una dolce routine, di cui non aveva intenzione di fare a meno.
Osservare l'araba era per lei come studiare un'opera d'arte: sempre uguale e allo stesso tempo così diversa. Ogni volta riusciva a perdersi tra quei lineamenti e a leggerci dentro centinaia di storie: pezzi di vita che con molta probabilità Zulema non avrebbe mai condiviso con lei, frammenti della sua anima tenuti nascosti così in profondità che solo in quei rari momenti Macarena riusciva a scorgere.
Mentre lo sguardo di Macarena scorreva sul volto dell'araba, tracciandone con la mente il contorno, i suoi pensieri non poterono che essere attirati dal comportamento ambiguo che Zulema aveva avuto quella sera.
Nonostante le stranezze con lo scorpione fossero all'ordine del giorno c'era qualcosa che portava Macarena a storcere il naso, ad arrovellarsi per riuscire a comprendere cosa le fosse sfuggito, quale pezzo del puzzle le mancasse.E più la scrutava, più si perdeva tra le ombre del suo volto, più si rendeva conto che qualcosa effettivamente non andasse: la fronte leggermente corrugata, la mascella contratta e il respiro irregolare non le trasmettevano quell'idea di imperturbabilità che Zulema solitamente emanava.
E poi c'era il trucco, ancora presente sul volto dell'araba: Zulema non dimenticava mai di toglierlo."Ne hai ancora per molto?!" La voce irritata dell'araba risuonò nella stanza quasi come un rimprovero, facendo sobbalzare la bionda sdraiata accanto a lei.
"Ma non sto facendo niente..."
Zulema alzò gli occhi al cielo: un po' per il tono di voce da finta ingenua che Macarena aveva usato, un po' perché odiava essere fissata.
"Capisco sia difficile trattenerti, ma non riesco a prendere sonno se mi guardi come se mi volessi saltare addosso da un momento all'altro""Non ti voglio saltare addosso" si giustificò Macarena, arrossendo leggermente.
"Ah, no?"
"No, cioè sì, nel senso no-non stavo pensando a questo, ma se-", le parole disconnesse che le uscirono dalla bocca non fecero altro che aumentare il rossore già ben visibile sulle sue gote "Smettila, Zulema. Non stavo pensando a questo!" sbottò infine.
"Se vuoi possiamo farlo" commentò Zulema, puntando gli occhi in quelli della biondina.
"Ma cosa? Ma-ma cosa stai dicendo?!"
"Ho detto... Se vuoi possiamo fare sesso."
Panico: questo fu l'inequivocabile messaggio che lanciarono gli occhi di Macarena, prima di essere nascosti dalle sue lunghe ciglia che sbatterono un paio di volte, rapide come il flash di una macchina fotografica.
Aveva capito bene? Aveva capito bene senza ombra di dubbio, dato che Zulema continuava a fissarla con un sorrisetto divertito tatuato sul volto.
"Si sta diverdendo, senza dubbio provocarmi la diverte" pensò con una punta di fastidio, rendendosi conto che quando i sentimenti si mettono in mezzo, divertirsi diventa un po' meno facile.
Mesi prima avrebbe senza dubbio retto il colpo meglio, ma ora... il ricordo di ciò che era successo poche notti prima era ancora troppo vivido nella sua mente per non portarla a pensare che sì, avrebbe voluto, ma prima di confessarlo all'araba il suo fegato avrebbe dovuto chiederle pietà, perché quello per lei stava iniziando a diventare qualcosa di più di un semplice divertimento.Zulema nel frattempo non le aveva staccato nemmeno per un secondo gli occhi di dosso. Se ne stava immobile, paziente, in attesa di quella risposta che prima o poi sarebbe dovuta arrivare, e il fatto che ci stesse mettendo così tanto a essere pronunciata non faceva altro che accrescere il suo ego, già smisurato.
Macarena avrebbe voluto trovare traccia di sentimento in quello sguardo, un qualcosa che le facesse capire che per Zulema non si trattasse solo di sesso, ma per quanto si sforzasse tutto in quella situazione era fin troppo palese. Zulema la guardava come si guarderebbe una merce in sconto poggiata su uno scaffale di uno squallido supermarket, e Macarena lo sapeva bene. Un prodotto che quasi con certezza sarebbe finito nel carrello, ma per quanto? Finché un'offerta più allettante non avrebbe attirato l'attenzione di Zulema?
"Ma tu non eri quella che diceva che il sesso fra donne era sopravvalutato?""Lo dico ancora, solo che non vedo un uomo in questa roulotte, e piuttosto che vestirmi e farmi un' ora di guida preferisco scopare con te."
"Fottiti" sussurrò a denti stretti Maca, per poi darle le spalle.
"Oh andiamo, Rubia, non mettere il brocio su" disse Zulema, riuscendo a stento a trattenere una risata, "Non sei così male, dai cioè sì, certo potresti migliorare, ma..."
"Vuoi stare zitta, dannazione!"
"Che modi bruschi, a guardarti ti facevo più tipa da buone maniere, sai?"
"Ah davvero, io invece avevo capito dal primo sguardo che eri un'autentica figlia di puttana."
"Se lo avessi capito veramente saresti stata alla larga" le rispose Zulema, mentre il suo tono di voce si faceva più cupo.
"C'ho provato" borbottò tra sé e sé Macarena, un attimo prima di chiudere gli occhi, cercando di prendere sonno.
Qualche minuto dopo la voce di Zulema ruppe nuovamente il silenzio
"La sera che te ne sei andata avevo preparato la cena anche per te... credevo saresti tornata."Macarena rimase in silenzio, come faceva spesso quando Zulema decideva di aprirsi con lei. Il cuore in gola e i pensieri in subbuglio erano le uniche costanti di quei rari momenti.
Così l'araba, che nel frattempo aveva smesso di guardarla e aveva alzato gli occhi al soffitto, aveva ripreso a parlare "Sei la cosa più simile a una casa che io abbia mai avuto" disse con un filo di voce "Anche se non sarebbe dovuta andare così."
Macarena si voltò confusa, cercando di capire meglio cosa intendesse; l'idea che quella sera, intanto, ci fosse qualcosa che non andava ritornò prepotente a farsi strada nella tua testa. Avrebbe voluto chiederle cosa la turbasse, avrebbe voluto dirle che per lei era stato ancora più difficile starle lontana, ma a malapena riusciva ad ammettere a se stessa quelle sensazioni, figuriamoci a dirle.
Così si voltò e cambiò fianco, questa volta non dandogli la schiena: non era il tempo di difendersi, Macarena non sapeva ancora il perché, ma era certa che quello era uno dei pochi momenti in cui Zulema deponeva le armi.E lo sapeva perché lo vedeva, perché lo sentiva dal tono che le veniva rivolto, lo capiva dal fatto che l'araba non la guardasse, non cercasse quel tanto da lei amato gioco di sguardi...
Ma cosa, cosa la turbava fino a quel punto? Quello restava un mistero anche per Macarena.
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Zulema e Macarena SRL
ActionZulema e Macarena hanno deciso di ricominciare a vivere, però a modo loro. Cosa accadrà quando le due decideranno di costituire una SRL criminale? "Siamo pezzi imperfetti ma leghiamo lo stesso."