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Maca era seduta su una panca di legno fuori dalla roulotte, le gambe incrociate, gli occhi puntati sulla donna che da anni le scombussolava la vita e a cui lei ancora permette di farlo. Era dannatamente bella, talmente bella che sembrava proibita. Il corpo dell'araba ondeggiava a ritmo di musica sotto il suo sguardo attento, Maca non si perdeva nemmeno una mossa.

"Ciao, scusate potete darmi una mano?" Una voce maschile alle spalle di Macarena la costrinse a staccare gli occhi da Zulema e a puntarli in quelli dell'uomo che andava verso di lei. "Stavo andando ad una festa e mi si é fermata l'auto" spiegò il giovane.

Maca si alzò per raggiungerlo.
Zulema alle sue spalle, aveva smesso di ballare e guardava la scena sospettosa.

"Potete aiutarmi?" Chiese l'uomo, ormai a pochi passi dalla bionda.

"Se é la ruota a terra o la batteria si, senò..." rispose Maca con gentilezza, lasciando la frase in sospeso dato che  l'uomo aveva già ripreso a blaterare qualcosa sul radiatore dell'auto.
Maca lo ascoltò finché dei rumori alle sue spalle la costrinsero a voltarsi.

Fu un attimo, fece appena in tempo a mettere a fuoco Zulema circondata da tre uomini che un pugno le arrivò in pieno volto, facendola cadere all'indietro.

In un secondo l'uomo che poco prima le stava parlando fu a cavalcioni sopra di lei, immobilizzandola.
Le sue labbra si posarono rudemente su quelle di Maca, facendole provare disgusto.

Nonostante tutto, nonostante il pericolo che lei stessa stava attraversando Maca non pensò a sé.
I suoi pensieri erano tutti rivolti a  Zulema.
Girò il capo e la vide poco più là, completamente schiacciata al suolo, le mani dei tre uomini ovunque sul suo corpo.

A quella scena la vista le si annebbiò, mentre la rabbia cresceva dentro di lei ad ogni movimento che i tre uomini facevano. Se avesse potuto li avrebbe inceneriti solo con lo sguardo .

Nei suoi pensieri iniziarono ad essere proiettate le immagini di Sandoval, delle violenze che aveva subito: nausea e repulsione, solo questo riusciva a sentire.
Zulema non avrebbe dovuto provare le sensazioni che aveva provato lei, non finché lei era viva, non lo avrebbe permesso.

Con l'unica mano libera che aveva a disposizione afferrò un grosso sasso da terra, e con tutta la forza che aveva lo scaraventò sulla testa del suo stupratore. Una, due, tre volte finché l'uomo non cadde sopra di lei, ormai privo di vita.

Si sollevò, il volto sporco di sangue dell'uomo che aveva appena ucciso. Nessuno altro si era accorto di niente, troppo impegnati ad occuparsi di Zulema, che nel frattempo non aveva smesso un secondo di dimenarsi e di difendersi come poteva.

Maca afferrò il fucile che tenevano nascosto dietro la panca di legno. Caricò l'arma e senza esitazione sparò colpendo in pieno uno degli uomini, pochi attimi dopo anche un secondo.

Il terzo uomo con il terrore negli occhi si staccò dal corpo dell'araba e iniziò a correre, senza voltarsi indietro, senza pensare ai suoi amici. Finché un colpo alla gamba costrinse anche la sua corsa ad arrestarsi.
"Non uccidermi, non uccidermi" supplicava "ti prego, non uccidermi, non farlo"

Macarena non pensava più, non era lei che agiva, non più. Punto il fucile dritto sulla sua fronte e sparò.

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L'orologio poggiato sul tavolo della cucina indicava le 3.20 del mattino, le due donne erano appena rientrate in roulotte dopo aver seppellito i cadaveri.

"Ti sei superata" esordì Zulema "Oggi hai davvero superato tutti i tuoi limiti" disse con tono calmo, in quelle parole non c'era orgoglio però, non era felice che la Rubia fosse diventata come lei. Quelle parole sembravano quasi un rimprovero.

"Certo perché tu non hai limiti, tu non hai paura di niente no?" rispose Macarena alzando la voce di un'ottava "Nè della morte nè di nient'altro..." disse voltata si spalle, mentre le sue mani armeggiavano in un cassetto della cucina.

"Perché sono immortale" replicò Zulema con un ghigno sul volto.
Poi i suoi occhi finirono sulle mani della bionda, solo in quell'istante riuscì a riconoscerla, non tutto era perduto. "Fatti di quello che vuoi, ma oggi non dimenticherai" le disse mentre la osservava portarsi un dito sporco di polvere bianca alle labbra.
"Fragile" Era così che la vedeva, quel gesto racchiudeva tutto: la sua insicurezza, il suo voler scappare dalle responsabilità, la paura del cambiamento.

"Non sei stanca di fare la maestrina?" Rispose Macarena non intenzionata ad ascoltarla, lei era l'ultima persona al mondo che avrebbe potuto farle la predica. Si portò nuovamente il dito alla bocca, non voleva pensare al perché lo stesse facendo, aveva bisogno di farlo e basta.
Poi, non soddisfatta, portò il suo dito davanti al volto di Zulema.

"Io passo, lo sai" disse ferma la mora.

"Parli sempre di libertà, di sentirti libera" Macarena sospirò "Ma poi vuoi sempre il controllo su tutto."
Sventolò il dito davanti ai suoi occhi, continuando a provocarla,
"Perché non ti lasci andare?" Suggerì la bionda con sguardo di sfida "Per una volta" aggiunse addolcendo il tono di voce.

Zulema protese il suo corpo in avanti leccandole il dito, mentre una smorfia le compariva sul volto: non le piaceva quel sapore. Non le era mia piaciuto.

Maca soddisfatta di essere riuscita a farla cedere si alzò, spense la luce lasciando solo le lucine natalizie ad illuminare l'ambiente. Infine fece partire la musica, infondo era ancora il primo dell'anno.

Prima che l'ecstacy cominciasse definitivamente a fotterle il cervello ebbe ancora qualche attimo di lucidità, ripensò a quella notte, a come avesse premuto il grilletto senza titubanza.

Si rese conto che non se ne pentiva, o almeno non come avrebbe dovuto "Sto diventando come Zulema" pensò,
mentre una parte di lei ne era quasi disgustata, l'altra fiera di essere giunta a quel risultato.

Spazio autore

Raga scusate questa ripresa delle scene della serie, non avrei voluto fosse così lunga ma mi sono incastrata da sola 😂
Sto cercando comunque di far emergere i loro pensieri, spero apprezziate.
Mi servivano questi capitoli per proseguire la storia che da ora comunque sarà completamente staccata.
Baci 💋

Zulema e Macarena SRLDove le storie prendono vita. Scoprilo ora