15.

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Zulema era sdraiata sul letto, le labbra tenute serrate a fatica "Cos'hai dai ridere?" Chiese alla bionda, mentre lei stessa faticava a nascondere la sua euforia.

"È la prima volta?" Domandò a sua volta Maca con un ampio sorriso stampato sul volto "Si, é la prima volta che provi l'ecstacy" ridacchiò guardando l'effetto che le stava facendo: Zulema Zahir non aveva pieno controllo delle sue emozioni. Un autentico paradosso.

Zulema scosse leggermente la testa e si alzò, sforzandosi di riprendere il controllo di se stessa, per quanto le fosse possibile.
Era la prima volta, ma sicuramente non l'avrebbe ammesso.
"Non mi fa sballare, non mi fa niente" disse con un tono di voce molto meno convincente di quello che avrebbe voluto ottenere.

Maca adorava vederla così, non poteva saperlo prima di quel momento, ma ora lo sapeva: vederla in quello stato, vederla lottare contro se stessa la eccitava terribilmente.

"Niente" scandì Zulema, questa volta però il sorriso sul suo volto era ben evidente.

"Come no" la prese in giro Macarena "Certo niente di niente, perché tu non senti come euforia... empatia, come una specie di... amore verso tutti" la provocò abbassando il tono di voce.

Zulema scosse il capo, un altro dannato sorriso le fece inarcare le labbra, "Dannata LSD!" pensò.

"Sono le tue emozioni preferite" continuò a punzecchiarla la bionda.

"Mi piacerebbe che lo fossero Rubia, ma non credo di riuscire a provare amore, né tanto meno empatia" rifletté Zulema. Odiava questi pensieri, fare i conti con se stessa, la portavano a rivivere il passato e non voleva.
"Quando passa sta merda?" Domandò inarcando un sopracciglio.

Macarena finse di non sentire, avrebbe voluto che  quell'effetto non finisse mai, che quella notte non finisse mai. Non voleva tornare alla realtà, le piaceva stare così, con la testa più leggera di un palloncino.
La sua espressione si fece d'un tratto concentrata, come quando era alla lavagna e il professore le faceva una domanda di cui non ricordava la risposta.
"Sai di cosa ho tanta voglia?"

"Di cosa?" Chiese Zulema non riuscendo a nascondere la curiosità.

"Di toccarti la faccia" le parole uscirono bollenti dalla bocca della bionda, ma mai quanto lo erano le sue intenzioni.

"Cazzo, che palle" Sbuffò Zulema, alzandosi immediatamente dal letto e aumentando la distanza tra i loro corpi. In una situazione normale non si sarebbe alzata, sarebbe rimasta lì a sfidarla con la certezza che non sarebbe stata lei a crollare. Ma quella non era una situazione normale, e lei si doveva allontanare, perché non era convinta di riuscire a trattenersi.

Quando l'acqua gelida bagnò le labbra di Zulema le sembrò di non bere da un'eternità: la bocca secca, le guance rosse, le emozioni impazzite, la testa che girava. Fanculo l'ecstacy.

L'araba se ne stava in piedi, con il suo bicchiere stretto nella mano, cosa sperava di ottenere? Avrebbe dovuto saperlo meglio di chiunque altro, scappare non é mai una soluzione.

Infatti Macarena era di nuovo di fronte a lei, più vicina di prima. Neanche il tempo di un battito di ciglia che l'indice della Rubia già scorreva sul suo naso: centimetro dopo centimetro Macarena si stava prendendo quello che voleva. Le sue mani arrivarono alle labbra dell'araba che involontariamente si schiusero.

Maca abbassò lo sguardo, guardando quelle labbra che aveva sentite umide sotto il suo tocco. Il desiderio di avventarsi sopra di esse e riassaporare Zulema cresceva ogni secondo dentro di lei.

"Non scoperemo stasera" affermò lo scorpione, gli occhi stretti in due fessure attenti ad ogni movimento della sua preda.

"E tu pensi che io voglia scopare con te?" Chiese languida Macarena, reggendole lo sguardo.

Zulema e Macarena SRLDove le storie prendono vita. Scoprilo ora