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La sveglia suonò alle otto, come tutte le mattine, ma Zulema non aveva mai chiuso occhio, la spense al primo squillo. Si tolse le cuffiette che aveva tenuto tutta la notte, ascoltare la musica classica l'aiutava a pensare.
Si stirò leggermente allungando le braccia all'indietro e poi si voltò alla sua sinistra guardando Maca che dormiva accanto a lei.

In quello schifo di casa non c'erano nemmeno due stanze da letto, ma ormai le faceva quasi piacere avere qualcuno con cui dormire. I primi tempi la cosa l'aveva irritata in modo inimmaginabile, al punto che Maca fu costretta a dormire sulla poltrona per un paio di sere, ma adesso sentire un corpo caldo accanto a lei le provocava una sensazione di quasi tranquillità. Una sensazione che non provava da molto.

Quando dormiva sembrava ancora la ragazzina indifesa che aveva conosciuto il primo giorno a Cruz del Sur. Per un secondo pensò di stringerla a se, ma rimase ferma, immobile come le acque di uno stagno. Questi istinti ogni tanto le balenavano per la testa, non sapeva nemmeno lei il perché ma di una cosa era certa: la infastidivano.

Il telefono era ancora aperto sulla rubrica, lo schermo bloccato sul numero di un suo amico di vecchia data o meglio, sul contatto di uno che le doveva un favore. Lo avrebbe chiamato, aveva deciso, era la scelta più giusta per entrambe.

Si tolse la vecchia maglietta XL che usava come pigiama, quella maglietta era il suo pigiama da una vita...
Una delle poche cose a cui teneva veramente, la piegò con attenzione per poi adagiarla sul cuscino. Si vestì velocemente e scese in cucina per preparare la colazione.

I suoi pensieri però non ne vollero sapere di collaborare: erano ancora rivolti ad elaborare le prossime mosse, un'intera nottata in bianco non era sufficiente per una maniaca del controllo come lei. Ma non tutto va sempre come lo hai pianificato e infatti Zulema era talmente soprappensiero che finì per scottarsi la mano con il caffè che stava versando nella tazzina. Corse a mettere la mano sotto l'acqua gelata, non prima però di aver maledetto mentalmente Macarena.
Rubia sei in grado di rovinarmi la giornata anche quando dormi, tu e il tuo dannato caffè macchiato! pensò, incamminandosi verso il bagno, quella giornata era già iniziata con il piede sbagliato e sarebbe proseguita con una mano bendata, di male in peggio sbuffò Zulema.

Finito di medicarsi tornò in cucina, Macarena era già lì: voltata di spalle con una vestaglia di seta che le fasciava il corpo, i boccoli dorati le ricadevano morbidi sulle spalle. Le erano allungati i capelli in quegli ultimi mesi si ritrovò a notare Zulema, non riuscendo a staccarle gli occhi di dosso.

"Buongiorno, Chef!" Esclamò Maca, non curante della discussione avvenuta la sera precedente, "Dormito bene?" Si affrettò però a chiederle temendo che le venisse lanciata la prima cosa che l'araba avesse tra le mani.

Zulema roteò gli occhi al cielo in modo plateale: da un lato infastidita da quell'affermazione, dall'altro contenta che la Rubia avesse ancora voglia di tenerle testa. Ecco il motivo per cui l'aveva scelta, ecco perché era l'unica che potesse vivere con lei senza annoiarla a morte.
"Si" mentì, ma Maca non sembrò notarlo, come poteva pretenderlo... Zulema aveva passato tutta la vita a mentire e ingannare, tanto che se fosse esistita una competizione per questa capacità sicuramente lei avrebbe avuto una mensola piena di trofei.

"Maca fai colazione, poi dobbiamo parlare" Disse ferma Zulema, con tono che non ammetteva repliche.

"Dimmi subito dai, guarda che riesco a fare due cose contemporaneamente" Replicò l'altra incuriosita.

"No, appena hai fatto raggiungimi fuori"

Macarena la vide poi voltarsi e andare verso la porta d'ingresso con passo sicuro. "Zule! É successo qualcosa? Mi devo preoccupare?" L'araba rallentò leggermente il passo e tirò su le spalle, scrollandole velocemente subito dopo, poi senza darle una risposta uscì definitivamente da quella casa.

Macarena aveva voglia di catapultarsi fuori e di farla parlare, ma conosceva la sua socia: quell'assurda convivenza le aveva insegnato, oltre a mettere sempre in ordine le cose che utilizzava, che se Zulema aveva deciso che quella conversazione sarebbe dovuta avvenire fra dieci minuti, non le avrebbe rivelato niente neanche un minuto prima.

Di fare colazione le era comunque passata la voglia, buttò velocemente giù il caffè amaro che aveva nella tazzina e mise apposto la tavola.
Fece passare qualche minuto, mentre nella sua testa stava già pensando al peggio. Non era pronta a lasciarla andare, non ora che avevano trovato una certa stabilità, non ora che dopo anni finalmente non si sentiva più sola.

Certo, non sapeva ancora cosa Zulema dovesse dirle, ma questa era la sua più grande paura: che tutto potesse finire in un istante, proprio come era iniziato.
'Zulema e Macarena SRL the end', il solo pensiero le faceva tremare le gambe e lei che pensava che niente avesse più il potere di destabilizzarla.

Non riuscì a stare un secondo di più in quel buco di cucina, lo spazio stava diventanto troppo piccolo e l'aria le stava incominciando a mancare. Aveva bisogno di risposte.

Spalancò il portone d'ingresso e la vide lì, distesa sul prato, calma e rilassata, il suo respiro si confondeva con il suono del vento.

Spazio autore:

Grazie mille per i commenti, mi fanno veramente molto piacere ❤️
Spero che la storia vi stia piacendo, era una vita che non scrivevo qualcosa ma per le Zulena l'ispirazione era troppo forte.

Zulema e Macarena SRLDove le storie prendono vita. Scoprilo ora