12.

384 41 9
                                    

Maca si alzò dalla sedia mentre una piccola smorfia di dolore le si faceva strada sul volto.

"Ti fa ancora tanto male?" chiese Zulema alzando un sopracciglio nella sua direzione "Leggermente, solo quando faccio movimenti troppo bruschi" rispose l'altra sorridente.

"Allora perché sorridi Rubia?"

Macarena tentennò qualche istante, poi rispose "Mi piace quando ti preoccupi per me" disse scrollando le spalle.

"Non mi stavo preoccupando per te.   Io mi preoccupo della nostra società, con te malconcia non possiamo fare nessun colpo. E niente colpi vuol dire niente divertimento" disse Zulema con un sorriso sfacciato "Tutto sommato possiamo dire che mi stia preoccupando solo di me stessa" concluse mentre con la mancina si portava un fazzoletto alla bocca per pulirsi le labbra sporche di sugo.

Il sorriso della bionda si affievolì a sentire quelle parole, sapeva bene che non avrebbe ottenuto una dichiarazione d'affetto dall'araba ma una parte di lei ci sperava ogni volta, soprattutto dopo quello che era successo tra loro. 

"Giusto giusto" disse la bionda con un po' di delusione che traspariva dal tono di voce. Le diede le spalle, posando i piatti nel lavabo.

Sospirò, pensando che infondo non avrebbe dovuto restarci male, non avrebbe dovuto dare troppo peso a quelle parole. Si doveva affidare ai fatti, e i fatti dimostravano che, nonostante quanto lo scorpione volesse nasconderlo, ci teneva a lei.

"Immagino ti stessi preoccupando solo di te stessa anche quando facevi a pezzi Sinaloa perché pensavi mi avesse uccisa?"

Zulema spalancò gli occhi stupita da quell'affermazione. Guardò la figura esile di Maca voltata di spalle, ringraziando il cielo che da quella posizione non avrebbe potuto notare la sua espressione.

"Ovviamente che mi stavo preoccupando per te biondina, non so come avrei affrontato la vita senza te al mio fianco... ma non mi sembra proprio il caso di dirtelo, altrimenti poi ti monti la testa" pensò Zulema immediatamente.

"Pensavo di aver perso la mia socia" disse invece con tono neutro, strafottente, quasi convincente.

"Oh andiamo Zulema smettila di nasconderti dietro un dito" sbottò Maca irritata da quell'ennesima scusa. "Eri preoccupata per me" sentenziò dura.

Alle sue spalle sentì Zulema sbuffare, come suo solito quando il discorso non le piaceva "Ammettilo" continuò Macarena voltandosi.

"Non devo ammettere proprio niente" ringhio l'araba, alzandosi dal tavolo e stringendo i pugni. Odiava quando qualcuno provava a mettere a nudo le sue emozioni, quello che provava erano solo affari suoi non un argomento di discussione.

"Ma fai sul serio? Fai sul serio Zulema?!" Gridò Macarena ormai fuori di sé. Non era possibile che stesse negando l'evidenza in quel modo, che male ci sarebbe stato a dire che si preoccupava per lei?

"Sei stata tu ad avermi baciato, non ha significato niente nemmeno quello?" Doveva sapere, non poteva più aspettare. Erano passati dieci giorni da quel maledetto bacio e il discorso non era mai stato sfiorato da nessuna delle due, come se non fosse mai successo. Come se non fosse stata la cosa più bella che gli era capitata negli ultimi anni. 'Puf' sparito nel nulla, mai esistito.

Zulema non rispose. I pugni stretti ancora poggiati sul tavolo, lo sguardo fisso sulla biondina davanti a lei. Che avrebbe dovuto risponderle?

"É stato un errore" disse Zulema qualche secondo dopo, senza dare peso alle parole; come un'adolescente alla prima cotta che la dà al ragazzino bulletto e poi si pente quando questo la scarica.

Quelle semplici parole arrivarono al cuore della bionda in un attimo e l'impatto fu più doloroso di tre proiettili in pieno petto.

Si era fidata di Zulema, non aveva esitato a ricambiare il bacio, pensava che quella volta sarebbe stata diversa dalle altre. Si era illusa per un attimo di essere speciale ai suoi occhi.

A quanto pare si sbagliava.

Quella folle ricerca di risposte l'aveva portata ad un passo dall'abisso. Ogni sua certezza si era sgretolata.
"Sono un'idiota" si disse, gli occhi lucidi.

"Grazie per avermi fatto passare il giorno di Natale peggiore di tutta la vita" l'accusò Maca prima di superarla ed uscire dalla roulotte "Dio quanto ti odio Zulema!" imprecò tra sé e sé.

Una volta uscita un vento gelido la fece rabbrividire "Dannazione non ho preso nemmeno il cazzo di giubbotto" pensò ancora più nervosa di prima, allontanandosi a passo svelto dalla roulotte. A costo di morire congelata non avrebbe rimesso piede in quella caravana.

Si strinse nella felpa con le renne che indossava, mentre il suo respiro colorava l'aria. Si toccò le tasche frettolosamente e con sua grande gioia trovò le chiavi della macchina.

Si catapultò nell'abitacolo come ci si catapulterebbe su dei pancake appena sfornati. Accese l'aria calda, subito seguita dalla radio. Non aveva intenzione di pensare ancora a lei.

--

Zulema era rimasta come paralizzata per un paio di minuti, nella sua mente risuonavano le sue stesse parole: 'É stato un errore'.

Sapeva già che sarebbero ronzate nella sua testa per i prossimi giorni, proprio come quando dici una cazzata davanti a tante persone e nei giorni successivi ripensi alla scena provando vergogna.

Avrebbe voluto risponderle in un altro modo, ma era stata presa in contropiede e sentiva di aver già esitato troppo nel ribattere.

Non era pronta per parlare di quel bacio con lei, né tantomeno delle sue emozioni. Non sapeva neanche lei cosa provava.

Lasciò il suo corpo ricadere sulla sedia dietro di lei, finalmente i muscoli si rilassarono.

Aveva passato tutta la vita a difendersi da chiunque, pure dalla sua famiglia, e ora che per la prima volta avrebbe potuto fidarsi di qualcuno non riusciva ancora ad abbassare le barriere.

La testa dell'araba inclinata verso destra fissava la piccola finestra che dava sull'esterno. Maca era lì ma in quel momento le sembrava così distante, ancora una volta l'aveva allontanata.

"É uscita senza giubbotto" pensò d'un tratto scattando in piedi e avvicinandosi alla finestrella per vedere dove fosse andata.

"Farà meno due gradi.. questa é la volta buona che muore congelata" pensò mentre si spostava svelta da finestra a finestra per vedere dove fosse la bionda.

Quando non la vide temette realmente che fosse andata via.

Subito guardò se la moto fosse al proprio posto e un secondo dopo la sua attenzione si rivolse alla macchina parcheggiata qualche metro più in là.

Le bastò l'ombra della sua sagoma per riconoscerla e per tirare un sospiro di sollievo.

"Hai ragione Maca" disse con voce flebile, sapendo che tanto la bionda non avrebbe mai sentito quelle parole uscire dalla sua bocca.

"Mi preoccupo per te, l'ho fatto anche sta volta" ammise esausta, stanca di lottare anche contro se stessa.

Spazio autore

Heyy
Scusate il capitolo leggermente di passaggio ma servono anche questi 😅
Nei prossimi ne vedrete delle belle!
Se vi va fatemi sapere che ne pensate della storia, un bacio ❤️

Zulema e Macarena SRLDove le storie prendono vita. Scoprilo ora