Sesto capitolo

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Quel fatidico 31 dicembre a Puerta del Sol

Macarena odiava i festeggiamenti di fine anno. Non sopportava la gente che si accalcava nelle piazze per fare il countdown e brindare ad un nuovo anno che avrebbe fatto sicuramente schifo tanto quanto il precedente, se non peggio.

Ma quella volta, la sua migliore amica Estefanía l'aveva praticamente costretta ad accompagnarla a Puerta del Sol dove avrebbero passato la notte a bere e divertirsi. Seppur controvoglia aveva accettato. Tutto pur di non doversi sorbire l'espressione da cane bastonato dell'amica e l'ennesimo "Che palle, sei la solita noia!"

Non riusciva davvero a capire cosa ci trovasse di bello la gente nello stare in piedi al freddo ad aspettare che si facesse mezzanotte. Avrebbero tranquillamente potuto attendere al caldo delle proprio case, ma invece no, eccoli lì tutti accalcati come un branco di pecore ad urlare e ubriacarsi.

Niente di più patetico!, pensò la biondina tra sé e sé, senza nascondere minimamente il suo disgusto nei confronti del genere umano.

Mentre Estefanía si sbracciava per farsi notare da un gruppo di ragazzi dall'altra parte della piazza, Maca si guardava intorno spaesata. Come al solito si sentiva un pesce fuor d'acqua.

Estrasse una sigaretta e l'accendino dalla tasca destra della giacca nera che aveva indossato per l'occasione. Quando il fumo le arrivò ai polmoni sentì la tensione sciogliersi leggermente.

Si passò una mano coperta dai guanti sul naso nel tentativo di riscaldarlo un po'. Faceva dannatamente freddo e il suo unico pensiero era la coperta calda ben ripiegata al bordo del suo letto.

L'amica si girò nella sua direzione per assicurarsi che non fosse scappata mentre era troppo distratta ad abbordare quattro ragazzi sulla trentina dall'altra parte della piazza e le disse: "Ehi, Maca, vado a prendere da bere, vuoi qualcosa?"

Macarena fece un altro tiro dalla sua sigaretta prima di risponderle: "Prendimi una coca!"

Estefania sgranò gli occhi guardandola quasi con preoccupazione.

"Una coca? Maca è il 31 dicembre...non vuoi qualcosa di più forte?", chiese cercando di convincerla a prendere un drink alcolico insieme a lei.

La biondina scosse la testa. Non le andava di bere. Anzi, in realtà, non le andava proprio di fare nulla. Estefania scrollò le spalle rassegnata e girò i tacchi in direzione del bar più vicino.

Maca gettò a terra la sigaretta ormai consumata e iniziò a fissarsi le punte delle scarpe. Tutto pur di non doversi guardare ancora una volta attorno e constatare di essere stata messa in trappola dalla sua stessa migliore amica.

Guardò l'orologio e con sollievo si rese conto che erano già le 23.38. Poco più di una ventina di minuti e avrebbe potuto mettere fine a quello strazio. Certo, Estefania avrebbe messo il muso se l'avesse lasciata sola non appena fosse scoccata la mezzanotte, ma a lei non importava. Il suo dovere di amica l'aveva fatto.

Mentre pregava con tutta sé stessa che quei minuti passassero il più in fretta possibile, qualcuno la spinse dandole una gomitata.

"Cazzo, guarda dove metti i piedi!", disse Macarena senza nemmeno alzare gli occhi.

"Attenta a dove li metti tu, biondina."

Nel sentire quel nomignolo si voltò immediatamente per vedere in volto la donna che l'aveva pronunciato. Non poteva che essere lei. Zulema.

La donna mora stava in piedi di fronte a lei con i capelli neri che ricadevano perfetti sulle spalle, una spessa riga di eye-liner che accentuava i suoi occhi meravigliosi facendoli risultare quasi dorati e poi un vestito che lasciò Macarena a bocca aperta e completamente senza fiato.

God is a woman (zurena)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora