Quarto capitolo

483 51 7
                                    

Madrid. Stesso posso, stesso bar (letteralmente)

La verità era che a Macarena quel locale piaceva e anche parecchio. Non le importava se neanche due settimane prima quello stronzo di Fabio, il tizio che aveva rimorchiato in discoteca, le aveva dato buca lasciandola sola a bersi un cocktail che avrebbe volentieri diviso a metà. Le piaceva sedersi lì ogni venerdì sera e aspettare chissà che. Ordinava sempre le stesse cose: un agua de valencia con più vodka che gin e una porzione di patatine fritte.

Dio quanto adorava le patatine fritte!

Si sedeva in un angolo e osservava la gente. A volte le era anche capitato di agganciare qualcuno a caso, come quell'uomo che le aveva offerto quel drink schifoso prima di invitarla a proseguire la serata a casa sua. Aveva riflettuto per un istante se fosse o meno il caso di seguire un perfetto sconosciuto nel suo appartamento, ma alla fine era giunta alla conclusione che per un po' di sesso occasionale avrebbe volentieri corso il rischio.

Macarena non si considerava una ragazza facile, in realtà la sua vita sessuale non era nemmeno niente di spettacolare. Semplicemente le piaceva divertirsi ogni tanto, dimenticare per qualche ora quel senso di solitudine che ormai la avvolgeva da anni.

Sei anni per l'esattezza. Da quel ormai lontano 2009 in cui aveva perso entrambi i genitori in un incidente stradale. Era rimasta praticamente sola, a parte il fratello maggiore Roman. Ma anche lui alla fine dei conti l'aveva lasciata. Dopo essersi sposato aveva deciso di trasferirsi a Valencia con la promessa di tornare in città non appena le cose si fossero stabilizzate, ma poi era nata sua figlia Blanca e aveva deciso di rimanere dov'era, lasciando Maca in balia del suo destino.

Era ormai il quinto venerdì di fila che si presentava al Velvet Club. Ormai poteva essere considerata una sorta di cliente abituale. La cameriera nemmeno le chiedeva più cosa desiderasse ordinare. Non appena la vedeva sedersi a uno dei tavolini si avvicinava con il suo drink preferito. Maca le sorrideva cordiale prima di portare tutta la sua attenzione su quel cocktail che non vedeva l'ora di sorseggiare.

L'unica cosa che era cambiata da quando aveva iniziato ad andare lì era il motivo per cui lo faceva. Se, inizialmente, il suo intento era stato quello di uscire di casa e cambiare aria, da due settimane a quella parte qualcos'altro la spingeva a farsi cinque fermate di metro per raggiungere il locale. Per quanto provasse a non pensarci, non riusciva a dimenticare in nessun modo la donna con la lacrima tatuata che le aveva chiesto l'accendino come scusa per attaccare bottone con lei. Soprattutto non riusciva a cancellare il ricordo dell'istante in cui le aveva pulito la guancia dal mascara colato. L'aveva colta totalmente di sorpresa e per un lungo istante si era persino sentita attratta da lei. Poi, però, se n'era andata e aveva ricacciato quella sensazione in un angolo remoto della sua mente. Non ci aveva più pensato. Era tornata a casa, si era fatta una doccia veloce e si era messa a letto. Solo il mattino seguente si era resa conto che in realtà quell'incontro non l'aveva lasciata indifferente.

L'aveva sognata. Aveva sognato Zulema che le passava una sigaretta già fumata a metà. Lei l'aveva presa per fare un tiro, non tanto per che le andasse di fumare, ma perché desiderava con tutta sé stessa sapere quale fosse il sapore di quella donna.

Al suo risveglio quell'immagine sembrava non voler lasciare la sua mente per nessuna ragione. Persino mentre si recava al lavoro le era sembrato di vederla seduta a qualche posto di distanza sulla metro, poi però guardando meglio aveva capito che non era così. Se quello era il modo del suo cervello di dirle che stava impazzendo, beh sarebbe potuta andarle peggio.

In ogni caso, da quel giorno, si era spesso ritrovata a scrutare la gente intorno a lei con molta più attenzione sperando di incrociare di nuovo quello sguardo enigmatico. Ricercava i suoi occhi in quelli degli altri senza, purtroppo, riuscire mai a trovarla.

God is a woman (zurena)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora