Quinto capitolo

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Calle de Don Ramón de la Cruz, appartamento di Macarena

Avevano percorso le cinque fermate di metro che le separavano dall'appartamento di Maca nel più totale silenzio, senza sapere esattamente cosa dirsi, ma Zulema non aveva mai tolto gli occhi di dosso dalla biondina che nel frattempo si arricciava nervosa una ciocca di capelli attorno all'indice della mano destra.

Quando la voce automatica all'altoparlante aveva annunciato la loro fermata, Macarena si era alzata in piedi sistemandosi la borsetta su una spalla e stringendosi nel cappotto pronta a ripararsi dal freddo che sicuramente l'avrebbe colpita una volta messo piede fuori. Zulema l'aveva seguita ad un solo passo di distanza e quando un uomo le si era avvicinato un po' troppo nel tentativo di salire sul vagone, la donna mora le aveva posato delicatamente una mano sui fianchi stringendola a sé e facendola aderire leggermente al suo corpo. Quel contatto era durato un istante, ma Maca aveva sentito un brivido correrle lungo la schiena. Si era soffermata a pensare a quanto fosse stato piacevole sentire le mani della donna su di sé, ma poi aveva scacciato quel pensiero sentendosi ridicola. Non la conosceva minimamente, ci aveva parlato un paio di volte e ora non solo la stava accompagnando in casa sua, ma sentiva anche una strana connessione con lei.

Quando arrivarono al portone d'entrata, Maca ci mise cinque minuti buoni per trovare le chiavi. Non sapeva se fosse per via della borsa immensa in cui come al solito non riusciva mai a trovare nulla, o se fosse per via della presenza di Zulema che la osservava al suo fianco con uno sguardo divertito mettendola tuttavia in soggezione.

"Hai bisogno di aiuto, biondina?", le chiese ad un certo punto la donna vedendola in difficoltà.

Macarena borbottò qualcosa prima di estrarre vittoriosa le chiavi dalla borsa nera.

Aprì la porta con una mano e lasciò passare Zulema per prima per poi seguirla immediatamente dopo.

Con immensa gioia di Macarena, aprire la porta di casa fu molto più facile che con il portone d'ingresso. Infilò la chiave nella toppa e dopo un paio di clic, si aprì accogliendole con il suo tepore caldo. Fu un sollievo per la biondina potersi togliere il cappotto pesante e non provare freddo.

"Accomodati pure.", disse alla mora indicandole un divanetto malconcio color ocra. "Io vado un attimo in cucina a prendere dei bicchieri. Cosa vuoi da bere?"

Zulema alzò un sopracciglio pensandoci un secondo.

"Dell'acqua andrà benissimo.", disse infine.

Acqua?! Era andata fin lì per bere dell'acqua?

Macarena non riuscì a fermare il sorriso divertito che si formò sulle sue labbra e Zulema non poté evitare di notarlo. Era così bella quando sorrideva che pensò che avrebbe volentieri passato il resto dei suoi giorni ad impegnarsi perché lo facesse in ogni istante.

"Che c'è, ti faccio ridere, bionda?", le chiese sfilandosi a sua volta il cappotto che indossava anche se in realtà era più per bellezza che di vera utilità.

"No, è solo che...sì, beh, insomma, ti sei fatta cinque fermate di metro al freddo per venire fin qui a bere un bicchiere d'acqua?"

Mentre diceva quelle parole, Macarena scoppiò definitivamente a ridere.

"Cosa ti fa pensare che sia venuta qui solo per bere dell'acqua?", le rispose Zulema enigmatica senza lasciar trasparire alcuna emozione sul suo volto.

La biondina si fermò un istante a pensare a cosa intendesse dire e alla fine arrivò alla conclusione che non avrebbe provato a cercare di capirla. Le piaceva il modo in cui la sua figura era avvolta dal mistero. La attraeva la possibilità di non trovarsi per la prima volta di fronte ad una persona del tutto prevedibile.

God is a woman (zurena)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora