Ottavo capitolo

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Appartamento di Zulema, circa mezz'ora più tardi

Con estrema sorpresa di Macarena, l'appartamento della misteriosa donna mora non distava molto dal centro della città. Avevano percorso un paio di isolati senza guardarsi in faccia, nemmeno una volta, nemmeno per sbaglio. Zulema aveva camminato in silenzio davanti a lei facendole strada fino a quando ad un tratto si era bloccata sul posto. Macarena per poco non le era finita addosso.
Facendole un cenno del capo le aveva indicato una porta scura sulla destra e insieme si erano avviate verso l'ingresso di quello che la biondina catalogò come "Appartamento di Zulema".

La mora girò la chiave nella serratura che con uno scatto secco si aprì. Una volta dentro, Maca si strofinò le mani l'una contro l'altra per riscaldarle dato che risultavano intorpidite dal freddo di gennaio, poi iniziò a guardarsi attorno incuriosita.

"Fai pure come fossi a casa tua.", le disse la mora. "Io vado un attimo in cucina a prendere un paio di bicchieri e del...vino? Ti va?", chiese.
Macarena annuí, poi la vide sparire lungo il corridoio che separava l'atrio e il salotto dal resto della casa.

Approfittò di quel momento di solitudine per studiare l'ambiente circostante. Il piccolo salottino era perfettamente in ordine e stranamente spoglio. Non c'erano foto o quadri di alcun tipo appesi alle pareti. Sul tavolino di vetro scuro al centro della stanza era appoggiato un semplice posacenere d'argento e il telecomando del televisore al plasma posizionato di fronte ad un divano di pelle nera.
Sulla destra c'era una libreria alta, completamente vuota.

Maca rimase a fissare quel mobile spoglio per un lungo momento fino a quando, dietro di lei, Zulema si schiarì la voce per far notare la sua presenza.
La biondina sussultò prima di rendersi conto che la mora la stava osservando già da un po'.

"Che c'è?", chiese Maca ad un tratto rompendo quel silenzio che ora iniziava ad infastidirla.
"Sputa il rospo!", rispose Zulema semplicemente.
"Come scusa?"
Macarena faticava sempre a capire cosa volesse dire. Era così tremendamente enigmatica quella donna.

La guardò confusa.

"Chiedimi quello che vuoi sapere!"

Macarena esitò.

Le aveva letto nella mente per caso? O era solo brava ad interpretare le micro espressioni della gente?

"Io mi stavo solo chiedendo per quale motivo una donna che può permettersi un appartamento in centro a Madrid non abbia nemmeno uno straccio di decorazione in salotto?"

Zulema rimase in silenzio continuando a fissarla con un'espressione indecifrabile.
Maca temeva di averla offesa in qualche modo e cercò di riformulare la frase.

"Quello che intendo è...è..."

Si sentì stupida per aver dato voce ai suoi pensieri nonostante fosse stata la mora a chiederglielo per prima.

"Lo so cosa intendevi dire.", disse Zulema togliendola dall'imbarazzo. "Hai guardato la libreria e ti sei chiesta cosa ne faccio se non possiedo nemmeno un libro."

Detto questo si avvicinò a lei di qualche passo e Macarena deglutì a fatica la saliva. Era già la seconda volta quella giornata che la mora le faceva quel tipo di effetto.

Zulema rise.

"Non mi servono i libri. Conosco già tutte le storie."

Questa volta fu il turno di Macarena di ridere.

"E questo che vorrebbe dire scusa? Non puoi aver letto tutti i libri del mondo. È impossibile."

Zulema fece un altro passo verso di lei prima di sedersi mollemente sul divano di pelle invitandola con un gesto della mano a fare lo stesso.
Maca lo fece e si sedette al suo fianco.

God is a woman (zurena)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora