Nono capitolo

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Tre settimane più tardi

Dopo che la biondina aveva lasciato casa sua, Zulema si era ripromessa che non l'avrebbe cercata mai più. Era tutto dannatamente sbagliato. Provava qualcosa per lei, anche se ancora non le era chiaro cosa. La sua unica certezza era che non avrebbe dovuto sentirsi in quel modo. La storia non doveva ripetersi. Non di nuovo. Non dopo ciò che era accaduto a Mireya.

Così aveva ripreso le vecchie abitudini. Era tornata a cacciare. Si era nutrita a tal punto che avrebbe potuto fare a meno di rifarlo per le successive due settimane senza sentire i crampi allo stomaco o i sintomi dell'astinenza. Eppure non riusciva a smettere. Uccidere quei poveri mortali era l'unico modo di mettere a tacere le voci nella sua testa. O meglio: la voce.

La sua mente era sintonizzata su un'unica frequenza: il suono della voce di una certa biondina che in quel momento se ne stava sdraiata sul divano di casa sua dall'altra parte della città.

Quel "dimmi che ci rivedremo" la tormentava. Desiderava così ardentemente rivederla, e chissà, forse anche toccarla. Ma ogni volta che formulava quel pensiero usciva di casa in cerca della prossima vittima. Non c'era fine al suo tormento.

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Mentre la mora si torturava costringendosi a stare alla larga dalla biondina, Macarena faceva lo stesso, ma nell'unico modo che conosceva: buttandosi tra le braccia di qualche sconosciuto rimorchiato in un club il venerdì sera. Andava sempre nello stesso posto - il loro posto - perché in cuor suo sperava che un giorno l'avrebbe rivista entrare da quella porta con i suoi occhi dorati e bellissimi e il sorriso strafottente che la contraddistingueva.

Ma ormai erano passate tre settimane.

Tre settimane di silenzio.

La mora sembrava essere sparita.

Macarena avrebbe voluto raggiungerla sotto casa ora che sapeva dove trovarla, ma si era ripetuta che non era il caso, che se l'avesse voluta, l'avrebbe cercata. Inutile forzare la mano.

Quello che entrambe non sapevano è che il destino trova sempre un modo per riportare l'ordine e nel loro caso lo fece in un modo del tutto bizzarro a detta di Maca.

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Un giorno, di ritorno dal suo monotono lavoro in ufficio - faceva la contabile - Macarena trovò un volantino incastrato sotto al tappeto piazzato di fronte alla porta di casa. Si era chinata a raccoglierlo con l'intenzione di buttarlo via, ma poi aveva deciso di leggerlo prima di sbarazzarsene.

Era la pubblicità di un party a luci rosse al Paradise organizzato per il sabato successivo.

Guardò velocemente il calendario.

Mancavano due giorni e pensò che dopotutto non le sarebbe dispiaciuto divertirsi un po'. Non che avesse mai partecipato ad eventi del genere, però sarebbe stato divertente per una volta. Avrebbe chiesto ad Estefanía di accompagnarla e si sarebbero fatte una bella bevuta e chissà, magari avrebbero anche rimorchiato qualcuno più giovane di loro. Un ottimo modo per spegnere il cervello per qualche ora.

Così mandò un messaggio veloce all'amica.

<< Io e te, sabato questo al Paradise, che ne dici? Ci stai? >>

La risposta non tardò molto ad arrivare.

<< Claro, a che ora? >>

Maca digitò l'orario: 22.00 puntuale.

L'amica rispose con un pollice alzato.

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God is a woman (zurena)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora