Madrid, 2015
Era una giornata di dicembre qualsiasi. Madrid era illuminata a giorno dalle lucine di Natale nonostante fossero già le 23. Zulema gettò uno sguardo veloce verso il cielo nero e privo di stelle mentre con una mano si portava la sua immancabile sigaretta alle labbra per fare un tiro. Era un vizio che si portava dietro da qualche anno ormai. Aveva iniziato durante il suo breve soggiorno ad Amsterdam, dov'era stata per un paio di settimane e niente di più, e da allora non aveva mai smesso. Non poteva di certo definirla una dipendenza. Per quelli come lei non esistevano cose del genere, però le piaceva la sensazione del fumo che le entrava nei polmoni. Era semplicemente gradevole.
Quella sera non era a caccia. Non ne aveva bisogno. Si era nutrita un paio di giorni prima con il cuore di un giovane madrileno il cui unico sbaglio era stato quello di mettersi sulla sua stessa strada. L'aveva agganciato fuori da uno squallido mini market e gli aveva chiesto un accendino. Il ragazzo affascinato dalla sua incredibile bellezza non ci aveva pensato due volte e le aveva passato il clipper che teneva tra le mani prima di intavolare una banale conversazione che di solito con le altre ragazze sembrava sempre funzionare. Avevano parlato una decina di minuti e poi Zulema, come da consuetudine, aveva tagliato corto invitandolo ad andare da lei per divertirsi un po'. Inutile dire che l'unica a divertirsi fu lei, mentre il povero malcapitato dopo un paio di whiskey e una mano nei pantaloni si ritrovò steso sul letto con il petto squarciato in due mentre Zulema trionfante mangiava il suo cuore con voracità.
Dopo quel pasto si era sentita abbastanza rinvigorita da decidere che non avrebbe avuto bisogno di cacciare per almeno altri cinque o sei giorni.
Non aver bisogno di nutrirsi però non significava che sarebbe rimasta chiusa nel suo appartamento per una settimana intera. Decisamente troppo noioso, soprattutto ora che aveva scoperto un nuovo passatempo. Le piaceva, infatti, uscire quando il cielo iniziava ad imbrunire e infilarsi nel primo locale o ristorante non troppo affollato. Si sedeva in un angolo, ordinava qualcosa da mangiare e una bibita e poi rimaneva a guardare le persone intorno a lei. Le scrutava, le ammirava, le leggeva. Proprio così, riusciva a leggere in qualche modo i loro pensieri. Ma non come facevano vedere in quegli stupidi film sui vampiri in cui riuscivano a sentire ciò che passava per la mente delle loro vittime, lei decifrava le loro anime con un solo sguardo.
Nel locale che aveva scelto per quella serata c'era ogni genere di essere umano. C'era l'uomo tozzo e basso sulla destra seduto ad un tavolino con una donna di gran lunga più giovane di lui a cui non fregava un cazzo di ciò che lei stava dicendo perché il suo unico intento era portarsela a letto; c'era il ragazzino con i capelli neri e unti che guardava estasiato la sua fidanzatina, probabilmente la prima della sua vita, e che sicuramente stava pensando al miglior modo per impressionarla e per farla sentire a suo agio; c'era poi una donna bionda seduta da sola in fondo al locale che guardava malinconica fuori dalla piccola finestrella posta a fianco del suo tavolino. Quella donna aveva catturato l'attenzione di Zulema sin dal primo momento. Era l'unica a non essere accompagnata da nessuno eppure non sembrava felice di essere lì da sola. Zulema pensò che stesse aspettando qualcuno, probabilmente il fidanzato, e che l'uomo avesse deciso di non presentarsi lasciandola lì a riflettere sul perché avesse deciso di mettersi proprio con un coglione del genere.
La cosa curiosa di quella bionda era che a differenza di tutti gli altri presenti lei sembrava indecifrabile. Un'enigma che accese l'interesse di Zulema ancor di più. Provò ad affinare i suoi sensi per provare a capirla, ma niente sembrava funzionare. La sua mente e la sua anima erano impenetrabili, quasi avesse una corazza intorno a sé a proteggerla.
La dea la vide incrociare le braccia al petto e sbuffare. Le venne da ridere alla vista del suo sguardo imbronciato. Sembrava quasi una bambina.
La donna bevve l'ultimo sorso del suo cocktail prima di alzarsi e dirigersi a passo svelto verso il bancone per pagare prima di andarsene. Quando si voltò per uscire, il suo sguardo incrociò per un attimo quello di Zulema che non le aveva mai tolto gli occhi di dosso. Non si soffermò troppo ad ammirarla. Anche in questo era diversa dal resto. Solitamente chiunque, uomo o donna che fosse, quando vedeva Zulema si fermava a fissarla.
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God is a woman (zurena)
FanfictionZulema è una divinità (letteralmente), Maca una semplice umana. Sembrano così diverse eppure sono perfette l'una per l'altra. Tuttavia, niente è davvero come sembra.