Undicesimo capitolo

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12 ore prima, appartamento di Macarena

Dopo la telefonata di Zulema, Macarena aveva trascorso i 45 minuti successivi a chiedersi per quale motivo la mora avesse cambiato idea nell'arco di poco meno di due ore.

Si era forse sentita in colpa? Improbabile.
Anche lei provava qualcosa nei suoi confronti? Forse.

L'unica cosa certa era che per la prima volta da molto, troppo tempo, Macarena sentiva finalmente di poter provare qualcosa di diverso dalla noia o dalla tristezza. Zulema aveva fatto scattare qualcosa in lei, come una specie di interruttore, che l'aveva spinta dalla modalità "apatia" alla modalità "felicità ed eccitazione".

Due ore prima dell'incontro, mentre rovistava nella piccola cabina armadio in cerca di qualcosa da mettersi, la biondina si sentì come una ragazzina che aveva a che fare con la sua prima cotta. Sentiva le farfalle nello stomaco, l'ansia di incontrare la donna da cui ormai senza ombra di dubbio si sentiva attratta e soprattutto, non aveva idea di cosa aspettarsi da quell'appuntamento. Zulema era così misteriosa, così imprevedibile, che le era praticamente impossibile immaginarsi uno scenario qualsiasi.

Una parte di lei era fermamente convinta che la mora avesse deciso di contattarla per scusarsi prima di lasciarla di nuovo. Ma una piccola, minuscola vocina nella sua testa le diceva che Zulema la desiderava tanto quanto lei e che quella sera finalmente sarebbe stata il punto di svolta.

Scelse un mini abito nero che le avrebbe lasciato la schiena completamente scoperta a parte un paio di intrecci all'altezza delle scapole, e un paio di scarpe col tacco con il cinturino dorato che si chiudeva con una piccola clip a forma di scorpione. Aveva comprato quell'outfit per il compleanno di Estefanía un paio di anni prima, ma a causa di una terribile intossicazione alimentare non aveva potuto partecipare e il vestito era finito nell'angolo in fondo della cabina armadio. Mentre si ammirava allo specchio non potè fare a meno di pensare a quale effetto avrebbe avuto sulla mora nel momento in cui l'avesse visto. Se stava cercando un modo per strappare una reazione qualunque a Zulema, quel mini abito era di certo un buon punto di partenza.

Entrò nel bagno che dava sulla camera da letto e si guardò allo specchio. Aveva dormito poco, ma grazie al cielo non aveva le occhiaie. Si passò un sottile velo di fondotinta per coprire un paio di imperfezioni ai lati del viso, prima di passare agli occhi che truccò con dell'ombretto color oro, una sottile linea di eye-liner e del mascara.

Per le labbra optò invece per un rossetto liquido color prugna.

I capelli biondi rimasero sciolti in una cascata di onde naturali che le ricadevano morbide sulle spalle nude.

Soddisfatta del risultato tornò in camera e si sedette un attimo sul letto. Guardò l'orologio appeso alla parete. Segnava le 19.53.

Calcolò che per arrivare in tempo all'appuntamento sarebbe dovuta uscire di casa intorno alle 20.30 o poco prima. Decise che sarebbe partita con una decina di minuti di anticipo, giusto per essere sicura dato che la metropolitana di Madrid la domenica sera, per qualche strano motivo, era sempre in ritardo.

Quando arrivò il momento, afferrò il cappotto e la borsetta prima di uscire di casa chiudendo la porta a chiave.

Ore 21.00, "puntuale"

Improvvisamente sentì che tutta la sicurezza che aveva creduto di avere fino a quel momento, ora la stava abbandonando.

E se Zulema non si fosse presentata?

Impossibile. Era stata lei ad invitarla. Non le avrebbe di certo dato buca.

Giusto?

God is a woman (zurena)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora