Facilis descensus averno, la discesa all'inferno è facile.
Queste erano le parole scolpite nella grossa porta di pietra nascosta in un vicolo di Madrid celato agli occhi degli esseri umani. Il mondo era tappezzato da quei varchi nascosti che solo chi possedeva il dono poteva vedere.
Zulema si trovava ora di fronte ad uno di essi chiedendosi quante tempo ci sarebbe voluto per portare a termine la sua operazione di salvataggio. Aveva vagliato ogni possibilità. Nel peggiore dei casi, il vecchio Dio della Morte non le avrebbe concesso ciò che desiderava, appellandosi a qualche vecchia legge divina a cui più nessuno faceva riferimento da secoli, se non millenni.
Nel migliore dei casi, invece, avrebbe salvato Macarena e per una volta nella sua lunga esistenza avrebbe creduto nella giustizia degli dei.
Sapeva che la seconda opzione era notevolmente più improbabile della prima, ma il Signore dell'Oltretomba le doveva un favore. Aveva tenuto nascosto un segreto per suo conto ed ora era giunto il momento di usarlo per ottenere ciò che voleva.
Avrebbe scambiato la vita di Macarena con il silenzio. Un accordo perfetto all'apparenza, ma complicato nella pratica perché se c'era una cosa che gli dei sapevano fare meglio era proprio raggirare coloro con cui avevano stretto un patto. Bastava una piccola clausola, una scappatoia per riportare il potere nelle loro mani.
Zulema lo sapeva benissimo. Era cresciuta con loro. Era una di loro.
La porta si aprì facendo un rumore assordante, come per magia. Non c'era nessuno dall'altra parte ad accoglierla.
"Meglio così.", pensò.
Si affrettò ad entrare prima che si richiudesse con un tonfo. Si guardò attorno per un attimo e ricordò per quale motivo nessuno visitava mai il Regno dei morti, se non per necessità. Era un luogo squallido, che odorava di stantio, in cui l'unica forma di vita - se così si poteva definire - era l'antico Dio che vi risiedeva in compagnia della sventurata moglie.
Scese gli scalini stretti che portavano verso il basso, nel sottosuolo, e più si inoltrava là sotto, più sentiva crescere la sensazione di disperazione che impregnava quel posto. Per qualche strano motivo si sentiva sollevata, come se l'essere lì fosse già un traguardo di per sé. Ogni passo verso il basso era un passo verso Macarena.
Quando raggiunse l'ultimo piano, non ci volle molto prima che la voce del Dio che stava cercando scuotesse le pareti con tutta la sua forza. Tutto rimbombava laggiù, persino il suo stesso respiro.
"Che ci fai qui, Astarte?", lo sentì chiedere, ancor prima di riuscire a mettere a fuoco la sua figura.
Si schiarì la voce e per un secondo il suono che uscì dalle sue labbra le sembrò come nuovo, come se si stesse sentendo per la prima volta. Aveva dimenticato come le percezioni cambiassero radicalmente nel mondo degli Dei.
"Lo sai perché."
Era vero, lo sapeva. Sapeva ogni cosa, proprio per questo era lui ad essere il custode di quel luogo tanto spaventoso.
"Immagino tu sia qui per la bella biondina arrivata pochi giorni fa.", rispose semplicemente.
Zulema annuì.
"Lo sai che non posso farci niente."
Lo disse in tono bonario, quasi stesse parlando ad una vecchia amica e in qualche modo era così. C'era stato un tempo in cui Astarte era stata la sua migliore amica, la sua unica alleata. Ma quel tempo era finito e ora più nulla li legava.
"Non puoi o non vuoi, Damian?", chiese la dea, chiamandolo per nome per ricordargli che lei non era una qualsiasi, che era la stessa divinità che gli era stata accanto per secoli quando nessun altro l'aveva fatto.
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God is a woman (zurena)
FanfictionZulema è una divinità (letteralmente), Maca una semplice umana. Sembrano così diverse eppure sono perfette l'una per l'altra. Tuttavia, niente è davvero come sembra.