Capitolo 22|| Free in someone's arms.

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Aspetta, aspetta, aspetta. Cosa? Cerco di staccare le labbra di Emiliano dalle mie, mi fanno ribrezzo. Non in senso che fanno schifo, ma sanno da fumo, non sono morbide perfette e in pratica sono diverse da quelle di Lorenzo. Semplicemente.

Cerco di respingerlo con tutte le forze, spingendolo dal suo petto muscoloso e, finalmente, riesco a staccarlo da me. Ovviamente con l'aiuto di qualcuno. Quel qualcuno.

Con uno strattone vengo alzata dal divano e, senza un motivo preciso, corro e mi nascondo in bagno. Chiudo la porta a chiave e striscio con la schiena su di essa. Non ho paura, non ho rancore, non mi sto esattamente nascondendo. Forse si. Ma non per un valido motivo. Quel bacio, disgustoso, mi ha tipo cambiato. Com'è accaduto? Come è potuto accadere? E poi mi metto a piangere. In silenzio. E senza un valido motivo. Cosa mi sta succedendo?

"Bea." Bussa ripetutamente alla porta e dalla voce sembra Mel.

"Cosa c'è?" Dico trattenendo il respiro. E le lacrime. E i singhiozzi. Tutto. Qual'è il mio problema?

"Apri." Mi sposto e apro la porta, ritrovando una ragazza bionda dalla faccia preuccupata e pronta per stringermi in un abbraccio.

"Bea? Perché piangi? Cos'è successo?"

Chiede preuccupata prendendomi dalle spalle.

"Mel, davvero, non lo so. Vorrei tanto capiro anche io sinceramente." Appoggio la fronte alla sua spalla.

"È successo qualcosa in particolare che non mi hai raccontato?" Ci sediamo sul freddo pavimento piastrellato.

"Mel, non so. È accaduto come un flash, quando Emiliano mi ha baciata. Era come se la mia bocca non aveva trovato ciò che cercava davvero, e ha respinto tutto. Ero e sono così abituata alle labbra di Lorenzo, che è come se al posto dello zucchero stessi assaggiando sale. Non so, succedono troppe cose strane e forse sono solo esausta. Forse dentro mi è cambiato qualcosa. Tipo ora sento che mi manca qualcosa. Qualcosa di importante. Non ho più il controllo delle mie emozioni e a volte mi sento quasi mancare. È tipo solo uno stupido crollo emotivo, vedrai che tra dieci minuti sarà passato. Il problema è lo squarcio che c'è in me ora. Non è un dolore al petto, ma è come se non mangiassi da giorni. Sento come se nessuno potesse aiutarmi. Forse qualcuno può aiutarmi. Ma ti giuro, non lo so. Forse la capirò solo quando la vedrò. Tipo come l'amore. Solo se lo vedi lo capisci. Ti si avvicina e ti colpisce. Ma non con la freccia di Cupido. Fa più male. Ma forse sono solo stanca ed esausta, ecco tutto." Mi sfogo con la mia amica in cerca di capire tutti i miei pensieri confusi e veloci che mi si formano in testa.

"Bea, so cosa ti succede. Hai bisogno di amore. Hai bisogno di innamorarti e di sentirti di una persona. Hai bisogno di sentirti libera tra le braccia di qualcuno." Mi spiega facendo un contatto visivo con me. I suoi sono psicologi e lei ne capisce molto più di me.

"Ma Mel, chi?"Sospiro esasperata, ormai delle mie poche lacrime, c'è solo il riflesso.

"Second-" Viene interrotta da qualcuno che bussa alla porta e che si rivela successivamente aprendola. È Lorenzo. Dio il mio cuore, fermati.

"Come stai?" Domanda timido. Mel si alza intanto e esce, così da lasciarci da soli.

"Bene." Fingo.

"Come stai?" Prova a richiedere come se quello che ci siamo detti prima non avesse senso, e anche guardandomi attentamente negli occhi.

"Di merda." Guardo in basso e lui mi accoglie in un abbraccio caldo e comodo.

Passiamo così due o tre minuti, solo noi, abbracciati.

"Lorenzo posso chiederti una cosa?" Domando timidamente alzando lo sguardo dal suo petto.

"Certo." Mi sorride dolcemente.

"Perché, si sai, perché in questo ultimo periodo non, bhe, non mi ha più baciato?" Osservo attentamente le piastrelle bianche lucide, quadrate con un lato di più o meno 8 centimetri.

"Pensavo ti dasse fastidio." Quasi se lo chiede.

"Ah." Commento soltanto. Uh, una di queste mattonelle ha una piccola spaccatura su un lato di un triangolo irregolare, mostrando il granito ruvido sotto. Interessante, no? Beh sicuramente meno imbarazzante.

"Perché me lo hai chiesto?" Mi domanda dopo un po'.

"Perché prima sembrava che volessi solo baciarmi e invece ora non mi baci più, non so se hai capito. Anzi non capisco io, scusami sono stupida." Mi offendo da sola.

"Ehi." Mi prende il mento con due dita, alzandomelo. "Non sei stupida." Mi rassicura con uno sguardo comprensivo.

Gli sorrido e guardo di nuovo per terra. Traccio tutte le linee tra le varie mattonelle, pensando al perché li è ancora qui tra i miei crolli.

"Lorenzo?" Chiedo piano, quasi sottovoce, spostando lo sguardo alla parete davanti a me.

"Uh?" Sussurra girando lo sguardo contemporaneamente al mio per guardarci negli occhi.

"Posso baciarti?" Sorrido flebilmente. Mi mancano eccessivamente troppo le sue labbra.

"Certo." Sorride anche lui.

E dopo dei secondi stati ad ammirare il suo sorriso, attacco le nostre labbra. Lingue successivamente al lavoro, mi accorgo che è la prima volta che lo voglio davvero. Non mi vuole solo lui. Lo voglio anche io. Lo voglio in un bacio pieno di amore e bisogno. Amore? Bisogno? Eh si.

E dopo uno dei baci più belli della mia vita, ci stacchiamo e rimaniamo abbracciati, senza un motivo preciso. Ma sinceramente niente ha un senso. Ti innamori per caso, scopri le cose per caso, muori per caso. Niente ha senso. E sinceramente, qui, tra le sue braccia e il battito del suo cuore sotto il mio orecchio, mi sento libera tra le braccia di qualcunaltro.

NON SO SE IL CAPITOLO HA SENSO,  ma sinceramente come ho detto, niente ha senso. Questo l'ho scritto in un'ora, più che altro per sfogarmi. Si mia sorella è una stronza. Dovevo teoricamente aggiornare l'altra ma proprio non ce la facevo.

Ah volevo dire, se non rispondo a tutti i commenti non prendetemi per snob. Prima guardavo quanti cazzo di commenti il mio cellulare non segna e mi dispiace ma ora è troppo tardi.

Comunque, notte. State bene. Spero che dal capitolo si capisca un po l'intenzione e non volevo sembrare una di quelle ff dove piangono in continuazione.

Vi voglio bene.

Ciao

Hope || Lorenzo Ostuni Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora