Capitolo 84- Scopriamolo

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Taehyung e Jungkook avevano trascorso tutto il pomeriggio a visitare quel tempio e lo spazio al suo intorno. Erano rientrati solo quando effettivamente il sole era già sceso da un po' e l'aria cominciava a farsi più fredda. Non avevano più parlato di ciò che Jungkook aveva raccontato , ma egualmente si poteva notare come ciò aveva cambiato i due ragazzi. Non si erano distaccati, anzi forse gli aveva uniti più di prima. 

Jungkook si sentiva finalmente libero, da tempo cercava di far uscire quelle parole che aveva tenuto rinchiuse dentro di se con paura. Una paura dettata dalle percosse del padre, ma aveva capito ormai che con Taehyung quella minaccia non l'avrebbe più raggiunto. 

E Taehyung di fatto aveva compreso come fossero simili. Entrambi tenevano dentro troppi segreti mai svelati, ma che pian piano, forse con costanza e pazienza, avrebbero trovato le forze per renderli meno pesanti. In un certo modo riusciva a capire il minore. Certo suo padre non gli aveva mai alzato le mani, eppure dopo tutto ciò che aveva subito forse era meglio ricevere quelle stesse percosse piuttosto ciò che lo aveva colpito nel profondo portandolo a quel suo comportamento.

 Sì, Taehyung lo sapeva, aveva un pessimo carattere. Basta riflettere su quei momenti in cui la sua ira predominava o lo stesso fatto che era un fottuto amante del piacere carnale. Non ci poteva fare niente, fino a qualche tempo prima, forse giorni, era ciò che lo distraeva dalla sua malata mente. Non che fosse pazzo, tutt'altro. Per quello che aveva dovuto affrontare era perfino troppo sano. Sì, lo sapeva bene.

Era cresciuto con una personalità duale proprio perché si era trovato in mezzo ad un conflitto di interessi, potremmo dire. Da un lato la sua splendida madre dai valori unitari e sacri come quello della famiglia, dell'amore, della bontà. Gli stessi segni che si potevano leggere suo sorriso quadrato, unico aspetto che da lei aveva ripreso. E poi, sull'altro lato, quel padre dai vizzi assurdi, uomo più sadico che il mondo potesse conoscere. Fin da quando era bambino tutti lo associavano a quell'uomo. Effettivamente lui aveva l'aspetto fisico del padre. Se messi a confronto attraverso delle fotografie riprendendo quella del padre alla sua età erano davvero due gocce d'acqua. Eppure Taehyung negava fino alla morte quel fatto, non avrebbe mai voluto essere lui. Ma il padre sapeva giocare troppo bene le sue mosse in quell'assurdo gioco per manipolare lo stesso figlio. Voleva farlo diventare il suo degno erede non tenendo conto però di ciò che effettivamente Taehyung voleva essere. Sì perché nonostante tutto il ragazzo aveva ripreso forse troppo il carattere della madre. L'unico errore del Signor Kim è stato quello di non tener conto ciò. 

-TaeTae tutto bene?- gli chiese Jungkook.

Si trovavano nella piccola saletta tradizionale dove era posizionato il basso tavolo tipicamente giapponese, quello dove la signora Younim gli aveva servito il tè la prima sera. Avevano di fatto cenato lì piuttosto che al grande tavolo del soggiorno solo perché Jungkook era effettivamente curioso di provarlo. In quel momento si trovavano solo loro due in quanto il signor Seongwoo era salito al piano di sopra e Younim invece stava ancora lavando i piatti in cucina. I due ragazzi si erano proposti di dargli una mano, ma lei rifiutò perché voleva che risolvessero i loro problemi co gli amici. Di fatto stavano aspettando l'ora prestabilita per la videochiamata.

Taehyung annuì alla domanda del minore- Sì stavo solo pensando-.

-A cosa? C'è qualcosa che non va?- .

-Nono- gli circondò la vita, dato che sedevano vicini, con l'intendo di abbracciarlo. Jungkook poggiò subito la testa sulla sua spalla.

-Pensavo di avere solo io un padre di merda- disse dopo.

-Tuo padre non ti ha mai picchiato-.

-Alcune volte sarebbe stato meglio- rivelò con uno sguardo amaro.

Ananke: The FateDove le storie prendono vita. Scoprilo ora