Capitolo 10-Dammi un bacio

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Alla fine i ragazzi erano veramente usciti dal laboratorio e aspettavano gli altri due.

-Possiamo avere una spiegazione? - chiese a quel punto Namjoon ai due amici di Jungkook, i quali si guardarono preoccupati. Era giusto dirlo? D'altronde era una cosa privata e che riguardava Jungkook.

Taehyung osservava la scena nel suo angolo con il contenitore pieno di cibo tra le mani, se doveva essere cacciato dal suo laboratorio tanto valeva approfittarne no?

Yoongi sospirò – Il padre di Jungkook non è il padre migliore del mondo mettiamola così, ma non vi posso dire niente di più-.

I due ragazzi compresero quelle parole e si limitarono ad annuire. Anche Taehyung, in disparte, aveva colto l'essenza che il corvino aveva voluto trasmettere. Si chiese quando il padre lo avesse picchiato e se gli fosse successo già altre volte. Era impossibile che lo avesse fatto prima di quel lunedì, altrimenti se ne sarebbe accorto durante il loro incontro serale. 

"Probabilmente è accaduto dopo che l'ho lasciato a casa sua" pensò il rosso mentre portava alle labbra le bacchette. Alzò lo sguardo dal contenitore ai due amici di infanzia di Jungkook, che guardavano preoccupati la porta chiusa, chissà cosa i due ragazzi lì dentro si stavano dicendo.

...

Jungkook ora rimessosi in piedi non aveva il coraggio di guardare il maggiore. Jin non era arrabbiato per il fatto in se per se, ma lo era perché il minore gli aveva mentito.

-Scusa Hyung- disse tremante e sull'orlo delle lacrime Jungkook.

Jin sospirò - perché non hai voluto dircelo? -.

-I-io...- fu titubante il ragazzo.

-Jungkook tutte le volte che tuo padre ti ha picchiato noi ci siamo sempre stati...Adesso dimmi il perché non ce lo hai detto- quelle parole non erano dette con tono arrabbiato, più che altro Jin era deluso. Deluso dal fatto che il minore continuava a voler tenere tutto per se, non si rendeva conto che loro erano qui per lui e che ci sarebbero sempre stati.

- Mi avete sempre ascoltato, mi avete sempre aiutato, siete stati la mia ancora di salvezza in queste anni, ma non posso accollarvi i miei problemi, devo risolverli da solo-.

-Come? Tacendo? Jungkook non c'è niente di male a chiedere una mano, soprattutto in queste occasioni-

-Ma Jin, io non ho altra scelta che subire-

-No Jungkook, tu...-

-Si Hyung quante volte mio padre l'ha fatto, ho perso il conto ormai, ed è mai cambiato qualcosa? – urlò mentre le prime lacrime incominciavano a cadere.

-Vivo con la perenne paura di fare qualcosa di sbagliato agli occhi di mio padre, quando alla fine sono i suoi ad essere oscurati dal gioco, dall'alcool e da chissà cosa-.

-Jungkook...- provò ad interromperlo Jin.

-Ho sempre vissuto così. Cosa sarebbe cambiato una volta detto che mio padre di nuovo ha alzato le mani su di me? -.

-Niente Hyung perché non abbiamo mai potuto fare niente e tu lo sai bene. Quante volte ci abbiamo provato e tutti ci hanno voltato le spalle? Persino mia madre! -.

Fu Jin ad abbassare la testa questa volta, consapevole di quella verità. Era la sua più grande colpa, non poter far nulla per il suo piccolo amico. Anche lui stava versando qualche lacrima.

-Ormai so che devo conviverci e vivrò così fin quando non arriverà quel giorno che mio padre esagererà-.

Che brutta cosa da dire, vero? Ma era quello che Jungkook sapeva che sarebbe successo. Un giorno suo padre avrebbe esagerato. Come ne era consapevole Jungkook allo stesso modo lo era Jin, ed era proprio questo che non accettava, ci doveva essere qualcosa al mondo che avrebbe evitato quella fine al povero ragazzo.

Ananke: The FateDove le storie prendono vita. Scoprilo ora