Jungkook si era ritrovato a percorrere quel lungo corridoio dell'ala E dell'edificio di moda. Si era fatto spiegare per bene da Namjoon come raggiungere il luogo dove il marito faceva lezione dato che ci aveva messo piede una sola volta ed essendo onesti non aveva fatto proprio caso alla via, si era limitato a seguire Jimin quel giorno, aggiungendo anche il fatto che alla fine non era neanche uscito da quel posto con le proprie gambe.
Di fatto mentre percorreva quel corridoio si ritrovò a pensare a quel giorno di esattamente due settimane fa, quando suo marito e i suoi amici scoprirono che il padre lo picchiava, dovette però ammettere che Namjoon e Jimin furono discretissimi, cioè non gli chiesero nulla di quel fatto e per questo li ringraziava.
Era così arrivato davanti all'ingresso di quel laboratorio, ricordò come Jimin era entrato senza bussare, lui avrebbe dovuto fare lo stesso? Oppure avrebbe dovuto bussare? Se c'erano altre persone dentro oltre al marito? Per questo motivo Jungkook si affacciò ad una delle finestre che davano su quella stanza. Si appoggiò ad una scoprendo che essa non era bloccata, l'aprì lentamente e lo vide esattamente come quel giorno. Concentrato ad analizzare centimetro per centimetro di quella stoffa che aveva fra le mani, le quali si muovevano abilmente tra tutte quelle pieghe, sapevano ciò che facevano, sembravano così audaci. E vogliamo parlare del suo bellissimo viso contratto in quell'adorabile smorfia di disappunto dovuto ad uno spillino che non era stato messo al posto giusto. Jungkook poteva rimanere le ore a guardarlo lavorare, era così... così lui in quegli attimi.
Eppure come un bellissimo sogno che viene interrotto proprio sul più bello dal freddo suono della sveglia, anche Jungkook venne riscosso dal suo stato di ammirazione proprio da Taehyung.
Il rosso di fatto si era voltato proprio in quel momento per prendere una spilla da balia ma si bloccò quando vide il marito lì fermo alla finestra. Si guardarono per un tempo che pareva indefinito, d'altronde il maggiore non si aspettava di trovarlo lì.
Jungkook abbassò la testa colpevole, era stato colto in flagrante a guardarlo.
- Scusa non ti volevo disturbare, ma Jimin era impegnato ed ha chiesto a me di portarti il pranzo-.
Ok forse non era andata proprio così ma poco importava adesso, no?
Taehyung lo guardò ancora per qualche secondo prima di dire - Potevi entrare tranquillamente, forza!- lo invitò di fatto ad entrare con un cenno del capo.
Jungkook titubante aprì la porta entrando subito dopo, posò la busta sul tavolo di fronte al ragazzo.
-Va bene se la lascio qui?- chiese ricevendo un cenno positivo da parte del marito.
-Se devi restare lavati le mani- si curò però di dire.
Per qualche motivo Jungkook non poté fare a meno di sorridere a quelle parole - Sarai impegnato, forse è meglio che vada...-.
-è successo qualcosa di particolare oggi a mensa?- domandò al contrario Taehyung riportando però l'attenzione al manichino.
Il minore rimase a guardarlo e sorrise di nuovo mentre si dirigeva verso il lavabo per lavarsi le mani.
-Oh vediamo...- iniziò a parlare mentre prendeva il sapone - Ho detto agli altri di sabato ed hanno accettato- si sciacquò le mani - Certo che però potevi pure dirmi che era il compleanno di Jimin, che figura!-.
-Oh già è vero- si ricordò il rosso mentre posizionava quella spilla da balia - me ne ero dimenticato, devo dedurre che vi abbia detto anche di venerdì-.
-Sì -rispose Jungkook avvicinandosi di nuovo - ti sei dimenticato anche di quello?-
-Mi mandò un messaggio lunedì ma tra una cosa ed un'altra- alluse a quello che avevano fatto quel giorno in quell'università.
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Ananke: The Fate
Hayran KurguAnanke, ovvero la necessità, il fato. Jeon Jungkook, ragazzo semplice e insicuro, sarà costretto dal Fato a sposare Kim Taehyung. Kim Taehyung, ragazzo complicato e playboy indiscusso, sarà costretto dal Fato a sposare Jeon Jungkook. Due perfetti...