Jimin si era ripreso o almeno era quello che continuava a dire ad Yoongi così da convincerlo a farlo tornare nella stanza. Di fatto è quello che fecero entrambi, il corvino non voleva lasciare da solo il ragazzo, forse data l'esperienza con Jungkook aveva paura che facesse delle stupidaggini.
Yoongi si era posizionato da un lato della stanza appoggiato al muro all'opposto di Jimin, che si era di nuovo seduto sul letto, ammettendo a se stesso di essersi calmato almeno un pochino. L'immagine di Bogil appiccicato a lui era ancora viva nella sua mente così come lo era impressa nel suo corpo, sentiva ancora quella mano toccarlo da per tutto. Però quella sensazione si soprapponeva a quella provato poco prima, le mani di Yoongi, che aveva notato essere molto grandi di quanto si aspettasse, lo curavano delicatamente avendo quasi paura di fargli male.
Era una situazione che in qualche modo lo aveva rassicurato, che gli aveva fatto capire di essere finalmente al sicuro.
-Grazie- ruppe di nuovo il silenzio Jimin che pian piano stava riacquisendo la sua voce, non era più rotta dai singhiozzi e nemmeno tremante, certo non era la sua voce squillante ma qualcosa che almeno gli si avvicinava.
Yoongi lo guardò - Non devi ringraziarmi, chiunque lo avrebbe fatto-.
-Ne sei sicuro? - si portò le gambe al petto circondandole con le braccia - ho urlato tanto e nessuno mi ha sentito o non volevano sentirmi- si ritrovò a sottolineare.
-Se non ci fosse stati tu ed Hoseok a quest'ora...- d'istinto chiuse gli occhi come spaventato da quella possibilità.
-Non ci pensare, non è successo...- ripercorse anche lui ciò che aveva visto fare da quel ragazzo sul povero Jimin - A proposito chi era?-.
Forse aveva posto una domanda stupida, o meglio non doveva proprio porre quella domanda dato che il biondo si rabbuio.
-Lascia stare...- ma venne interrotto dall'altro.
-No, è giusto che tu lo sappia- sospirò Jimin nascondendosi però tra il suo corpo - si chiama Jo Bogil ha sempre cercato... di...-
-Ho capito- si precipitò a dire il corvino, non avrebbe voluto gravare ancora sul minore ma era tanto curioso di sapere alcuni fatti che non gli tornavano. Tuttavia non avrebbe fatto altre domande.
Jimin fu grato e sorpreso dal fatto che il corvino riuscisse a capire quelle sue esigenze. Infondo poteva solo comprendere che era una persona di gran cuore nonostante volesse apparire indifferente, ecco in quello gli ricordava lo stesso Taehyung.
"Oh Taehyung..." si ritrovò a pensare il biondo "chissà che casino combinerà appena lo verrà a sapere".
La sua attenzione, però venne richiamata dalla piccola busta arancione posta sopra il comò di quella stanza. Era rimasta silenziosa e accantonata in quell'angolo aspettando che il proprietario si ricordasse di essa, perdonandolo infondo se non l'avesse fatto, o almeno fino a quel momento.
-Hyungnim...- richiamò di fatto.
-Cosa c'è?- Yoongi era rimasto nella stessa posizione iniziale.
-Ecco...vedi quella busta arancione?-
Il maggiore spostò lo sguardo su di essa annuendo subito dopo.
-C'è il regalo...-
-Quello che più desideri?- quasi se ne era scordato.
-sì...- annuì poggiando il mento sopra le ginocchia - puoi vederlo se vuoi...-
La curiosità di Yoongi ebbe la meglio, o forse voleva solamente iniziare un'altra conversazione in modo che il biondo si distraesse. Andò verso l'oggetto frugando in essa, ma lì dentro c'era solo un qualcosa di rettangolare o quadrato, al tatto non riusciva a dirlo, ma una volta tirato fuori Yoongi si stupì non credendo ai pochi occhi.
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Ananke: The Fate
FanfictionAnanke, ovvero la necessità, il fato. Jeon Jungkook, ragazzo semplice e insicuro, sarà costretto dal Fato a sposare Kim Taehyung. Kim Taehyung, ragazzo complicato e playboy indiscusso, sarà costretto dal Fato a sposare Jeon Jungkook. Due perfetti...