16. CAPITOLO

1.8K 71 3
                                    

Ci ritroviamo soli con la direttrice, vuole parlare con me.

E: Ditemi direttrì.
D: Eduà dimmi come ti sei fatto male.
E: Non sono affari suoi. Ora posso andare?
M: Eduà calmati e parla con la direttrice.
E: Comandà io non ho nulla da dire. Ho solo voglia di andarmene in cella.
D: Eduà ma con te, come devo fare?
E: Direttrì volete sapere con me come dovete fare? Chiedetelo a mia madre, lei mi ha cresciuto. Con questo per me si puó concludere la parlata.

Massimo e la direttrice si guardano e noto che Massimo, fa una specie di segnale per far capire che ora come ora non puó fare nulla, ma che deve lasciarmi andare in stanza a calmarmi.

D: Va bene, hai vinto tu. Ti lascio andare, ma non in cella, ti lascio scendere dagli altri. Passerai anche tu la nottata fuori.
E: No, io me ne vado in cella. Non avete mai "perdonato" nessuno prima di una punizione, mo com'è? Io sono come tutti gli altri. Se gli altri quando vengono penalizzati eseguono le loro punizioni, bene lo farò anche io. Mi avete detto di passare tutta la nottata in cella? Bene lo farò! Tanto solo non saró, ci sarà il comandante e il mare di notte da guardare, quindi buona serata direttrì!

Non aspetto neanche la risposta della direttrice, giro le spalle e mi dirigo verso la mia cella. Io non capisco perché questo atteggiamento diverso di tutti nei miei confronti. Sono sicuro che questa cosa che devo scoprire è la risposta a questo mio dubbio. Ma se risolve questo mio dubbio, vuol dire che riguarda qualcuno qua dentro, in particolare modo il comandante. Lui c'è sempre, ed è l'unico, che insieme alla direttrice, ha un comportamento diverso e me lo fanno anche notare, cosa che non fanno le altre guardie. Appena arriverò in cella, voglio fare qualche domanda a Massimo, quei due non me la contano giusta. Siamo appena arrivati in cella, e in tutto il tragitto io ho solo pensato e Massimo non mi ha mai rivolto la parola.

E: Massimo posso chiederti una cosa?
M: Dimmi Eduà.
E: Ma tra te e la direttrice c'è qualcosa?
M: Ora no, ma c'è stato!
E: E come mai è finita?
M: Eravamo troppi piccoli Eduà, pensieri diversi, ma la cosa che ci ha portato a lasciarsi è stata una sua decisione.
E: Cioè? Sempre se me lo puoi e vuoi dire.
M: Ti posso dire qualcosa, ma non posso dirti tutto. Era rimasta incinta, io quel bambino lo volevo, mi sentivo pronto di diventare padre, di avere una famiglia con lei, ma lei no. Portó avanti la gravidanza per tutti i mesi, e al momento della nascita, lo lasció in ospedale. Io le sono stato accanto per tutti i 8 mesi della gravidanza.
E: Come 8 mesi?
M: Si Eduà. A 8 mesi ebbe un problema, che la portó automaticamente a partorire, altrimenti avrebbe perso il bambino.
E: Che strano anche io sono nato a 8 mesi, per dei problemi.

Veniamo interrotti dall'arrivo di Stella in cella.

S: Posso?
M: Certo che puoi, vieni Stella. Vi lascio soli, dovreste parlare tutti e due.

Massimo ci lascia soli, facendomi l'occhiolino. Questo è il mio momento, ma prima devo capire perché sta qua.

E: E tu, che ci fai qua? Non dovevi stare giù con gli altri?
S: Non ha senso stare giù.
E: Stella spiegati meglio.
S: Senza di te nulla ha un senso. Stare giù e non vedere te, non vedere i tuoi meravigliosi occhi, non ha senso per me. Se per stare con te devo stare chiusa in una cella, bhe lo faccio.

Non ho parole, mi ha spiazzato.

S: Che c'è Eduà non rispondi?
E: No e che sono rimasto senza parole. Questa tua dichiarazione, mi ha spiazzato!
S: Lo so che giù, ti posso essere sembrata una con la puzza sotto al naso, ma è solo per difendermi, per non farmi male di nuovo, in caso di un rifiuto.
E: Vieni qua.

Me l'abbraccio come non mai. La sento che trema.

E: Ehy tutto ok?
S: Si tranquillo.
E: Sicura? Stai tremando, hai freddo?
S: Eduà mai come stasera, fa un caldo impressionante, posso mai avere freddo? Tremo perché non mi sarei mai aspettata una cosa del genere da parte tua. Sei sempre stato cattivo, e hai sempre fatto capire che di me non te ne importasse niente.
E: Sediamoci che parliamo un po'. Letto di sopra, vista mare? O letto di sotto, vista muro?
S: Ovvio. Letto vista mare.
E: Perfetto. Allora vieni qua che ti do una mano a salire.

Il mio riflesso~ Edoardo ConteDove le storie prendono vita. Scoprilo ora