Chandra decise di spendere il pomeriggio di quello stesso giorno in giardino. L'aria di inizio novembre era fresca e pungente, segno che di lì a poco sarebbe arrivato l'inverno.
Era seduta sotto a un albero, dedita al riposo dopo un pranzo decisamente troppo abbondante per lei, e reggeva il taccuino pieno di scritte, schemi e disegnini pratici con la mano destra. Stava cercando di ripassare quanto appuntato in quel primo mese di studio, com'era solita fare ogni giorno durante quella fascia oraria.
Il Fuoco era stato un elemento abbastanza complesso da imparare: fra questo e Chandra non c'era stata grande sintonia magica, soltanto una sensazione di benessere da parte di lei dopo l'uso. Almeno, però, poteva vantare un successo: dopo la prima lezione con il rivale, non aveva più riportato danni fisici.
Lo stesso non si poteva dire per Arthur e l'Acqua: la sua Cura improvvisata era riuscita piuttosto bene, benché fosse la prima messa in atto. L'unico problema era che, essendo ancora inesperto, l'incanto non era durato molto e il dolore all'arto era tornato più in fretta del previsto.
Chandra cercava di posizionare il braccio nel modo più confortevole possibile sul grembo, ma non c'era verso: la spalla doleva e le dita rigide si muovevano a malapena. Considerando che lei era mancina, l'infortunio rappresentava un grosso problema.
«S-signorina!» Una vocina tanto squillante quanto inconfondibile attirò la sua attenzione.
Chandra nascose la pagina piena di appunti sul Fuoco dietro la schiena e alzò il viso, incrociando gli occhi nocciola dell'altra ragazza. «Ciao, Adhara.» L'ultima volta che l'aveva vista era stata al Tempio del Sole, quella mattina. «È andata bene con la Sacerdotessa?»
Adhara sobbalzò e poi, dopo essersi gettata sulle ginocchia, le tappò la bocca con entrambe le mani. «Signorina, non deve dirlo ad alta voce: siamo in pubblico.»
Chandra si scostò le mani di dosso. «Non c'è nessuno qui.»
«Ha ragione, signorina. Lei è così sveglia.» Ridacchiò forzatamente, con lo sguardo basso. «E spero anche comprensiva...» bisbigliò. Si stava torcendo le dita, un vano gesto di sfogare l'ansia.
«Cosa dovrei comprendere, Adhara?»
«Quello che ha visto, signorina», pigolò lei. «Avrei dovuto aspettare di più e non fare di testa mia. Mi scusi.»
«Non devi mica parlarne con me.»
«Invece sì! È stata scagliata contro a un muro per colpa mia!» piagnucolò Adhara. «Se non vi avessi interrotte, non sarebbe successo nulla.»
Chandra sospirò. «Non importa, tanto la discussione era già calda di suo.»
«Quindi... non ce l'ha con me?»
«No, Adhara.» Il che era vero: Chandra non era arrabbiata con lei, al massimo si sentiva delusa. Le tante moine rivolte al cognome si erano rivelate, per la seconda volta, false. E la parvenza di amicizia che avevano instaurato serviva solo a giurarsi di non riferire segreti al Reverendo. Per il resto, erano due sconosciute.
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Come Aria e Terra
Fantasy👑 Vincitrice Wattys 2022, Fantasy 👑 Essere una Noyer porta tante responsabilità, e Chandra non ne è mai stata più certa nella vita: lei, fra tanti, è stata scelta come accolita della Luna per rappresentare il suo Ordine. Ciò che le viene chiesto d...