14.1 Artie

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E giunse anche dicembre, portando con sé i geloni invernali

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E giunse anche dicembre, portando con sé i geloni invernali.

Il clima bretone non era dei più ospitali in quel periodo dell'anno, soprattutto nella zona montuosa dov'era ubicato il Monastero. Ma i residenti non avevano mai faticato ad abituarsi al repentino cambio di temperatura, grazie al sistema di riscaldamento ideato dall'Ordine del Sole.

Se negli ambienti comuni o in quelli gestiti unicamente dal Sole si respirava un piacevole tepore già da una settimana piena, lo stesso non si poteva dire di quelli dedicati alla Luna: i suoi fedeli preferivano congelare, piuttosto che fare affidamento su Aria e Fuoco per scaldarsi.

Arthur Leblanc non aveva mai prestato attenzione alla faccenda. E avrebbe continuato a non farlo, se due giorni prima Chandra non gli avesse confessato di patire il freddo durante la notte e di faticare a prendere sonno. Da lì, trovare una soluzione per lei era diventato il suo obiettivo principale.

La prima persona a cui Arthur aveva esposto il problema era stata Nova. L'amica, tuttavia, gli aveva sconsigliato di preoccuparsene perché, sue testuali parole, alla Luna sta bene così.

Scartata l'idea di far dormire Chandra con lui, perché lei non avrebbe mai accettato, Arthur era stato costretto a ripiegare sui monaci quella mattina. Solo che, quando aveva chiesto loro aiuto, non immaginava che Alya si sarebbe subito messa in mezzo per dargli una dimostrazione pratica. O che si sarebbe trovato incastrato in camera con lei per un'abbondante mezz'ora, sforando nella fascia oraria mattutina che di norma dedicava agli incontri con Chandra.

Arthur sospirò e si passò una mano sul viso, mentre Alya girovagava per la sua stanza e ripeteva cose che già lui sapeva. Non gli interessava sentire quant'era complesso accendere il Fuoco nella fornace sotterranea ogni mattina e indirizzare l'Aria calda all'interno dei canali, o che le fessure dove filtrava il tepore erano sempre nascoste lungo il perimetro delle stanze: voleva sapere ben altro.

D'un tratto, Arthur si schiarì la gola. E Alya si bloccò.

«I canali d'areazione coprono tutto il Monastero, ho capito bene?»

La monaca annuì e si aggiustò gli occhialoni tondi sul naso. «Sì, arrivano ovunque; soltanto il Tempio del Sole è escluso, perché non avrebbe senso riscaldare una stanza senza una parete, e gli alloggi del Guardiano hanno un impianto tutto loro.»

«Quindi anche i dormitori della Luna, giusto?»

Alya annuì ancora. «Persino l'Osservatorio è coperto. Ma tanto sono zone che non vengono mai attivate, quindi dirottiamo su di noi il calore che spetterebbe a loro.» Allargò occhi e sorriso. «Vedessi il calduccio che c'è nel dormitorio delle monache.»

Arthur forzò un sorriso imbarazzato. «Anche qui dentro si sta bene, quindi posso immaginarlo. Comunque, tornando al discorso di prima, le varie aree dell'impianto sono comunicanti? Non è possibile, che ne so, riscaldare una singola stanza per volta?»

Come Aria e TerraDove le storie prendono vita. Scoprilo ora