1. Cerimonia

1.4K 121 733
                                    

 Bretagna, dipartimento Ille-et-Vilaine, 31 agosto 2017

Oops! Questa immagine non segue le nostre linee guida sui contenuti. Per continuare la pubblicazione, provare a rimuoverlo o caricare un altro.

 Bretagna, dipartimento Ille-et-Vilaine, 31 agosto 2017


Se c'era una parola che poteva descrivere Chandra Noyer, quella era senza ombra di dubbio perfezionista. Lo si poteva notare dal modo in cui programmava le sue giornate, dalla sua smania di compostezza e dalla pettinatura sempre impeccabile. Ironia della sorte, proprio quell'ultima le stava causando maggiori problemi, aumentando via via i minuti di ritardo.

E quel giorno Chandra non poteva permettersi di arrivare in ritardo.

«Accidenti», imprecò lei. L'ennesimo tentativo di acconciarsi la chioma si era rivelato fallimentare.

Incrociò il proprio riflesso allo specchio, lanciando uno sguardo d'accusa in direzione dei capelli. Nulla, quella sera non volevano proprio saperne di stare a posto. Per un attimo, valutò l'ipotesi di lasciarli sciolti, ma l'idea di andare in giro con quel cespuglio fuori controllo sulla testa non le andava a genio.

«Serve una mano?» disse una vocina alle sue spalle.

Chandra poté incontrare gli occhi blu dell'intrusa tramite lo specchio. «Elara, ti ho detto che non devi entrare in camera mia.»

La sorellina non sembrò offendersi, anzi, si avvicinò e le sfilò la spazzola dalle mani. «Lasciala a me o faremo tardi. E non possiamo fare tardi: oggi è il tuo giorno speciale.»

Chandra sbuffò. Il suo giorno speciale, certo, come se lo avesse deciso lei.

«Ecco fatto!» esclamò Elara facendo un passo indietro. «Coda di cavallo: pronta.»

Chandra si osservò, girando il viso a destra e a sinistra. Doveva ammettere che la sua sorellina aveva fatto un buon lavoro: i capelli mossi erano stati legati in una coda di cavallo alta; due ciuffi frontali sfuggivano alla stretta del nastro nero, incorniciandole il viso pallido e gli occhi color carbone. Sì, tutto sommato era soddisfatta.

«Allora grazie.» Chandra si alzò dalla sedia. Nonostante i sette anni di differenza, era alta quanto la sorellina minore, con la sola differenza che quest'ultima, crescendo, l'avrebbe sicuramente superata sia in centimetri che in forme. «Andiamo?»

Ancora più emozionata, Elara non se lo fece ripetere due volte: le afferrò la mano e la trascinò fuori dalla stanza.

Chandra si ritrovò a correre per il corridoio del piano superiore, rischiando di sbattere un paio di volte contro i mobili e di inciampare sul tappeto rosso, e senza alcuna speranza di far rallentare la sorellina, dato che questa stava ignorando tutti i richiami in merito. Fu solo quando venne il turno delle scale che la piccola mollò la presa e la maggiore fu libera di scendere per conto proprio.

Finita la rampa, le due sorelle si ritrovarono in salotto – luogo che faceva anche da sala pranzo. Se non fosse stato per l'arredamento rubato al secolo precedente, o per le cianfrusaglie collezionate dalla madre nelle vetrinette a muro, sarebbe stato più facile per Chandra apprezzare quella zona della casa. Invece, complici le cornici in ottone che costellavano le pareti, trovava l'ambiente inguardabile.

Come Aria e TerraDove le storie prendono vita. Scoprilo ora