7.2 Terra

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Passò un'intera giornata senza che i due rivali parlassero fra loro, con la conseguente perdita di una lezione

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Passò un'intera giornata senza che i due rivali parlassero fra loro, con la conseguente perdita di una lezione. Si videro di sfuggita solo all'ora dei pasti, momenti in cui erano comunque costretti a ignorarsi.

Chandra non poteva negare a se stessa di essere confusa e preoccupata: la loro collaborazione si era interrotta o era solo in pausa?

Per quanto l'orgoglio le avesse fatto impiegare delle ore prima di ammetterlo, sperava nella seconda: dopo tutto l'impegno messo nelle prime due settimane di studio, nonché nell'organizzarsi, le sembrava davvero uno spreco annullare tutto per un misero battibecco.

Nonostante i buoni propositi, Chandra attese comunque un'altra mezza giornata prima di decidere cosa fare. Era convinta che il primo passo verso le scuse lo avrebbe fatto Arthur, magari prendendola da parte durante un momento morto.

Dato che non si creò mai la situazione da lei sperata, nel pomeriggio Chandra andò ad appollaiarsi sotto a un albero nel giardino d'ingresso, dove sapeva avrebbe trovato Arthur in compagnia di Nova, per facilitagli il lavoro.

Per quasi due ore, Chandra rimase a osservarli a qualche metro di distanza, nascosta dietro al libro che aveva diviso lei e il rivale la notte precedente. Il dettaglio che notò di quei due, a parte lo spintonarsi a vicenda, fu il rapporto eccessivamente confidenziale che avevano instaurato in sole sei settimane: andava ben oltre quello richiesto dalla tradizione.

L'unica spiegazione che Chandra riuscì a darsi non sarebbe piaciuta ad Adhara.

Non appena vide Nova rientrare in Monastero, Chandra chiuse il libro e lo mise di lato, già pronta a ricevere e accettare le scuse di Arthur. Tuttavia, il ragazzo si distese sull'erba e prese a scarabocchiare qualcosa sull'album, fingendo di non sapere che Chandra fosse lì.

Fu solo allora, dopo essere rimasta a fissarlo per un minuto pieno, che Chandra comprese che il rivale non aveva la minima intenzione di fare il primo passo.

Sospirò. Se non voleva gettare al vento tutti i progressi fatti e quelli ancora da fare, avrebbe dovuto prendere lei l'iniziativa.

Riprese il manuale sulla Terra fra le mani e si diresse a passo svelto da Arthur, decisa a chiarire quella situazione una volta per tutte.

«Come posso aiutarti?» chiese lui, decisamente scocciato, quando lei gli fu abbastanza vicina da proiettare la propria ombra sul suo viso.

«Dobbiamo parlare», annunciò Chandra, sedendosi anche lei sull'erba.

«Non c'è molto da dire: un mese e mezzo fa ti sei arrabbiata perché ho insultato il tuo Ordine e ieri hai fatto la stessa cosa con il mio. Parecchio ipocrita, non credi?»

Sì, detta in quei termini suonava parecchio ipocrita e, se si considerava il punto di vista di Arthur, anche offensiva: Chandra se ne era accorta già dalla notte precedente, subito dopo aver dato fiato alla bocca.

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