15.3 Parigi

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Chandra si affacciò al parapetto, inspirando l'aria notturna parigina

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Chandra si affacciò al parapetto, inspirando l'aria notturna parigina. Per concludere la serata, i due rivali avevano fatto una lunga passeggiata e si erano fermati sul ponte che attraversava la riva destra della Senna.

«Spero tu ti sia divertita», disse Arthur, alle sue spalle.

Facendosi forza con le braccia, Chandra si issò sul muretto così da guardare il ragazzo in faccia; lui si frappose fra le sue gambe. «Tantissimo. Non ti ringrazierò mai abbastanza.»

Arthur le cinse i fianchi. «Non devi, infatti. Vederti felice era tutto ciò che volevo.»

Chandra sorrise e abbassò lo sguardo, portandosi un ciuffetto bianco dietro l'orecchio. «Be', sappi almeno che penserò a questa serata tutto il giorno, quando sarò a casa mia.»

«Quanto starai via?»

Chandra fece spallucce. «L'Ultimo Plenilunio dura una notte intera. Se mia madre non mi costringerà a parlare con l'intera comunità, conto di tornare il ventotto mattina.»

Arthur le lasciò un bacio sulla fronte, facendola trasalire. «Mi mancherai.»

«Esagerato», ridacchiò Chandra. «È appena un giorno; non ti accorgerai nemmeno che non ci sarò.»

«Me ne accorgerò, invece», affermò Arthur. «Nell'esatto modo in cui ho patito la tua assenza per tutto il mese.»

Chandra sospirò. Se ripensava al fatto di averlo archiviato in funzione dei propri doveri – scelta inutile, dato che al momento del bisogno era corsa comunque da lui – si sentiva davvero ingrata. «Mi dispiace, non potevo fare altrimenti.»

«Lo so.» Arthur si spostò con le mani all'altezza dei reni. «Però mi dispiace comunque aver sprecato il nostro ultimo mese insieme.»

«Se vuoi, quando ritornerò, posso parlarti del mio Ordine come promesso», tentò di risollevarlo Chandra, mettendo l'accento su uno dei termini rimasti in sospeso dal loro accordo. «Tanto, dopo aver saltato la lezione di oggi, non credo che Dundra abbia più voglia di sopportarmi.»

Contro ogni sua aspettativa, l'espressione perplessa di Arthur non mutò. «Okay, così staremmo insieme gli ultimissimi giorni prima dello scontro. Ma dopo? Ci hai mai pensato a cosa succederà dopo aver decretato il Guardiano?»

Chandra tentennò. In verità ci pensava più spesso di quanto Arthur potesse credere, solo che non era mai giunta a conclusioni positive. A prescindere dal vincitore, il nuovo Guardiano avrebbe avuto così tanti impegni sulle spalle da non avere tempo per un semplice amico – o amica – dell'altro Ordine. Al massimo, i due ex-rivali si sarebbero scambiati un saluto dal fondo del trono in veste di Guardiano e fedele.

«Non... non lo so», sospirò Chandra. «Penso che vedremo sul momento.»

«Ascoltami, io ho capito che per adesso non vuoi nient'altro che un'amicizia.» Arthur le mise due dita sotto al mento e le alzò il viso, costringendola a guardarlo negli occhi. «Però io vorrei comunque arrivare a Pointe du Ciel con la certezza di averti al mio fianco, qualsiasi cosa succeda fra noi.»

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