22. Scontro

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N.d.A. Il capitolo è lungo ma indivisibile.

Bretagna, dipartimento Ille-et-Vilaine, 1 gennaio 2018

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Bretagna, dipartimento Ille-et-Vilaine, 1 gennaio 2018


Non c'erano parole per descrivere Chandra Noyer in quel momento: quella ragazza era stata svuotata. Non aveva più giudizi o pensieri da esternare: era diventata un automa a malapena cosciente.

Ma, più di ogni altra cosa, era stanca. Che la causa fosse l'intera situazione o l'insonnia della notte precedente non aveva importanza: non ce la faceva più. E, paradossalmente, era solo l'inizio.

La mattina del primo gennaio era passata in fretta. Dopo essersi svegliata, Chandra aveva fatto le valigie ed era tornata a casa. Non aveva incrociato Arthur neppure per sbaglio: il rivale aveva tolto il disturbo prima di lei.

Era assurdo, del tutto incomprensibile: la notte precedente, si erano persi l'uno nel corpo dell'altra, nei loro sentimenti finalmente sbocciati, e ora era come se non si conoscessero. Come se non avessero condiviso niente.

Chandra era seduta alla specchiera, con i gomiti poggiati sul tavolino e il viso retto dai pugni chiusi. Stava guardando il proprio riflesso. I suoi stessi occhi dall'iride nera, come le profonde scavature che li circondavano, la stavano accusando e lei, dal lato opposto del vetro, li lasciava fare.

Di lì a poco, lo scontro sarebbe iniziato.

Di lì a poco, le sorti dei due Ordini sarebbero inevitabilmente cambiate.

Di lì a poco, Chandra Noyer sarebbe diventata una bambola in mano a terzi.

Sentì il fiato farsi corto, il cuore galoppare con prepotenza, la mente viaggiare in cerca di soluzioni alternative che non esistevano.

Aveva già fatto il possibile raccontando tutto sia alla famiglia sia ad Arthur, senza ottenere risultato in nessuno dei due casi. Perché tentare ancora? Perché continuare a cercare sbocchi in un vicolo cieco? Non c'erano soluzioni: bisognava solo attendere lo scontro e, una volta avuto l'esito, agire di conseguenza.

Finora, l'unica arma concreta a disposizione era la vittoria; solo tramite questa Chandra avrebbe potuto prendere tempo, conoscere dal vivo l'Ordine del Sole e gestire in prima persona i problemi che sarebbero sorti.

Sì, vincere. Doveva concentrarsi unicamente su quello.

Sospirò e spostò lo sguardo verso il letto. Il completo che avrebbe dovuto provare almeno otto ore prima era ancora richiuso nella scatola dov'era arrivato. Chandra non aveva avuto il coraggio di aprirla, ancora affetta dalla codardia della sera precedente.

Un gemito lagnoso scappò dalle sue labbra. Chandra incrociò le braccia sul banchetto e vi nascose il viso.

Perché tutto le stava precipitando addosso proprio il giorno dello scontro? Perché le era stato concesso il privilegio di illudersi e abbassare la guardia se, tanto, le sarebbe stato strappato via proprio la notte più importante della sua vita?

Come Aria e TerraDove le storie prendono vita. Scoprilo ora