Tre giorni di reclusione, settantadue ore di immersione nella propria mente.
Da quando Chandra era tornata in Monastero, si era rifiutata di incontrare chiunque. Non aveva neanche presenziato ai pasti, preferendo nutrirsi soltanto delle merendine portate da casa.
Il motivo era semplice: se avesse visto anche solo un incantatore della Luna – monaco, fedele o Reverendo era indifferente – avrebbe rigettato una quantità incivile di bile acida. E, di sicuro, non poteva girovagare fra i corridoi della struttura senza aspettarsi di beccarne almeno uno. Quindi era molto meglio evitare il problema alla base.
In ogni caso, non era certa che quelli avessero notato la sua assenza: con ogni probabilità erano stati troppo impegnati a gongolare per l'imminente separazione dal Sole e non avevano avuto tempo di preoccuparsi di chi avrebbe dovuto accontentarli.
L'idea che la promessa Chandra Noyer, salvatrice dell'Ordine, potesse essere morta di fame non li aveva neanche sfiorati: a loro bastava sapere che lei avrebbe portato a termine il piano studiato per loro col Reverendo senza influenze nocive; il resto era tutto superfluo.
Lei era un elemento superfluo della sua stessa storia.
Chandra sbuffò e si lasciò cadere, a braccia aperte, sul letto.
Pensare non la stava aiutando: ogni opzione scartata ne apriva di nuove, finendo sempre in un circolo infinito di ruminazione mentale.
Peraltro, neanche forzarsi all'isolamento stava sortendo gli effetti desiderati: percorrere chilometri in tondo, da un'estremità all'altra della stanza, si stava rivelando solamente uno spreco di energie.
La verità era che Chandra non riusciva a ragionare con lucidità. E, proprio quella notte, non riuscire a ragionare con lucidità era un problema enorme: era quasi finito il trentuno dicembre; fra un paio d'ore sarebbe scoccata la mezzanotte e, con essa, il giorno dello scontro.
Già, il giorno dello scontro.
Fra una ventina d'ore, Chandra e Arthur si sarebbero ritrovati a Pointe du Ciel, sul campo di battaglia, per combattere e decretare il nuovo Guardiano fra i due.
Sfortuna che Arthur non potesse proprio vincere, in quelle circostanze. E, soprattutto, sfortuna che non fosse ancora stato messo al corrente di nulla.
Chandra soffocò un lamento con le mani, coprendosi il viso.
Anche Arthur era stato brutalmente ignorato da lei, in quei tre giorni. Lui era quello che meno se lo meritava e, allo stesso tempo, quello il cui giudizio la spaventava di più.
Quando l'aveva riaccolta in Monastero, al suo rientro dall'Ultimo Plenilunio, Arthur le aveva lasciato intendere di doverle dirle qualcosa. Un qualcosa che Chandra, vista l'ultima giornata trascorsa a Parigi, non aveva avuto difficoltà ad afferrare.
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Come Aria e Terra
Fantasy👑 Vincitrice Wattys 2022, Fantasy 👑 Essere una Noyer porta tante responsabilità, e Chandra non ne è mai stata più certa nella vita: lei, fra tanti, è stata scelta come accolita della Luna per rappresentare il suo Ordine. Ciò che le viene chiesto d...