Antony portò in braccio la moglie dentro la camera da letto senza smettere di baciarla. Non credeva possibile che, finalmente, avrebbe potuto amarla come aveva sempre voluto fare. E sentire Izie che non faceva altro che gemere per i suoi baci infuocati, lo faceva impazzire.
Con delicatezza, Antony la appoggiò sul letto e le si mise sopra continuando a baciarla e ad accarezzarla.
Izie lo stringeva sempre più a sé, non volendo che si allontanasse da lei neanche di un centimetro. La fame che avevano l'uno per l'altro era insaziabile.
Antony, ad un certo punto, si staccò dal bacio.
"Belle, non hai idea di quanto ti desideri"
Mentre le labbra di Antony scendevano sensualmente sul suo collo arrivando alla scollatura, Izie gemette "Oh Tony!"
Antony le allentò il corpetto riuscendo a liberarle i seni. Mentre continuava a baciare la sua pelle, cominciò con i pollici a stuzzicarle i capezzoli.
Izie gemeva sempre più forte, incredula delle magnifiche sensazioni che suo marito riusciva a provocarle.
"Moglie mia, voglio farti morire stasera" disse Antony scendendo con la bocca lungo i suoi seni. Appena arrivò ai suoi capezzoli ne mise uno in bocca, mentre la mano continuava a dedicarsi all'altro.
Izie non aveva mai provato un piacere così forte. Inarcò la schiena verso di lui, incitandolo a continuare.
Nel frattempo la mano libera di Antony cercava di farsi strada tra le sue gonne.
Appena la sentì posarsi sulla coscia Izie si irrigidì. Dei brutti pensieri si fecero strada nella sua mente.
Antony avvertì subito il cambiamento del corpo di sua moglie.
Pensó che probabilmente fosse spaventata perché nessuno l'aveva mai toccata così intimamente.
Avvicinò le labbra alle sue e la baciò lentamente per tranquillizzarla.
"Tranquilla piccola, non voglio farti male"
Riprese a baciarla con dolcezza e tornò ad accarezzarle i seni.
Quando sembrò che Izie si fosse nuovamente rilassata, qualcuno busso alla porta.
Antony continuò a baciarla imperterrito, finché non sentì nuovamente bussare.
"Chi diavolo può essere a quest'ora?" sbraitò.
Izie si ricompose i vestiti velocemente e andò ad aprire la porta.
Trovò Pierre in vestaglia e con un lume in mano "Mi dispiace disturbarvi milady... Ma credo che Lucía abbia bisogno di voi"
Antony raggiunse la porta "Non può aspettare domani mattina?" chiese alquanto alterato.
Pierre guardò sorpreso il duca. Probabilmente non si aspettava di trovarlo lì. Poi si rivolse nuovamente ad Izie "Credo che abbia uno dei suoi... 'momenti'"
Izie capí al volo cosa intendesse. Annuì e gli disse "Scendo subito"
Quando chiuse la porta si avvicinò allo specchio cercando di sistemarsi il vestito da sola.
Antony la raggiunse. Aveva un'aria alquanto seccata per l'interruzione ma nel suo sguardo si leggeva un barlume di preoccupazione.
"Hai intenzione di scendere davvero? Proprio adesso?"
Izie lo guardò dallo specchio.
"Sì" si limitò a rispondere.
Antony sbuffò "Cosa può esserci di così urgente da..."
Izie si voltò verso di lui e gli prese il viso tra le mani.
"Ti prego... Devo aiutarla... Come ha fatto tante volte lei con me"
La guardò negli occhi per un po'.
Vedendo il volto turbato di Izie, Antony non poté fare a meno di assentire "Va bene. Ma vengo con te"
Izie annuì "D'accordo"
Di tutto quello che avrebbe potuto aspettarsi Antony niente era paragonabile a quello che aveva visto scendendo nelle cucine.
La loro perfetta governante stava seduta per terra, completamente ubriaca, con ancora una bottiglia di vino in una mano.
Parlava sola e, ogni tanto, rideva come una pazza.
Izie si sedette accanto a lei.
"Oh la mia piccolina è qui! A quest'ora tienes que dormir, mi corazon!"
Izie le sorrise dolcemente "Anche tu dovresti andare a dormire"
"Nooo! No puedo dormir..."
"Provaci, Lucía"
Lucía la guardò con gli occhi lucidi "Perché, voi dormite, querida? No... lo so che non dormite ancora"
Izie annuì "Non preoccuparti per me. Coraggio, alzati"
Antony, capendo che Izie aveva bisogno di aiuto, si avvicinò all'altro braccio di Lucía.
"Coraggio Lucía. Ti accompagniamo in camera"
Lucía si voltò a guardarlo stupita, come se si fosse accorta solo in quell'istante della sua presenza.
"Ohhhhh... Il duca! Voi sì che siete un bravo hombre"
Riuscirono ad alzarla. Mentre la portavano in camera Lucía si voltò verso Izie "Vostro marito eres un bravo hombre.... Buono, bello, saggio... Sì sì... Un bravo hombre..."
Izie mettendola a letto annuì "Lo so, Lucía"
"Sì... Bravo... No como el marito della mia povera padrona... Quello era un mostro..."
Izie divenne immediatamente seria.
"Un mostro... Como ha ridotto la mia povera padrona... Povera lady Isabelle..."
Lucía iniziò a singhiozzare. Izie le accarezzò la testa "Non ci pensare Lucía. Perché non dormi?"
"Noooo! No puedo dormir! Quando dormo... Rivedo la mia povera padrona... In quella camera... come l'ha ridotta..."
Izie la zittí "Tranquilla, Lucia. Non la vedrai stanotte. Ci sono io accanto a te. Dormi adesso"
Lucía la guardò con le lacrime agli occhi e dopo un po' annuì, poggiando la testa sul cuscino. Si addormentò quasi immediatamente.
Izie si alzò e raggiunse la porta dove l'aspettava suo marito. Non osó alzare lo sguardo verso di lui. Chiuse la porta della camera di Lucía.
Antony la guardava in cerca di una spiegazione.
"Di cosa parlava Lucía?"
"Di cose senza senso"
"No! Avevano un senso eccome!"
"Era ubriaca!"
Antony le prese le braccia "Piccola, dimmi cosa intendeva Lucía... Ho sempre saputo che Halley era un'idiota... Ma è successo qualcosa quando tua madre era in vita? Qualcosa di cui non siamo a conoscenza? Perché Lucía era così sconvolta da finire per ubriacarsi? Per non parlare di te che di notte vai in giro ad allenarti con la spada... Cosa vi è successo?"
Izie aveva il suo classico sguardo triste e vuoto. Non riusciva a parlare.
Antony le alzò il viso con le dita "Ti prego... parlami"
Izie lo fissò a lungo, poi il suo sguardo divenne freddo "Pensavo mi avessi promesso che non avresti più insistito per avere delle risposte da me! Alla prima occasione ricominci a fare domande?"
Per la prima volta vide nel volto di Antony un sentimento che non aveva mai visto: delusione.
Abbassò le braccia e si allontanò da lei "Io non ho mai detto di non volere delle risposte da te. Ti ho promesso che non avrei insistito. Ma davanti a queste situazioni non puoi pretendere che non chieda niente. Speravo che ti fidarsi di più di me... Invece preferisci chiuderti dentro il tuo dolore e tagliarmi fuori dalla tua vita come sempre... Io non so come potrà funzionare mai il nostro matrimonio in questo modo!"
Si voltò e se ne andò.
Izie rimase immobile e sola.Quella notte Izie non chiuse occhio. L'espressione delusa del marito le tornava costantemente in testa. Si allungò verso la parte opposta del letto. E pensare che, se le cose fossero andate in modo diverso, in quel momento si sarebbe ritrovata tra le braccia di suo marito!
Invece, come al solito, lo aveva respinto.
Ma In che altro modo poteva comportarsi?
Lucía, per poco, non aveva spiattellato tutto ciò che lei non faceva altro che nascondere da dopo il matrimonio di sua madre.
Sbuffò e si voltò nuovamente tra le lenzuola.
Se avesse confessato tutto quello che avevano vissuto, come avrebbero reagito tutti? Suo nonno? Sua suocera? Suo marito?
Avrebbero dato la colpa a lei. Così come faceva lei stessa ogni giorno da più di un anno. Quel senso di colpa la stava dilaniando da dentro e, soprattutto, la stava facendo allontanare da tutti, compreso suo marito. Anzi, a dirla tutta, stava proprio distruggendo il suo matrimonio.
Doveva fare qualcosa.
Non poteva più stare a letto. Si alzò, si preparò da sola e scese giù in cucina.
Era ormai l'alba. Trovò Lucía che stava impastando.
"Lucía! Che ci fai alzata così presto? Ti senti bene?"
Lucia le sorrise teneramente "I miei sogni sono tormentati, querida... Così come i vostri!"
Izie si sedette di fronte a lei guardandola mentre stava lavorando la pasta con le mani.
"Cosa prepari?"
"Una torta amara"
"Cosa?"
"En mi cultura quando si porta un segreto pesante dentro di sé ad un cierto punto hay que condividerlo con le persone che ami... E devi far mangiar loro un boccone amaro" la guardò negli occhi "La sto haciendo per voi. Credo che sia il momento di raccontare tutto... Se non volete perdere il loro amore"
Izie annuì lentamente.
Sì, aveva ragione. Era il momento di raccontare loro tutto. Il destino avrebbe deciso il resto: o li avrebbe avuti più vicini che mai o li avrebbe persi definitivamente.
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Il mio destino sei tu
Historical FictionInghilterra 1865. A seguito della morte della madre, lady Isabelle Thompson si ritrova sola e a dover gestire tutte le proprietà e gli affari di famiglia. É così che si rende conto che ormai è sul lastrico. É costretta ad un matrimonio di convenienz...