Quando Izie lasciò la cantina, tutti i segretari nella cella erano sconvolti. I servi erano stupiti dal comportamento della padrona.
"Non può essere!"
"Non può avere mentito anche lei"
"Detestava quell'uomo"
"Forse non lo detestava davvero a quanto pare!"
"Ma è un criminale!"
"Perché è andata con lui allora?"
Antony fissava il vuoto, confuso, pensando al modo di agire di Izie e chiedendosi il perché. Non era da lei. Ricordava quando aveva i suoi attacchi di panico la notte. Ricordava quanto era stato difficile per lei raccontare come era morta sua madre. Ricordava i suoi estremi problemi di fiducia nei sui confronti, in quanto uomo. Allora cosa stava succedendo? Perché era andata via con lui?
Aveva confermato che in passato era stata attratta da lui. Poteva essere vero?
Dorothea mise una mano sul braccio di suo figlio, allontanandolo da quei pensieri aggrovigliati. Il suo era il tipico sguardo preoccupato di madre.
Antony la fissò a lungo, poi le mise delicatamente una mano sulla sua e disse "Tranquilla madre. Izie avrà un piano"
Dorothea lo guardò un po' dispiaciuta "Sei sicuro, Tony?"
Antony annuì con convinzione "Si.. deve essere così!"
I suoi ricordi andarono a qualche sera fa, quando aveva supplicato di credere al suo amore e lo pregava di fidarsi di lei. Doveva farlo. Dopo tutto quel tempo e dopo tutto quello che avevano passato era sicuro dell'amore che sua moglie provava nei suoi confronti. Era reale. Era vivo. Non poteva aver fatto un simile sbaglio. No! Sua moglie lo amava e aveva sicuramente un piano. Si sarebbe fidato di lei.Nel frattempo, al piano di sopra, Izie usciva dalla vasca da bagno e iniziava a prepararsi per la cena. Halley le aveva fatto trovare sul letto un volgarissimo vestito rosso fuoco con una scollatura vertiginosa e così stretto che a stento le avrebbe consentito di respirare. Lo guardò con ribrezzo, pensando a quanto del suo corpo avrebbe mostrato a quel bastardo. Ma ormai non si poteva più fermare: aveva un piano. Un piano progettato da tempo. Doveva mandarlo avanti a qualsiasi costo. Qualsiasi! Non doveva farlo solo per lei, ma, principalmente, per vendicare sua madre e tutte le persone che, a causa sua, avevano sofferto.
Ripensò a tutte i suoi cari che, in quel momento, si trovavano al piano di sotto, chiusi in quella logora cella. L'unica loro colpa? Avere a che fare con lei. Gli venne in mente la faccia confusa di suo marito. Era chiaramente sconvolto e ferito dal suo comportamento. Come non dargli torto?
'Spero che abbia capito che stavo recitando' pensò Izie 'Non oserei farmi toccare da quell'uomo per niente al mondo!'
Indossò, con non poche difficoltà, quell'orribile vestito. Si guardò allo specchio. Era bella ma molto volgare. Il vestito lasciava poco all'immaginazione, anzi accentuava le sue curve nei punti giusti. Beh, non poteva farci niente. Doveva assecondarlo fino alla fine.
Quando uscì dalla stanza trovò un uomo pelato e muscoloso dalla brutta faccia.
"Lord Halley desidera che vi conduca da lui"
Certo, le aveva mandato uno dei suoi uomini per accertarsi che non scappasse.
Izie annuì e seguì l'omone per le scale. Arrivati davanti la sala da pranzo la fece accomodare. Il tavolo era apparecchiato per due persone e imbandito con una bella cena fumante che aspettava solo lei.
Halley era in piedi accanto alla finestra. Appena la vide entrare si voltò e le andò velocemente incontro. Prese una delle sue mani e le portò alle labbra, indugiando più del dovuto. La guardava negli occhi con uno sguardo lussurioso.
"Mio amore, sono felice che tu mi abbia raggiunta. Vieni, accomodati, sarai affamata! Non hai mangiato per tutto il giorno"
La fece sedere sulla sedia libera.
"E questo è merito di chi?" non riuscì a trattenersi Izie.
Halley le sorrise mentre si accomodava sulla sedia accanto.
"Hai ragione, piccola mia. Ti ho lasciato tutto il giorno in quel brutto posto incatenata... Ma mettiti nei miei panni... Dovevo capire che intenzioni avessi con me!"
Izie alzò un sopracciglio "Che intenzioni avessi io? Secondo voi non è quello che mi chiedo io di voi?"
Halley le accarezzò una mano, facendole venire un brivido di ribrezzo lungo la schiena "Ora godiamoci questa bella cena. L'ho fatta portare da un'osteria molto buona. Vedrai, ti piacerà"
Halley riempì i loro piatti con tutte le pietanze che si trovavano a tavola.
Izie, per quanto fosse affamata, non riusciva a mangiare. Era turbata. Averlo vicino le provocava un malessere pazzesco. Il suo corpo era scosso da un brutto senso di nausea. Dopotutto si trovava seduta a tavola con l'assassino di sua madre!
Halley notò che mangiava poco.
"Tesoro, non mangi niente. Perché?"
Izie abbassò lo sguardo sul suo piatto, non sapendo cosa dire.
Halley, a quel punto, si alzò e si mise alle sue spalle.
"Cos'è, sei nervosa?" le mise delicatamente le mani sulle spalle. Izie rabbrividì per l'agitazione, cosa che lui scambiò, ovviamente, per altro.
Si chinò verso di lei e avvicinò le labbra al suo orecchio.
"La sentì anche tu, vero? Questa forte attrazione tra me e te..."
Izie degluttí a fatica "Sì..." mentí.
"Allora perché negarla? Perché privarci di questa passione? Perché privarci di qualcosa di così bello?" La fece voltare verso di sé "Ti voglio Isabelle. Ti ho sempre voluta, fin da quando abbiamo abitato sotto lo stesso tetto. Sei stata una provocazione continua... Averti sempre vicina ma mai nel mio letto è stata una tortura... ti desidero dannatamente! Ma non mi accontento solo del tuo corpo, voglio tutto!" Avvicinò il viso al suo "Le mie intenzioni sono serie. Dopotutto sono un uomo d'onore! Voglio che ci sposiamo. Desidero che tu sia mia al cento per cento. Senza nessuno che si possa mettere tra noi" le prese una ciocca di capelli e la arrotolò al dito "Inoltre, come ti dicevo, voglio un figlio. Quel figlio che tua madre non è riuscito a darmi... E lo voglio da te! Io l'ho immaginato molte volte. Nostro figlio sarà perfetto! Bellissimo e intelligentissimo come noi! E tutto sarà fatto nella maniera giusta: sarà riconosciuto, avrà un padre e nascerà nel santo vincolo del matrimonio"
Izie lo guardò a lungo "Io... Non so che dire..."
Halley le prese le mani tra le proprie "Dí di sì... E io farò avverare tutto questo. Sarà un nuovo inizio, per te e per me!"
Izie abbassò lo sguardo "Ma... Io sono già sposata... Come possiamo fare?"
Halley la fece alzare, le prese il mento tra le dita, avvicinò al viso al suo e rispose "Questo lo risolviamo subito" le prese una mano e la condusse fuori dalla sala da pranzo "Vieni con me, amore mio"
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Il mio destino sei tu
Historical FictionInghilterra 1865. A seguito della morte della madre, lady Isabelle Thompson si ritrova sola e a dover gestire tutte le proprietà e gli affari di famiglia. É così che si rende conto che ormai è sul lastrico. É costretta ad un matrimonio di convenienz...