Isabelle si trovava il riva al laghetto della sua tenuta, vicino le stalle. Era il suo posto preferito.
Mentre quando era dalla nonna andava nella serra, quando era a casa si rifugiava lì, e si sedeva per terra come se fosse stata una semplice contadina. Se l'avesse vista sua nonna le sarebbe venuto un colpo!
Ma non le importava. Ogni qualvolta che si sentiva stanca, confusa o arrabbiata andava lì, si sedeva e ascoltava i rumori che le offriva la natura.
Si abbracciò le ginocchia e ripensó alla discussione di prima.
Nei suoi 18 anni di vita non aveva mai litigato così con sua madre. Erano sempre riuscite a dialogare e, quando non erano d'accordo su qualcosa, trovavano un compromesso.
Invece quella sera si erano ritrovare l'una contro l'altra, dicendosi cose orribili. Si sentiva in colpa per averle urlato in faccia. Lei di solito non si comportava così, ma non sapeva più come fare per far sentire la sua voce.
Cosa volevano, in fondo da lei? Alla fine di tutto aveva acconsentito a quell'assurdo matrimonio! Cosa volevano di più? Pretendevano che fosse felice?
Forse se le cose fossero andate diversamente avrebbe potuto esserlo. I presupposti iniziali c'erano. Ma le cose erano andate male, purtroppo.
Non sapeva per quanto tempo fosse rimasta seduta lì a meditare su ciò che era successo, finché sentì qualcuno sedersi accanto a sé sull'erba.
Alzò il viso e guardò il nuovo arrivato. Poi sbuffò.
"Per carità! Non posso avere un momento di tregua neanche qui?" si lamentò Izie.
Antony ignorandola disse "Scommetto che questo è il vostro posto preferito nella tenuta"
"Già. O comunque lo era fino a pochi istanti fa!" rispose seccata Izie.
Antony rimase un po' in silenzio "Siete la donna più estenuante che io abbia mai conosciuto e, ne ho conosciute di donne! Mai nessuna mi aveva ignorato, né, tantomeno, urlato contro. Avete un bel caratterino!"
"Bene, mi dispiace, ma è questa la moglie che vi è capitata!" rispose Izie.
"È questo il punto! A me piace il vostro modo di fare. Non siete una bambola da esporre. Voi avete un cervello e vi piace usarlo. Io non ho mai voluto una moglie trofeo. Fin dal primo momento, oltre alla vostra bellezza, sono rimasto colpito dalla vostra intelligenza, dalle vostre risposte pronte, dalla vostra audacia" spiegò Antony.
Izie rimase colpita da quelle parole 'È veramente questo che pensa di me?' pensò.
Antony riprese "E ho capito che non posso farvi questo. Non posso tarparvi le ali. Io vi sto costringendo a fare qualcosa che voi non volete..."
Izie lo guardò speranzosa "Questo vuol dire che..." tentò di dire.
"Si" confermò Antony "Ho ritirato la proposta di matrimonio. Per fortuna non c'era niente di ufficiale, per cui non ne uscirà nessuno scandalo"
Detto questo si alzò, si pulí i pantaloni dall'erba e fece per andarsene.
Izie lo chiamò "Tony!"
Antony si stupì di sentirsi chiamare come quella sera. Gli si strinse il cuore. Si fermò e la guardò.
"Grazie..." disse Izie facendo il primo sorriso dopo tantissimo tempo.
Tony si abbassò sui talloni arrivando alla sua altezza e le accarezzò la guancia 'Dio, quanto era bella' pensò.
"Voglio che tu sia felice, Belle!"In quel momento arrivò Isabelle.
"Sono pronta per il secondo round!" tentò di scherzare sua madre.
Tony rise e le lasciò sole.
Izie lo guardò andare via. Era felice di essere lasciata libera dal suo impegno. Ma una piccola parte di sé avvertì un certo dispiacere. La consapevolezza di non vederlo più come prima, le fece formare un groppo in gola. Cosa le prendeva adesso?
Isabelle si accomodó accanto a lei sull'erba e iniziò a spiegare "Sai che infanzia che ho avuto. Non potevo giocare, non potevo scherzare, non ero libera di avere amici, dovevo essere sempre educata, immobile e in silenzio. Non potevo fare niente in pratica.
Poi ho conosciuto tuo padre, ed è stato la mia ventata di libertà. Quando sei nata tu, poi, la mia gioia raggiunse il suo apice. Ormai avevo ottenuto veramente tutto nella vita. Quando ti ho tenuto per la prima volta tra le braccia, ho giurato a me stessa che ti avrei sempre protetto non ti avrei mai fatto passare quello che avevo passato io. Purtroppo cosi non è stato.
Non ho mantenuto la mia promessa tesoro, e prima ho detto anche delle cose orribili che non penso"
"Mamma..." tentò di dire Izie.
"No, lasciami finire prima" la interruppe Isabelle "Non devi sposare qualcuno i suoi soldi. Non voglio questo per te. Voglio la tua felicità, ed è abbastanza chiaro che non sei felice col dica. Quindi, non devi farlo. Basterà che mi sacrifichi io per la famiglia!"
Izie non riuscì a resistere e si gettò tra le sue braccia "Oh, mamma. Scusami tanto. Mi sono comportata in maniera infantile in questi giorni, ma non sapevo come farti capire il mio punto di vista"
Isabelle la strinse a sé "Oh mio Dio!" urlò, ad un certo punto, allarmata "Non ci credo! Mi sono trasformata in mia madre in questo periodo!"
"Solamente un poco!" scherzò Izie.
Isabelle la lasciò e continuò "Per quanto riguarda la faccenda del marchese Halley... In fondo non è male, poteva andare peggio. Ammetto che, dopo tanto tempo, é piacevole essere guardata e apprezzata da un uomo, e lui sembra che mi capisca davvero. Sai, se lo conosci bene è simpatico. Non mi dispiace come persona. Ma, te lo ripeto ancora, non è tuo padre. Io non potrò mai dimenticarlo. É stato tutto per me, e alla sua morte mi sono sentita morire anche io. Nessuno lo sostituirà mai"
"Ti capisco" confermò Izie
Isabelle la guardò a lungo negli occhi e disse "Ho parlato con lord Ramsey poco fa. Ha ritirato la sua proposta di matrimonio, in maniera molto gentile. Izie, devo dirti che lui tiene veramente a te. Mi ha detto delle cose splendide"
"Si" ammise Izie "È un brav'uomo. Ma voglio avere la possibilità di conoscere bene qualcuno... Innamorarmi... Ed, eventualmente, scappare con lui" rise rivolta alla madre.
Isabelle annuì e capí perfettamente cosa intendesse dire.
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Il mio destino sei tu
Historical FictionInghilterra 1865. A seguito della morte della madre, lady Isabelle Thompson si ritrova sola e a dover gestire tutte le proprietà e gli affari di famiglia. É così che si rende conto che ormai è sul lastrico. É costretta ad un matrimonio di convenienz...