Capitolo 24

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Era passato qualche mese da quel giorno.
L'amore tra Antony ed Izie si rafforzava sempre di più. Passavano ogni momento possibile insieme facendo varie cose. Spesso cavalcavano e andavano in paese, per la felicità della famiglia Philips.
Quando volevano rilassarsi si mettevano sul tappeto di quella che era diventata la loro camera da letto, sopra dei cuscini, e leggevano un libro o, semplicemente, si limitavano a rimanere abbracciati, davanti al fuoco, a parlare.
Senza accorgersene il tempo passò e oramai si stava avvicinando il loro primo anniversario di matrimonio.
Una notte, mentre cullava sua moglie tra le braccia, Antony le disse "Dovremmo festeggiare, non pensi?"
"Noi festeggiamo ogni giorno veramente" scherzò Izie.
"Non intendevo quello" rise Antony "Nel senso organizzare qualcosa in grande. Come, ad esempio, un ballo"
Izie si voltò verso di lui "Un ballo?"
"Certo! Il primo anniversario è molto importante! Sarebbe una cosa bella, non trovi?"
Izie sorrise felice all'idea "Mi piacerebbe davvero tanto"
"Allora lo faremo!"
Rimasero un po' in silenzio abbracciati. Poi Antony parlò "Ricordo ancora quel giorno. Il giorno del nostro matrimonio. La giornata era perfetta e tu eri così bella! Mi sei sembrata un angelo con quel vestito bianco"
"Ero così emozionata..."
"Io pensavo che non ti saresti presentata"
Izie rise "Non ti nego che l'idea mi è per un momento balenata in testa, ma poi è venuta Sue e mi ha tranquillizzata. Avevo molta paura. Pensavo di fare la cosa sbagliata, sposando un uomo che non mi amava"
Antony le baciò i capelli "Quanto ti sbagliavi! Io ti amavo già"
"Ma io non potevo saperlo"
Antony le baciò il naso "Bene, ora lo sai. Non dimenticarlo mai"

Così iniziarono i preparativi per un grande ballo. Grandi esponenti della nobiltà furono invitati. Dorothea si fece in quattro perché il tutto fosse perfetto.
E, quando finalmente arrivò la data tanto attesa, tutto era pronto.
Izie indossava uno splendido vestito colore oro e i capelli erano ordinati in una treccia larga laterale in cui erano applicate delle perle luminose e dei lacci dorati.
Dopo aver intrattenuto gli ospiti Izie ed Antony danzarono insieme, guardandosi con amore negli occhi.
"Sei splendida, moglie cara. Sono l'uomo più fortunato del mondo per averti al mio fianco"
Izie fece uno sguardo indifferente "Anche tu non sei male in fondo"
Antony si guardò nello splendido completo blu notte che indossava "Solo questo?" 
"Non voglio viziarti troppo! Potresti montarti la testa!"
Stavano ancora ridendo quando Pierre si avvicinò a loro. Era più serio del solito.
"Qualcuno all'ingresso chiede di lady Ramsey"
"Non preoccuparti Pierre, chiunque sia falli accomodare al ballo. Le porte sono aperte a tutti oggi" commentò felice Antony. Izie annuì sorridendo.
Pierre, per la prima volta, era alquanto a disagio "Ecco... Penso che... in questo caso... sarebbe meglio riceverlo all'ingresso"
Antony lo fissò dubbioso. Izie guardò Pierre negli occhi e, captando il suo sguardo, capì.
Sì rivolse al marito "Meglio ricevere il nuovo ospite all'ingresso se Pierre ritiene che sia la cosa giusta" disse in tono serio.
Antony annuì lentamente, preoccupato di vederla tutt'ad un tratto così tesa.
Izie si diresse immediatamente verso l'ingresso con Antony che la seguiva alle spalle.
Lì trovò materiazzato il suo peggior incubo in carne ed ossa.
"Buonasera, mia cara figliastra..." disse lord Halley.
Izie sbiancò letteralmente. 'No... Non può essere' pensò Izie 'Deve essere un incubo'
"Lord Ramsey! Che piacere vedere anche voi! Alla fine siete riuscito a sposarla! Che buffo arrivare qui proprio durante la festa del vostro anniversario!"
Antony strinse forte i pugni. Non poteva fare una scenata in casa sua durante un evento di quella importanza, e quel bastardo lo sapeva bene. Per questo si era materializzato lì proprio quella sera.
"Voi non siete gradito in questa casa. Andatevene via!!!"
Lord Halley si avvicinò lentamente a Izie. Le mise un dito sotto il mento, alzandole la testa verso di lui "Non ti sono mancato, figliola??? E dire che c'era un periodo in cui supplicavi le mie attenzioni..."
Antony gli spostò bruscamente il braccio e gli si avvicinò minaccioso "Non osate toccare mia moglie! Ho detto che dovete andare via! SUBITO!"
Lord Halley gli sorrise spavaldo "Forse dimenticate che una parte di questa casa è ancora mia... grazie al matrimonio con Isabelle"
Izie strabuzzò gli occhi "No... Non è vero"
Lord Halley la guardò con malignità "Saranno i giudici a stabilirlo, tesoro"
Antony fece un respiro profondo per calmarsi "Dopo quello che avete fatto, venite qui, senza invito, durante una festa privata, solamente per minacciarci??? Se fossimo stati soli vi avrei ucciso con le mie stesse mani"
Lord Halley gettò la testa indietro e rise di gusto "E cosa voleste farmi, di grazia?"
"Vi farei pagare per aver reso la vita di mia moglie un inferno... Per averla toccata con quelle mani schifose"
Halley si avvicinò a lui e lo provocò "Vi siete chiesto però se vostra moglie desiderava, effettivamente, essere toccata?"
Antony lo prese per il colletto della camicia inamidata e gli disse, scandendo le parole con rabbia "Andate... fuori... da... qui" e lo spinse verso la porta.
Lord Halley si sistemò, con lentezza la camicia, e si voltò verso di loro con un sorriso beffardo "Me ne vado. Ma tornerò.... Per riprendere ciò che è mio" disse fissando, in tutta la sua lunghezza, il corpo di Izie.
Pierre si avvicinò ad Izie e le mise, con fare protettivo, una mano dietro la schiena.
Lord Halley si girò ed uscì.
Antony si avvicinò alla moglie. Era tesa come una corda da violino. Spostando lo sguardo sul viso la vide pallida e con uno sguardo vuoto.
"Stai bene, amore?"
Izie annuì leggermente la testa "Va tutto bene" sussurrò.
Pierre guardò preoccupato Antony, il quale ricambiò lo sguardo.
"Forse è meglio se ti sdrai un po' nell'altra stanza"
"No... Meglio tornare al ballo e distrarci da ciò che è appena accaduto" disse Izie andando verso la sala.
Mentre camminava, ripensava a quell'essere che aveva osato tornare per reclamare i suoi diritti di vedovo... e non solo quelli. I suoi pensieri tornarono a quella notte e a quelle sudice mani su di sé. Un moto di vomito le salì dallo stomaco. La vista le si annebbiò e le gambe le divennero molli. Stava per cadere quando Antony, da dietro, la prese, le mise un braccio sotto le gambe e la alzò.
"Testarda!" mormorò Antony.
La portò nello studio e la fece stendere sul divano.
Si rivolse a Pierre "Per favore, puoi portare un bicchiere d'acqua?"
Pierre annuì "Si, milord" disse e uscì dalla stanza.
Antony le accarezzò la guancia "Stai tranquilla, amore mio"
Izie lo guardò tristemente "Ci provo"

Quella sera, dopo che tutti gli ospiti se ne furono andati, Izie ed Antony si ritirarono nella loro stanza.
Antony indossava ancora i pantaloni del completo da sera con la camicia aperta davanti. Camminava avanti e indetro per la stanza molto nervoso.
"Non ci posso credere! Che coraggio ha avuto quell'uomo a presentarsi qui... In casa nostra... Ad una festa... anzi nella nostra festa di anniversario... Perché lo sapeva che c'era una festa... Sì sì... Lo ha fatto apposta perché sapeva sennò che gli avrei fracassato tutte le ossa! Che razza di bastardo, opportunista e manipolatore!"
Izie era rimasta per il resto della serata molto silenziosa. Adesso, in vestaglia, si stava spazzolando tristemente i capelli fissando il vuoto.
Antony guardò la moglie angosciato. Le si mise alle spalle e l'abbracciò da dietro.
"Amore mio, non mi piace questo silenzio. Non è da te. Ti prego, non chiuderti in te stessa come facevi in passato... Parlami"
Izie abbassò lo sguardo e chiuse gli occhi. Dopo quella che sembrò un'eternità si decise a parlare "Voglio che tu sappia che tutto ciò che ha detto prima non è vero. Io non l'ho mai cercato, non ho mai supplicato per avere delle attenzioni da lui. Anzi mi sento male al solo pensiero di quelle mani che..."
"Shhhh" la zittí Antony facendola girare verso di sé. La prese in braccio e la portò dolcemente sul letto.
"Credi che potrei mai e poi mai credere ad ogni singola parola che esce dalla bocca di quell'essere?"
"Sì, lo so. Ma tu, giustamente, non puoi sapere..."
"Adesso parlo io, tesoro mio. Dopo aver visto quanto sei stata male e quante difficoltà hai avuto a fidarti di me, pensi che non sappia che tutto ciò che ci hai raccontato non è vero? Io ti amo fin dal primo momento in cui ti ho visto e mi fido ciecamente di te. Non lascerò che il veleno di quell'uomo intacchi il nostro rapporto"
Izie aveva le lacrime agli occhi. Gli mise le mani intorno al collo.
Poi pensò alla festa "Mi dispiace sia finita così male la serata, era stata perfetta fino a quel momento"
Antony le sorrise "Lo è stata perché eravamo insieme a festeggiare il nostro amore. Fidati, ce ne saranno tante altre"
Izie lo baciò con passione, poi si staccò "Ho paura! Ti prego prometti di non lasciarmi mai! Quell'uomo sa essere un manipolatore. Non voglio che faccia qualcosa che ti porti ad allontanarti da me"
Antony le abbassò la vestaglia e baciò la pelle scoperta della spalla "Sarò sempre accanto a te"
Izie chiuse gli occhi. Tornò a baciarlo "Amami" gli sussurrò.
Antony sorrise "Non aspettavo altro"
Si tolse la camicia e iniziò a baciare lentamente il corpo di sua moglie. Si amarono con dolcezza e pazienza, trasmettendosi l'amore che provavano l'un l'altro.

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