Quella sera Izie si trovò sconsolata nella sua camera da letto tentando invano di rilassarsi indossando la sua camicia da notte e cercando di leggere uno dei suoi libri preferiti. Non riusciva a concentrarsi. Era ancora troppo arrabbiata.
Qualcuno bussò alla porta.
"Avanti" disse Izie
Sua madre, in vestaglia, fece il suo ingresso. Si sedette accanto alla figlia e la guardò dolcemente "Come va, amore mio?"
"Non chiedere niente, grazie" rispose Izie chiudendo, ormai arresa, il libro.
"So che non vuoi sentirtelo dire, ma, forse, potresti tentare di capire il suo punto di vista" azzardó sua madre "A me non è sembrata una cattiva persona"
"Mamma per favore..." si lamentò Izie
"Quello che voglio dire è che potresti provare a dargli una possibilità. Cosa ti costa tentare di conoscerlo?"
"Per lasciarmi dire altre bugie? No, grazie. E poi, ti prego, potremmo non parlarne almeno per stasera? Mi sento stanca" supplicó Izie.
Isabelle a quel punto si arrese "Va bene, come vuoi tu".
Dopo un momento di silenzio Izie le sorrise "E comunque non ho potuto fare a meno di notare che quel Halley non era per niente male! Avete parlato a lungo oggi"
Isabelle abbassò lo sguardo "Si... Non è male. É che... "
Izie chiese "Cosa?"
Isabelle la guardò con gli occhi lucidi "Non è tuo padre!"
Izie annuì e l'abbracció "Manca molto anche a me".
Passarono un'altra mezz'oretta a parlare e ricordare aneddoti di quando suo padre era vivo, finché sua madre si ritirò nelle sue stanze e anche lei decise di andare a dormire.Izie pensó che non avrebbe più sentito parlare del duca Ramsey e della sua proposta. Ma così non fu. L'indomani pomeriggio le fecero visita i nonni. Mentre Izie li raggiungeva nello studio sentí che stavano avendo una discussione molto accesa con sua madre.
"Che significa che non vuole? Stiamo parlando di un duca. E non un duca qualsiasi! Sai quanti possedimenti ha la sua famiglia?" urlò Amy
"Cosa vuoi che ti dica, mamma?" chiese stancamente Isabelle
"Le hai spiegato dei gravi problemi che avete in questo momento? Solo con buoni matrimoni potrete andare avanti" disse tristemente Ronald.
"Potreste perdere tutto, Isabelle! Possibile che tu non lo capisca?" le urlò sua madre.
Izie entrò in quel momento e chiese "È così grave la nostra situazione?"
Tutti si voltarono stupiti dal suo ingresso.
Isabelle si avvicinò alla figlia e a malincuore confermò "Si tesoro, é molto grave"
Izie abbassò lo sguardo tristemente. Non sapeva cosa dire.
"Amore mio, sai che fin da piccola ti avevo assicurato che non ti avrei mai costretta ad un matrimonio di interesse, che ti avrei fatto scegliere sempre l'amore, così come ho fatto io con tuo padre... Purtroppo temo di non poter mantenere quella promessa"
A Izie sfuggì una lacrima sulla guancia.
"Caspiterina quanto la fate lunga. Avete ricevuto due ottime proposte di matrimonio. Tutte le donne gioirebbero e voi vi comportate come se foste destinate al patibolo" si esasperó Amy.
Isabelle si voltò verso la madre "Sai mamma a noi piace usarlo il cervello e non per trovare un buon partito da accalappiare. Quindi ci perdonerai se non siamo al massimo della felicità"
"Tu hai avuto una scelta" disse Izie alla madre "Tu hai potuto sposare l'amore della tua vita. Mentre costringi me a stare con uno sconosciuto che, non solo non è innamorato di me, ma non ha neanche il minimo di rispetto nei miei riguardi. Non prendertela con la nonna! Tu mi stai costringendo tanto quanto lei!" si voltò e uscì dalla stanza in lacrime.
"È proprio figlia tua" criticó AmyAntony era contento di avere ricevuto quell'invito a cena dalla famiglia della sua cosiddetta "fidanzata". Anche se le cose tra loro non andavano per niente bene, si era ripromesso di riconquistala a tutti i costi.
Era stato un colpo per lui quando Izie le aveva chiesto di rompere il fidanzamento e, inizialmente, pensò che, forse, sarebbe stata la cosa giusta da fare.
Tuttavia poi rifletté: lei se l'era presa tanto perché le aveva mentito e non si era fatto sentire per diversi giorni. Per cui doveva provare qualcosa per lui.
Ricordò quella magnifica serata passata insieme. Le aveva mostrato il suo posto speciale e lì le aveva concesso quello che, era sicuro, fosse il suo primo bacio.
Non doveva arrendersi ma non sarebbe stato di certo facile. Avrebbe dovuto insistere finché non l'avesse convinta a dargli un'altra possibilità.
Su una cosa era certo: la famiglia Goodwants sembrava dalla sua parte. Lo capì quando ricevette l'invito per quella sera a cena nella tenuta Thompson. Avrebbe portato anche sua madre quella volta, così da rendere ufficiali le presentazioni.
Arrivati alla villa furono accolti con molto calore. La sua fidanzata, sempre restia con lui, si era dimostrata molto affettuosa con sua madre. Dopotutto, lady Dorothea si faceva amare sempre da tutti. Appena arrivata, contro ogni etichetta, abbracciò la giovane e le disse quanto fosse felice che suo figlio avesse trovato una ragazza così bella. Izie era arrossita e davanti a quella donna affettuosa non poté fare a meno di sorridere.
Purtroppo quando giunse a tavola e si ritrovò il fidanzato accanto a sé era tornata la solita statua di ghiaccio. Lui provó più volte ad intavolare una qualsiasi conversazione, ma lei rispondeva a malapena a monosillabi.
Dopo un poco Antony, sospirando, le sussurrò, senza farsi sentire dagli altri "Mia cara, potremmo cercare almeno di avere una conversazione civile? Potremmo provare a conoscerci... "
"Io vi conosco bene, Vostra Grazia" lo interruppe Izie "Non ho bisogno di sapere altre cose di voi"
"Beh io vorrei sapere di più su di voi. Finora so solamente che vi piace leggere e passare il tempo in quella adorabile serra. So anche che siete la più cocciuta e testarda delle creature" Izie, in un moto d'ira, si voltò di scatto verso di lui "E siete anche la più bella e intrigante che io conosca!" terminò lui sorridendole.
Per un po' si guardarono nuovamente negli occhi proprio come quella magica sera in cui si erano conosciuti e lui pensò di aver un po' scalfito quel muro che aveva davanti.
Poi lei abbassò lo sguardo tristemente e disse "Pensate che bastino le belle parole per attirarmi a voi? Io non sono così. Quando una persona mi delude è difficile darle una seconda possibilità. In ogni caso a voi che importa di cosa penso? Avete già ottenuto quello che volevate. Sarò vostra moglie a breve..."
Antony si scoraggió. Possibile non si rendesse conto di cosa riusciva a scatenare in lui? Cosa poteva fare per convincerla?
Isabelle, dall'altra parte del tavolo, aveva assistito allo scambio di battute tra i due. Quando finí la cena prese la figlia a braccetto e le sussurrò "Si vede lontano un miglio che neanche lo sopporti. Dovresti cercare di mascherare un po' di più il tuo odio"
Izie rispose "Ora vorreste controllare anche i miei sentimenti?"
"Non usare quel tono sarcastico! Lo hai preso da me!" la scherní Isabelle "L'atteggiamento passivo aggressivo l'ho inventato io per riservarlo a tua nonna"
Izie sbuffó e si recarono insieme nel salottino.
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Il mio destino sei tu
Historical FictionInghilterra 1865. A seguito della morte della madre, lady Isabelle Thompson si ritrova sola e a dover gestire tutte le proprietà e gli affari di famiglia. É così che si rende conto che ormai è sul lastrico. É costretta ad un matrimonio di convenienz...