Capitolo 20

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Izie si svegliò alle prime luci dell'alba. Antony la teneva stretta da dietro, circondandola con le sue braccia in un magnifico tepore. La sua mano sinistra era appoggiata sul suo seno. Voltò leggermente il viso verso suo marito e sorrise. I suoi capelli erano scompigliati e aveva appena un accenno di barba. Era bello anche quando dormiva! Rimase qualche istante a fissarlo, finalmente felice. Era stata una notte eccezionale, la più bella della sua vita. Non aveva mai provato delle emozioni così forti e non si era mai sentita così bene in vita sua. Era meraviglioso guardarlo dormire tranquillamente dopo quelle meravigliose ore di piacere.
Antony si mosse leggermente gemendo. Lo sentì strusciarsi avvicinandosi maggiormente a lei. La mano che era appoggiata sul suo seno, strinse ancora di più con possessione.
Izie chiuse gli occhi quando sentì che iniziava ad accarezzare con il pollice il suo capezzolo. Le labbra di suo marito si avvicinarono al suo collo e iniziarono a lasciare una scia di baci infuocati.
Possibile che non fosse ancora sazio?
"Buongiorno" lo salutò lei.
"Buongiorno, moglie mia" ricambiò lui catturandole le labbra con passione. Gemendo di piacere si spostò sopra di lei, spingendo la dura virilità tra le sue cosce.
Lei aprì le gambe, felice di accoglierlo nuovamente.
Antony cominciò subito a muoversi con foga dentro di lei, per niente sazio dello splendido corpo della moglie.
Le prese le braccia e gliele posizionò sopra la testa. Izie iniziò a urlare per quelle forti spinte.
Quando finirono di fare l'amore lui rimase immobile sopra di lei, riprendendo fiato, a pochi centimetri dalle sue labbra.
"Questo sì che è un bel modo per svegliarsi" le sussurrò Antony. Izie rise ed annuì. Si guardarono a lungo con tenerezza.
Antony le accarezzò la guancia "Non hai idea di quanto sia felice. Voglio svegliarmi ogni mattina con te tra le braccia"
Izie gli prese la mano e gliela baciò "Se questo è il trattamento che dovrei ricevere ogni mattina, mi sta più che bene"
"Tutto quello che la mia amata moglie vuole lo avrà"
Izie rise "Ti piace proprio chiamarmi 'moglie'?"
"Adesso lo sei a tutti gli effetti..."
Antony le si avvicinò e la baciò a lungo. Quando si staccò le disse "Meglio che vada adesso. Tu riposa un altro poco"
Izie fece un finto broncio "Devi proprio andare?"
Antony le sorrise con sguardo di sfida "Cosa? Fino a poche ore fa volevi buttarmi fuori dal letto e ora non vuoi lasciarmi più andare?"
"Mi sto abituando a te" rispose Izie sorridendo giocosa.
Antony le baciò una guancia "Riposa".

Dopo qualche ora si svegliò nuovamente. Questa volta da sola. Sì stiracchiò nel letto e si gettò sul cuscino su cui Tony aveva dormito. Ancora sentiva l'odore di suo marito. Affondò il viso sul morbido tessuto e inspirò profondamente il suo profumo.
Com'era possibile che già le mancasse?
Era stata la notte più bella della sua vita. Non avrebbe mai creduto che sarebbe stato così bello fare l'amore con lui. Non credeva possibile provate delle sensazioni così belle e così profonde con un'altra persona.
L'aveva spiazzata quando le aveva confessato di amarla. Per tutto quel tempo lo aveva allontanato e aveva pensato il peggio di lui, mentre Tony non chiedeva altro se non amarla apertamente. Era felice, felice per le novità che aveva portato quella magnifica notte nella sua vita.
Ma presto i dubbi riempirono nuovamente la sua mente: cosa provava lei nei confronti di suo marito? Era sempre stata cosciente di essere tremendamente attratta da lui, fin dal primo momento in cui l'aveva conosciuto. Ma come faceva a distinguere l'amore dall'attrazione? Come poteva riuscire a capire quali fossero i suoi veri sentimenti? Probabilmente il tempo l'avrebbe aiutata a capire e chiarire cosa provasse.
Intanto intendeva godersi quei meravigliosi momenti di intimità che ora poteva condividere con suo marito.
Si alzò dal letto e cercò la sua camicia da notte, non vedendola da nessuna parte. Poi abbassò lo sguardo e ne trovò i resti a terra. Sorrise ricordando di come suo marito, quella notte, preso dalla passione, gliel'aveva letteralmente strappata di dosso. A quel punto raccolse la vestaglia che le aveva tolto suo marito la scorsa notte e la indossò senza niente sotto.
Trovò Lucía che le stava preparando un bagno caldo.
"Hola, mi amor. Tuo marito ti ha fatto preparare un bel bagno"
Izie sorrise. Una volta si sarebbe arrabbiata tantissimo con lui per quel gesto, adesso era contenta per quella piccola attenzione. Sentì nuovamente il profumo di gelsomino che, sapeva ormai benissimo, lui adorava.
"Grazie Lucía" la ringraziò.
Dopo quel bagno si sentì rinvigorita e scese giù per la colazione.
Al tavolo trovò Antony e suo nonno che discutevano di politica e sua suocera che gustava un tè, annoiata a morte.
"Buongiorno" salutò tutti con un bel sorriso.
Antony, appena la vide, si illuminò, poi si alzò e la fece accomodare sulla sedia accanto a lui.
"Buongiorno cara" ricambiò Dorothea, guardando curiosa il gesto che aveva fatto suo figlio.
"Eri parecchio stanca. Hai passato una buona notte?" chiese Ronald.
"Sì... Eccome" rispose Izie.
Antony nascose un sorriso e abbassò la testa.
"Tesoro, mi hai salvata dalla conversazione più noiosa della mia vita" disse Dorothea.
"Oh davvero?"
"La politica non è noiosa" controbatté Ronald.
"Ah no? Stavo per addormentarmi"
"È che non ti appassiona l'argomento, mamma. Per questo ti annoi" disse Antony, poi passò a Izie una fetta biscottata con della marmellata sopra "Tieni, tesoro"
Izie la prese sorpresa, poi gli sorrise dolcemente "Oh, grazie mille"
Dorothea rimase in silenzio, notando quegli scambi.
Ronald, che non si era accorto di nulla, continuò la discussione "Intanto ritengo che l'argomento dovrebbe interessare a tutti, magari studiarne i fondamentali gin da giovani. Prendete Izie ad esempio: le ho regalato il primo libro di politica quando aveva 16 anni"
"Beh, cosa non legge tua nipote?" chiese Dorothea.
"Era un modo per farle capire che anche la politica è un valido argomento di discussione. Bisognerebbe sempre essere informati. Si parla di decisioni che incidono sulle vite di ognuno di noi"
Izie prendendo il caffè ne passò una tazza ad Antony "Il tuo caffè"
Antony le sorrise, sempre guardandola negli occhi, "Grazie, piccola"
Dorothea continuava ad osservarli di soppiatto.
"Comunque, ammetto che qualche aspetto possa risultare alquanto soporifero, e sicuramente, non è uno dei miei argomenti preferiti, ma credo, come dice il nonno, che sia molto importante rimanere aggiornati sulla politica del momento. Magari, perché no, anche valutare altri aspetti di altre nazioni di altre parti del mondo" disse Izie.
Antony le prese una mano sul tavolo e iniziò ad accarezzarla.
"Sono d'accordo, è spesso molto interessante capire in altri paesi come affrontino situazioni uguali o similari a quelle nostre"
Dorothea alzò le mani al cielo "Va bene, mi arrendo"
Izie rise "No, capisco pienamente il vostro pensiero. Come vi dicevo prima, anche io particolari aspetti li trovo alquanto noiosi"
Ronald si alzò e mise una mano sulla spalla di Antony "Credo proprio che il dovere ci chiami"
"Avete ragione" disse Antony alzandosi dalla sedia. Poi si avvicinò alla moglie, si chinò verso di lei e le diede un dolcissimo bacio sulle labbra "Ci vediamo più tardi, amore mio"
Izie arrossì per quella chiara manifestazione di affetto ma non poté fare a meno di sorridergli "A dopo" lo salutò.
Quando gli uomini furono usciti Dorothea non poté fare a meno di guardare sua nuora con un sorriso maligno "Vi ho visti, tutti e due"
Izie fece finta di non capire "Cosa intendete?" chiese agitandosi nervosamente sulla sedia.
"Avete fatto pace, vero?"
Izie annuì "Qualcosa del genere"
Dorothea quasi saltò dalla sedia "Sono così felice! Credo di non avervi mai visti così tranquilli. Avrete parlato e chiarito molti punti, immagino"
Izie arrossì e abbassò il volto "Sssi... Abbiamo parlato molto"
"Non sono così vecchia da non capire che non vi siete limitati a parlare, ma dalle azioni e dagli sguardi che ho visto, immagino che avete risolto i vostri problemi"
Izie annuì "Si, quasi tutti direi"
Dorothea sorrise "Sono contenta, figlia mia. Vedi, io lo so che tu hai sofferto molto, e mi è sempre dispiaciuto vederti così giù. Ma anche il mio Antony non era sereno. Sai, lui è bravo a nascondere i suoi sentimenti. Tuttavia una madre lo capisce. Vedevo quanto fosse preoccupato per te, non era per niente tranquillo per la situazione che si era creata. Però ti ha sempre voluto bene e ha cercato di fare di tutto per fartelo capire"
Izie sorrise alla suocera "Si, ora lo so" le mise una mano sulla sua "Lasciatevi dire che avete cresciuto un brav'uomo"
Dorothea ricambiò il sorriso "Il merito va tutto a suo padre. Assomiglia molto a lui"
Izie rimase un po' in silenzio poi osó porle la domanda che le girava in testa "Se posso chiederlo... Amavate molto vostro marito?"
Dorothea annuì "Si... Lui è riuscito subito a conquistarmi. Abbiamo avuto un fidanzamento veloce perché non potevamo aspettare per iniziare la nostra vita insieme. E da allora non ci siamo più separati fino alla sua morte. Antony gli somiglia molto sia fisicamente che caratterialmente. Ha imparato molto da lui. È stato il periodo più brutto delle nostre vite quando lo abbiamo perso..."
Izie strinse la mano di Dorothea per farle capire che le era vicino.
"Tranquilla, mi fa piacere ricordare Patrick. So che lui è sempre accanto a me"
"Di cosa è morto?"
"Di una brutta febbre"
Izie annuì "Mi dispiace. Le persone che amiamo non se ne dovrebbero andare mai"
"Purtroppo però lo fanno, cara. E ritengo sia inutile rovinare il resto della vita rimpiangendoli. Loro non lo vorrebbero. Anzi, dobbiamo essere forti e goderci la vita che Dio ci ha donato. Vivere ogni istante appunto perché potrebbe essere l'ultimo"
Dorothea le fece una piccola carezza sulla guancia "Questo vale anche per te. Vivi la felicità che mio figlio ti offre. Non rimanere chiusa nel dolore, per quanto sia forte. Vai avanti e sii felice. Ricordo tua madre, era una donna fantastica, e credimi non ti ha messa al mondo per vederti triste per il resto della vita"
Izie non riuscì a trattenere una lacrima che le bagnò la guancia "Avete ragione. Grazie..."

Per quanto si tenesse impegnata, per tutto il giorno Izie non fece che pensare ad Antony. Al suo meraviglioso corpo e a quando si muoveva sopra il suo. Al modo unico con cui la guardava. Scene della notte precedente le tornavano spesso in mente.
Questo era il risultato di fare l'amore? Che non si faceva altro che pensare all'altra persona?
Era vicino il tramonto e lei si trovava seduta sul dondolo della terrazza con il blocco di disegni in mano e, per quando cercasse di svuotare la mente, non faceva che disegnare il suo viso. Le mancava davvero molto.
Il suo cuore balzò in un attimo quando lo vide arrivare a cavallo accanto a suo nonno e ad altre due persone. Si fermarono e, scendendo a cavallo, continuarono a parlare.
Izie rimase a guardarlo da lontano. Lo aveva sempre trovato bellissimo, ma il suo leggero sorriso era splendido in quel momento. Avrebbe desiderato che fosse rivolto a lei, così come aveva fatto quella mattina... e quella notte.
Poi guardò il suo corpo e ricordò cosa si celasse sotto quei vestiti. Avvampò al ricordo del suo meraviglioso corpo nudo.
In quel momento Antony, forse sentendosi osservato, alzò lo sguardo e la vide.
Izie gli rivolse un sorriso ed Antony lo contraccambiò accompagnandolo con un gesto della mano.
Izie abbassò nuovamente lo sguardo e continuò il suo disegno.
Dopo qualche minuto suo marito la raggiunse e le diede un bacio, da dietro, sul collo "Ciao, mio amore"
Immediatamente Izie girò il blocchetto in modo che lui non vedesse il disegno, gesto che non sfuggì ad Antony.
"Ciao. Hai finito di lavorare?" rispose Izie, tentando di cambiare argomento.
Antony si sedette sul dondolo accanto a lei e le rispose "Per oggi sì" le mise un braccio dietro le spalle "Non vedevo l'ora di tornare a casa dalla mia splendida moglie"
"Ah, e io che pensavo volessi tornare a casa da me" scherzò Izie.
Antony rise e avvicinò le labbra alle sue in un dolce e lento bacio.
Quando si staccò le sussurrò "Oggi mi sei mancata più del solito. Non ho fatto altro che pensare a te"
"Lo stesso vale per me" rispose Izie arrossendo.
"Cosa stavi facendo?" Le chiese Antony indicandole il blocco di disegni.
Izie d'istinto lo prese tra le mani "Niente di speciale. Degli scarabocchi"
"Ah, sì? Vediamo allora"
Izie si alzò e mise io blocchetto dietro di lei "No! Non sono per niente belli e non voglio che nessuno li veda"
Anche Antony si alzò e le andò incontro "Ma io sono tuo marito"
"Vale anche per te!"
Antony le mise le braccia intorno al corpo dandole un bacio passionale e, mentre, la distraeva, le tolse il blocco di disegni dalle mani.
"Hey! Non vale! Mi hai distratto" lo sgridò.
"In amore e in guerra tutto è lecito"
"Siamo ai luoghi comuni adesso?"
Antony rise e le diede un bacio sul naso "Adoro la tua espressione quando sei seccata"
A quel punto aprì il blocco di disegni e guardò, in silenzio, gli ultimi disegni che aveva fatto. Il suo sorriso si allargò. Izie abbassò lo sguardo imbarazzata.
"Questi mi sembrano qualcosa in più di semplici scarabocchi" lo chiuse e glielo restituì. Le si avvicinò e le diede un dolcissimo bacio sulle labbra.
Quando staccò lentamente le labbra le sussurrò "Anche io ti sono mancato, allora..."
"Cosa te lo fa pensare?" Lo sfidó lei.
Antony rise "Sei brava a disegnarmi. Mi piacerebbe un ritratto fatto da te"
Gli occhi di Izie si incupirono leggermente "Non lo so... Non faccio un dipinto dalla morte di mia madre... Non me la sento molto ancora"
Antony le accarezzò le braccia e le disse "Quando sarai pronta riprenderai anche a dipingere" la prese tra le braccia "Io posso aspettare. Tanto sarò sempre qui, accanto a te" le disse stringendola a sé.

Il mio destino sei tuDove le storie prendono vita. Scoprilo ora