Capitolo 26

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Quei giorni furono molto tesi per tutti loro.
Quattro soldati, amici di Antony, si erano stabiliti nella villa per controllare tutte le entrate. Inoltre ognuno di loro ogni notte, a turno, faceva la ronda all'esterno.
Izie, però, continuava a non sentirsi tranquilla. Sapeva che Halley era capace di ogni cosa pur di raggiungere i suoi obiettivi.
Antony non sopportava vedere la moglie così tesa. Era spesso stanca, perché dormiva male, e a tavola mangiava a malapena.
L'unica cosa positiva era che non lo aveva allontanato, come aveva fatto in passato. Anzi, cercava di stare con lui più tempo possibile poiché solo con suo marito riusciva a sentirsi al sicuro.
Una di quelle notti, dopo aver finito di fare l'amore, Antony stringeva il corpo nudo della moglie.
"Stai bene?" le chiese baciandole la spalla.
"Sto sempre bene quando sei qui con me" gli rispose Izie stringendosi a lui.
"Amore, ti vedo sempre così pensierosa. So che hai paura. Ma non concludi niente rimuginando i soliti pensieri. Voglio che tu stia tranquilla, Belle"
Izie si voltò a guardarlo negli occhi "tu non capisci... io non ho paura per me... ho paura per te... che ti facciano del male... Non potrei sopportarlo!"
Antony le accarezzò la fronte. Era quella la sua paura? Perdere un'altra persona che amava? Non poteva darle torto.
Decise di distrarla. Si posizionò sopra la moglie e ricominciò a baciarle il collo scendendo sul seno.
"Se ti fa stare più tranquilla rimanere con me possiamo restare in questo letto finché questa storia non si risolve"
Izie rise "So che ti piacerebbe"
Antony intanto stava scendendo, con le labbra, lungo il suo addome.
"Potremmo mangiare qui pure. In effetti io avrei un po' fame adesso..." disse Antony chinandosi con la testa tra le sue gambe e gustandola.
Izie chiuse gli occhi e iniziò a gemere forte mettendogli le mani tra i capelli.
"Oh Tony..."
"Non mi stanco mai di banchettare con il tuo corpo" disse continuando a leccare, baciare e succhiare. Dopo un poco Izie iniziò a tremare e a urlare presa da una forte ondata di piacere.
Antony si alzò alla sua altezza e baciò le sue guance arrossate.
Izie, ancora ansante, gli disse "Cosa fai? Cerchi di distrarmi?"
Antony si appoggiò su di un gomito e rise "Adesso che ho scoperto come tenere la tua mente impegnata, posso farlo ogni volta che lo ritenga opportuno"
Izie gli sorrise "Questa è un'ottima idea"
Antony le accarezzò il viso e scese con la mano fino al seno, avvicinando il proprio corpo al suo "Non è per niente un sacrificio per me"
Izie lo guardò dolcemente "Grazie"
Antony alzò le sopracciglia "Per cosa?"
"Per amarmi così tanto!"

Il giorno dopo Izie si svegliò più tardi del solito. Antony già si era alzato, le aveva dato un bacio sulla fronte e l'aveva lasciata dormire.
Al tavolo della colazione trovò solo Dorothea.
"Dove sono gli uomini?"
"In ricognizione. Diceva Ryan, uno dei ragazzi, che hanno visto qualcosa di sospetto vicino alla foresta. Così stanno controllando"
Izie sobbalzò "Ci hanno lasciato da sole?"
Dalle sue spalle comparve un uomo alto e scuro di carnagione "Non preoccupatevi milady. Ci sono io qui"
Izie si voltò di scatto verso la voce "Ah, meno male, Phil. Almeno uno di voi è qui"
Izie aveva fatto amicizia con tutti e quattro i soldati che occupavano le stanze. Erano tutti dei bravi giovani che avevano conosciuto Antony quando erano tutti loro ragazzi. L'animo semplice di Izie aveva conquistato i soldati, i quali si facevano chiamare da lei semplicemente per nome. La cosa destava non poche gelosie per Antony. Per quanto si fidasse dei suoi amici sapeva benissimo l'effetto che poteva fare sua moglie agli uomini.
Difatti Dorothea scherzò con Izie "Se mio figlio fosse qui ti avrebbe guardato sicuramente male per preferita la compagnia di un soldato alla sua" si voltò verso il ragazzo "Senza offesa, ovviamente!"
Izie prese un biscotto e lo inzuppò nel tè "Lui sa benissimo quanto lo amo"
Dorothea la guardò con tenerezza "Siete molto belli insieme. Sapevo che prima o poi avreste trovato il giusto equilibrio. E adesso eccovi qui, ogni giorno sempre più innamorati"
Izie sorrise. Poi fece una smorfia, allontanò il tè e si toccò lo stomaco "Sto ancora male. Questa situazione mi sta uccidendo! Non riesco a tenere niente nello stomaco"
Dorothea le accarezzò una mano "Finirà presto, tesoro"
"Lo spero" ammise Izie.
Non vide il marito fino al pomeriggio inoltrato. Izie occupava il tempo giocando a scacchi con Phil. Antony entrò nel salottino occupato da loro e diede un bacio alla moglie "Cosa fate, ragazzi?"
"Tua moglie mi sta battendo alla grande. È veramente brava!"
Le mise protettivamente le mani sulle spalle "Giù le mani, Phil. È già occupata"
Phil alzò le mani in segno di resa "Non oserei mai, amico!"
"Gli altri ti devono aggiornare sulla situazione. Ti aspettano nell'altra stanza"
Appena uscì Izie si alzò dalla sedia e gli sorrise "Il mio bel maritino gelosone..." lo prese in giro abbracciandolo.
Antony fece un grugnito "Dovresti dar loro meno confidenza. Sono sempre uomini... sono giovani..."
"Appunto per questo! Sto valutando un modello di marito più giovane" rise Izie. Si alzò in punta di piedi e gli diede un lungo bacio appassionato.
"Ah sì?" Antony la prese da sotto le cosce e lei gli saltò in braccio, allacciandogli le gambe in vita. Appena staccò le labbra dalle sue la provocò "Non ti conviene, moglie! Loro non hanno la mia esperienza!" disse mentre la appoggiava alla scrivania.
Izie fece finta di pensarci un po' "In effetti... hai ragione. Allora va bene così! Mi terrò il modello vecchio"
Antony gettò la testa indietro e rise "Ti conviene!" disse e riprese a baciarla.
Izie si staccò e gli lanciò uno sguardo ansioso "Allora, avete trovato qualcosa?"
Antony divenne serio "Avevo detto a mia madre di non dirti niente"
"Avrei notato che mancava più del 50% degli  uomini di questa casa"
Antony sbuffò "Non volevo farti preoccupare. Ryan aveva visto delle orme fresche nel bosco e ha insistito perché le seguissimo. Ma quelle tracce potevano essere di chiunque . Non penso che Halley si sarebbe sporcato i suoi stivali di lusso solamente per lasciarci dei bigliettini anonimi"
"Ritieni che abbia dei complici, vero?"
"Non è da escludere" Antony sospirò e si passò una mano sul viso "Questa notte i ragazzi setacceranno la foresta. Lasceremo qui solo George per la vostra incolumità"
Izie sgranò gli occhi "Andrai anche tu?"
Antony le accarezzò il viso "Sì. Voglio tenerti al sicuro più di ogni cosa"
Gli occhi di Izie si riempirono di lacrime. Subito gli mise le braccia al collo e appoggiò la testa sulla sua spalla "No, ti prego resta con me. Non andare lì. Se ti accadesse qualcosa io... io..."
Antony si stupí della reazione della moglie, di solito così coraggiosa, non era il tipo di scoppiare in lacrime.
"Non mi accadrà niente, amore" la consoló accarezzandole la schiena.
"Resta con me stasera... Ti prego..."
Antony le baciò la fronte "Prometto che tornerò da te il prima possibile. È solamente una ricognizione. Niente di che. E appena tornerò giuro che ti sveglierò con un bel bacio"
Izie abbassò il viso tristemente, capendo di non riuscire a convincerlo in nessun modo e annuì.

Quella sera, dopo cena, Antony e Ronald si unirono ai ragazzi per andare nella foresta. Izie si avvicinò al marito e gli sistemò il mantello. Poi gli prese il viso tra le mani e gli diede un lungo bacio.
"Giuro che se ti succede qualcosa poi ti ammazzo io stessa con le mie mani" lo minacciò Izie con le lacrime agli occhi.
Antony le sorrise e le diede un buffetto con la punta del dito sul naso.
Poi Izie si voltò verso suo nonno e gli diede un bacio sulla guancia.
"Mi raccomando" gli disse con affetto.
Suo nonno annuì "Stai tranquilla, tesoro"
Così lasciarono Izie e Dorothea con il giovane del gruppo, George.
Troppo nervose per dormire decisero di riprendere le lezioni di ricamo per tenersi impegnate.
Dopo un'ora Izie non riusciva ancora a concentrarsi. Non faceva altro che sbagliare o pungersi le dita. Così lasciò perdere e disse alla suocera che preferiva ritirarsi nelle sue camere e tentare di riposarsi.
Giunta nella sua stanza si spogliò e si mise la camicia da notte. Indossò una vestaglia e si mise allo scrittoio. Voleva dare anche lei il suo contributo e sapeva perfettamente cosa fare e a chi rivolgersi.
Scrisse due righe in una lettera, la chiuse e la portò a Pierre "Per favore Pierre, fai recapitare questa lettera a Bryan"
Pierre annuì, si mise il mantello e uscì.
Izie tornò in camera e decise di provare a dormire. Si mise sotto le coperte. In quei giorni si sentiva così stanca. Quei pensieri la stavano dilaniando dentro. Pregava perché quella sera non accadesse niente al marito. Non vedeva l'ora di rivederlo. Non credeva possibile che sarebbe mai riuscita ad amare qualcuno così incondizionatamente come amava lui. Era fortunata ad averlo e non intendeva perderlo. Senza accorgersene la stanchezza prese il sopravvento e riuscì ad addormentarsi.
Fu svegliata in piena notte da un forte rumore. Balzò giù dal letto e si mise la vestaglia. Da dove proveniva quel rumore? E cosa era?

Il mio destino sei tuDove le storie prendono vita. Scoprilo ora