Capitolo 12

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Suo nonno fu ben felice di rimanere sotto il loro stesso tetto. Per lui avrebbe significato distrarsi dalla solitudine che viveva ogni giorno tra le mura del suo palazzo.
I giorni passarono e trascorsero abbastanza sereni.
Antony badava agli affari per riuscire a coprire i debiti e capitava che Izie non lo vedesse per giorni e giorni, il che la rendeva un po' malinconica. Per fortuna Sue veniva spesso a trovarla per non farla sentire sola.
"Ancora Richard controlla tutto ciò che mangio. Ma non riesce a capire che devo sfamare la mia creatura?" si lamentò un giorno Susie mentre prendevano il tè.
Izie la guardò mentre si serviva la terza fetta di torta di mele "Forse è solamente preoccupato per te. Magari pensa che tu stia un po' esagerando. In fondo ormai la scadenza è passata da un po'..."
"Probabilmente abbiamo fatto male i conti. O forse il piccolo ama stare con la sua mamma" rispose Susie con la bocca piena "E poi tu sei la mia migliore amica! Dovresti stare dalla mia parte!" l'attaccò puntandole la forchettina contro.
"Ma io sono dalla tua parte!" rispose Izie alzando le mani "Tuttavia cerco anche di capire il punto di vista di tuo marito"
"È esagerato! Che vuoi farci, gli uomini non sanno quanti sacrifici si fanno per portare una vita nel mondo" si lamentò Susie mangiando ancora torta.
Izie la guardò poco convinta, ma non osó contraddirla "Sarà così"
Di recente la sua amica era intrattabile, probabilmente a causa degli ormoni, e lei preferiva darle, il più delle volte, ragione.
"E tuo marito invece dov'è? Ancora in giro per far quadrare i conti?" Chiese Susie.
A Izie si chiuse lo stomaco "In teoria sì"
"Perché hai dei dubbi?"
Izie sbuffò "Non lo so più. Non lo vedo quasi mai da quando ci siamo sposati e, a causa del nostro accordo, sarebbe normale che cercasse 'attenzioni' da qualcun'altra"
Alla fine Izie aveva raccontato a Susie il patto stipulato col marito di non consumare il matrimonio.
"Io non credo" disse Susie "ti ha sempre guardato in un modo particolare. Fin da quando vi siete... scontrati"
Izie abbassò lo sguardo, come faceva sempre quando ripensava a quei tempi "Sì, ma non sono più quella persona... da molto tempo!"
Susie le mise una mano sulla sua senza dire niente e guardandola con tenerezza. Capiva perfettamente a cosa si riferisse.
Finito il tè e quasi tutta la torta, si stavano avviando verso l'uscita. Si avvicinò Pierre con il mantello di Susie.
"Grazie mousieuuurrr" lo prese in giro Susie
"Milady volevo ricordarvi, per l'ennesima volta, che parlo benissimo la vostra lingua" rispose seccato Pierre.
"Oh, ma a me fa piacere parlare la tua lingua" continuò Susie.
"A me no!" Si irritò sempre più Pierre.
"Andiamo Pierre! Sue cerca solo di farti sentire a tuo agio" gli disse ridendo Izie.
"Non ne ho bisogno grazie. Se volevo parlare francese sarei rimasto in Francia" sbottò Pierre "In ogni caso, come va la gravidanza? Ancora non avete partorito?"
Susie si toccò il pancione enorme "Come vedi no"
"Ma quanto vi dura questa gravidanza? 22 mesi come quella degli elefanti?" la prese in giro Pierre.
Sapendo quanto fosse facilmente irritabile la sua amica in quei giorni intervení Izie "Ahah molto spiritoso! Meglio che la lasciamo andare prima che suo marito pensi che l'abbiamo rapita"
"Non preoccuparti cara" rispose Susie, capendo il suo intervento. Si voltò e, rivolgendosi a Pierre, disse "Tranquillo, il mio piccolino sa di non essere un elefante ma vuole così bene alla sua mamma che preferisce continuare a stare con me un altro po'"
Pierre fece un'alzata di spalle "Contenti voi" disse.
Quando Susie se ne fu andata Izie si rivolse a Pierre "Potevi evitare. Sai che ha poca pazienza in questo periodo!"
"Non si è arrabbiata! Ogni tanto piace anche a me prenderla in giro, dato che lei lo fa in continuazione"
"Avrei solamente preferito che non toccassi questo argomento con lei"
Pierre di voltò a guardarla con un ghigno "Volete prendervela con me perché non sapete dove sia finito vostro marito?"
Izie sgranò gli occhi "No... Che c'entra... Stavo solo dicendo..."
"Vi aiuterò a sentirvi meglio allora: mi hanno appena avvisato che sta arrivando. Hanno avvistato la carrozza di Sua Grazia nei nostri terreni"
Izie fece finta che non le importasse niente "Ah, si?"
"Sì" confermò Pierre "Fossi in voi salirei a darmi una sistemata"
"Beh... Io accolgo mio marito come meglio credo... Non ho bisogno di andarmi a cambiare... Soprattutto dato che si dà a malapena la briga di informarmi dei suoi spostamenti..." Disse seccata Izie.
Pierre la guardò sott'occhi "Milady ricordatevi una cosa... L'orgoglio uccide l'amore"
Izie fece finta di non sentirlo e andò in biblioteca. Meglio darsi alla lettura. Quell'uomo aveva il potere di irritarla! Che pensava? Che lei stesse tutto il tempo a casa ad aspettarlo piangendo come una disperata? Magari mentre lui si divertiva con qualche donnaccia.
Cercò tra gli scaffali qualcosa da leggere e, quando trovò ciò che cercava, si accomodò sul sofà, come al solito togliendosi le scarpe e piegando le gambe sotto la gonna.
Dopo una buona mezz'ora suo marito fece il suo ingresso nella stanza.
"Buonasera, cara. Sono tornato! Ho voluto farti una sorpresa!" le si avvicinò e le diede un bacio sul suo capo chino "E sapevo di trovarti qui! Cosa leggi di bello?"
Izie alzò appena lo sguardo. Cosa pensava? Di far finta di niente sul fatto che l'aveva deliberatamente ignorata nell'ultimo periodo?
"Niente di che" rispose Izie con tono freddo.
Antony le accarezzò con due dita la guancia "Mi sei mancata. Mi dispiace essere poco presente in casa in questi giorni. Capisci che sto cercando di sistemare tutto..."
Izie tenne lo sguardo sul libro "Immagino"
Antony capì che sua moglie era seccata, così cercò di tranquillizzarla "Sai, sono riuscito a fare degli investimenti giusti e, se tutto va come dovrebbe, in pochi mesi rientreremo di tutti i debiti. Tutto questo grazie a tuo nonno, é stato sempre con me in questi giorni e..."
Izie chiuse di botto il libro e, mettendosi le scarpe, si alzò "Non siete tenuto a darmi spiegazioni su cosa o con chi siate stato. Abbiamo stabilito delle regole e per me vanno bene. Per cui potete fare ciò che volete"
Tentò di andarsene ma Antony la bloccò prendendola per il braccio "Aspetta! Non ti sto dando spiegazioni perché mi sento obbligato nei tuoi confronti. Ti sto spiegando cosa ho fatto per farti stare tranquilla. Non farei niente di sbagliato, sai che puoi fidarti di me"
Izie lo guardò dubbiosa. Era così difficile per lei fidarsi di qualcuno dopo quello che aveva passato sua mamma.
Lui le lasciò dolcemente il braccio e le prese la mano "Sono sempre accanto a te"
Izie si intristì togliendo lentamente la mano dalla sua "Vorrei che fosse vero" e uscì dalla stanza.
Antony sospirò e si passò una mano tra i capelli. Non sapeva come comportarsi con sua moglie, in certi casi. Come faceva a non capire quanto la desiderasse e quanto volesse passare ogni singolo istante con lei? Era una tortura starle così vicino senza poterla toccare o baciare. Per questo motivo aveva deciso di buttarsi sul lavoro e tentare di risolvere tutti i problemi finanziari che quello sciagurato del patrigno le aveva lasciato. Oltre a distrarsi dalla voglia matta che aveva di sua moglie, era anche un modo per dimostrarle che teneva a lei, che avrebbe fatto di tutto per farla stare tranquilla.
Invece aveva sbagliato nuovamente. L'aveva trascurata e adesso si sentiva sola. Da quando si erano nuovamente fidanzati aveva notato quanto fosse diversa. Notava sempre quello sguardo perso nel vuoto come se cercasse una risposta a qualcosa. Nei suoi occhi leggeva un tormento così profondo, da fargli venir voglia di stringerla a sé. Avrebbe voluto caricarsi di tutti i pensieri orribili che aleggiavano nella sua testa. Gli mancava molto quella luce che le compariva quando avevano ballato la prima volta insieme. Doveva fare di tutto per farla tornare.

Il mio destino sei tuDove le storie prendono vita. Scoprilo ora