Halley era a terra, ferito dai colpi inferti dal coltellino di Izie e dal proiettile che lo aveva beccato alla spalla.
Non era morto. Era vivo ma inerme.
Il ragazzo che lo aveva colpito gridò a qualcuno dall'ingresso "Sono qui!" e si apprestò a scendere le scale verso Izie, che si trovava in piedi di fronte Halley.
Appena arrivò si chinò verso di lui, prese le chiavi della cella dal suo panciotto, le porse ad Izie e le disse "Tieni, liberali!"
Nel frattempo alcuni uomini erano entrati nella cantina per catturare Halley.
Izie prese le chiavi e si precipitò verso le sbarre. Con la mano che riusciva ad utilizzare cercò di aprire la serratura e, dopo pochi tentativi, ci riuscì.
Immediatamente suo marito la prese tra le braccia.
"Grazie al cielo!" mormorò tra i suoi capelli.
Izie iniziò a piangere "Mi dispiace... Non era vero tutto quello che gli dicevo... Lo facevo apposta per attirarlo in trappola... Devi credermi... Io..."
"Shhhh" le mise Antony un dito sulla bocca "Lo avevo capito..."
Izie lo guardò tra le lacrime "ti amo Tony" disse semplicemente.
Antony le sorrise con dolcezza "Anche io ti amo, Belle" la strinse nuovamente a sé "È tutto finito adesso. Sei stata così coraggiosa..."
"Ahiii" urlò Izie dal dolore mentre lui la stringeva forte a sé.
"Scusa, amore mio" disse Antony, allontanandosi leggermente da lei, e controllandole la mano "Ti fa molto male, vero?"
"Sarà rotta. Ma non importa. L'importante è che tutto sia finito!"
Nel frattempo il ragazzo che aveva sparato si avvicinò a loro e si rivolse a Izie.
"Scusami... Il piano non è andato proprio come avevamo previsto... Diciamo che ho un po' perso il controllo della situazione"
Izie si staccò da suo marito e lo affrontò minacciosa "Soltanto un po' l'hai perso??? Meno male che sei riuscito a sparare meglio di come ci hai protetto!"
"Hey! È così che mi ringrazi per averti salvato la vita???"
Il viso di Izie si addolcì, gli mise una mano sul braccio "Grazie mille, Bryan"
"Scusate... Che significa?" chiese Antony seccato. Vedere la sua bellissima moglie di nuovo con quel ragazzo e così in confidenza lo fece arrabbiare parecchio.
"Izie... Penso che finalmente sia l'ora delle presentazioni..."
Izie mise una mano sul braccio del marito.
"Caro, lui è Bryan. Un mio grandissimo amico di infanzia"
Bryan allungò la mano e afferrò la sua.
"Piacere. Ho sentito molto parlare di voi..."
"Bryan è partito soldato poco prima del mio diciottesimo compleanno. È tornato quando è morta mia madre. Per questo non vi siete mai visti. È stato l'unico a sapere cosa mi fosse capitato. Vedendo quanto fossi spaventata, si è offerto di darmi lezioni di autodifesa e di scherma. Sapevamo che sarebbe tornato, prima o poi, così abbiamo elaborato un piano per poterlo incastrare. Questi ragazzi sono al suo comando. Hanno spesso protetto i nostri confini." spiegò Izie.
"E hanno steso i briganti che quel verme si era portato" confermò Bryan.
Antony ricordò la loro esercitazione nella foresta. Era un allenamento per il loro piano?
"Dunque era per questo vi vedevate la notte nella foresta?" chiese loro.
"Sì, non sarebbe stato conveniente allenarci nella villa. Chiunque avrebbe potuto vederci. Dovevamo giocare molto sul fattore sorpresa. Chi si sarebbe aspettato che una donna sarebbe stata in grado di affrontare quel mostro? Per questo non sono venuto al vostro matrimonio e non mi sono presentato prima" spiegò Bryan
Antony annuì "Ora capisco"
"Mi ricordo di voi! Giocavate sempre insieme con Izie quando eravate piccoli. Siete cresciuto molto da allora! Non vi avevo riconosciuto, figliolo" disse Ronald.
Bryan annuì.
"Lady Isabelle era come una madre per me... I miei genitori lavoravano per lei. Sono morti quando io ero un bambino. Siamo cresciuti insieme io e Izie. Ho deciso di arruolarmi per trovare un lavoro che mi aiutasse a sistemarmi e fare capire a lady Isabelle che i suoi sforzi per crescermi non erano stati vani... Peccato che non è riuscita a vedermi..."
Izie gli posò una mano sul braccio.
"Io credo che sappia che brava persona sei diventato..."
Bryan le sorrise. Poi fece segno verso Halley.
"Credo che l'onore spetti a te" le disse porgendole la pistola con cui lo aveva colpito poco prima.
Izie la prese con mano tremante e si avvicinò lentamente al gruppo di persone che teneva fermo Halley.
Lui era ancora a terra. Non sembrava spaventato, anzi era come se li guardasse con sfida.
"Ho aspettato così a lungo questo momento..." disse Izie puntandogli la pistola contro.
Rimase immobile a guardarlo, pronta a premere il grilletto.
Lo guardò con ribrezzo. Per colpa di quell'essere aveva perso la persona più importante della sua vita, aveva vissuto nel terrore e nell'angoscia e aveva fatto del male a chiunque, nella sua vita, avesse avuto a che fare con lui, persino i suoi servi.
Ma lei... era sopravvissuta a tutto quel dolore. Anzi l'aveva fortificata e l'aveva aiutata a trovare l'amore della sua vita... Sentì la rabbia, che l'aveva riempita fino al quel momento, lasciare il suo corpo.
Abbassò la pistola e la gettò di lato.
"Io non sono come te..." mormorò Izie.
Bryan la guardò stupito "Cosa fai? Vuoi lasciarlo libero?"
"Penso che sia giusto che venga consegnato alla giustizia e che paghi per i torti commessi, cosicché possa ripensare a vita a quante persone ha fatto soffrire"
Bryan annuì e si voltò verso i suoi ragazzi.
"Mettetelo in questa cella mentre chiamiamo la polizia" ordinò.
Izie si voltò verso il marito "Sono stanca, voglio solo un bagno caldo e mettermi a letto"
Antony le accarezzò il viso "Si vede, sei molto pallida. Vieni, usciamo da qui"
Mentre salivano le scale Izie si bloccó e si appoggiò al marito.
"Tesoro, cosa c'è?"
"Non mi sento per niente bene... Mi gira tutto..." mormorò Izie, poco prima di perdere i sensi.Dopo un'ora Antony si trovava, con Bryan, Ronald, Dorothea e Pierre fuori dalla camera da letto. Dentro il dottore, con l'aiuto di Lucía, stava visitando Izie.
Antony camminava su e giù per il corridoio.
Cosa poteva avere sua moglie per stare così male? Possibile che non potessero mai stare tranquilli?
Finalmente, dopo quella che parve una vita, il dottore uscì dalla stanza.
Antony si precipitò da lui "Allora?"
"Ha una brutta frattura del polso. Le ho fatto un ingessatura. Dovrà tenerla per almeno tre settimane"
"Solo questo?"
Il medico fece uno sguardo titubante. "Qualcos'altro c'è in effetti..."
Antony rabbrividì.
'No, non adesso che era tutto finito' pensò.
"Cosa ha mia moglie?" chiese tremante al dottore.
"Credo che... sia più corretto che ve lo dica lei..."
Antony entrò immediatamente nella stanza.
Izie si trovava in camicia da notte, seduta sul letto, appoggiata ai cuscini mentre Lucía le accarezzava la mano.
Appena vide il padrone Lucía si alzò e, senza dire una parola, li lasciò soli.
Antony le si avvicinò lentamente. Sì sedette sul bordo del letto e le prese la mano sana.
"Come stai, amore mio?" chiese, temendo la risposta.
Lei sorrise "Bene"
Antony la guardò sospettoso.
"Non voglio che mi nascondi qualcosa solo per paura di farmi male... Il dottore ha detto che c'era qualcosa che non andava. Cos'è?"
Izie gli strinse la mano "Beh... In effetti qualcosa c'è..."
Si alzò dai cuscini e si avvicinò a lui.
Quando fu a pochi centimetri dalle sue labbra gli sussurrò "Sono incinta"
Antony la fissò con sorpresa. Sì era aspettato una malattia, qualcosa di grave, di insormontabile. Ma non questo.
"Come?" le chiese.
Il sorriso di Izie si allargò. Prese la mano appoggiata alla sua e se la portò al grembo "Presto sarai papà"
Antony iniziò a respirare a fatica. Era la notizia più bella che potesse dargli.
Si lanciò verso la moglie e l'abbracciò.
"Amore mio..."
Non aveva parole per esprimere la felicità che provava in quel momento.
Izie piangeva dalla felicità.
In quegli anni aveva perso tutto, aveva passato ogni sorta di dolore. Ma adesso tutti i suoi sogni si realizzavano. Aveva trovato l'amore della sua vita e presto sarebbero stati una vera famiglia.
"Ti amo, Tony" disse lei tra le lacrime.
"Ti amerò per sempre, amore mio. Te e il piccolo che arriverà. Sono l'uomo più fortunato al mondo"
STAI LEGGENDO
Il mio destino sei tu
Historical FictionInghilterra 1865. A seguito della morte della madre, lady Isabelle Thompson si ritrova sola e a dover gestire tutte le proprietà e gli affari di famiglia. É così che si rende conto che ormai è sul lastrico. É costretta ad un matrimonio di convenienz...