Capitolo 29

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Halley, tenendo per mano Izie la portò giù nelle cantine, dove ancora i prigionieri stavano seduti per terra nella cella.
Appena arrivarono Antony si avvicinò alle sbarre "Belle..."
Izie lo guardò di sfuggita, tentando di trasmettergli il suo amore e fargli capire quanto tenesse a lui, ovviamente il tutto senza farsene accorgere da Halley.
Izie si voltò verso l'uomo che le teneva la mano "Allora? Perché mi hai portata qui?"
Halley fece un ghigno maligno, la fece avvicinare alla cella, proprio di fronte a dove si trovava suo marito, prese la pistola che aveva nel fodero e gliela porse.
"Questa volta è carica"
Izie lo guardò stupito "Cccosa volete che faccia?"
"Uccidi tuo marito"
"COSA?"
Antony rimase di sasso. Sua madre e Ronald si misero davanti a lui.
"Allora dovrete uccidere tutti noi!" li minacciò Ronald.
"Per quel che me ne importa" sbuffò Halley. So voltò verso Izie "Allora, tesoro? Dobbiamo liberarci di tuo marito per mandare avanti il nostro progetto, e io voglio lasciare a te l'onore. Forza!"
Izie guardò immobile prima lui e poi la pistola "Iiio... non ne vedo il motivo... Non c'è bisogno... Possiamo semplicemente fuggire via... Insieme" tentò di convincerlo.
"E rinunciare a tutto il patrimonio che ci spetta? No!" andò alle sue spalle "E poi, non potremmo mai avere una vita serena insieme con il tuo ex marito che potrebbe farsi vivo in qualsiasi momento"
Izie guardò Antony respirando a fatica. Lo amava non poteva di certo sacrificarlo per mandare avanti il suo piano. In teoria avrebbe dovuto prendere ancora tempo, ma non poteva più aspettare. Doveva affrontarlo in quel momento.
Halley, nel frattempo, le mise la mani sulle spalle nude, iniziando ad avvicinare le sue labbra al suo orecchio "Non hai più bisogno di lui. Adesso ci sono io con te"
Izie si irrigidì al suo tocco.
"Mantenete le distanze, signore" disse freddamente Izie.
Halley rise "Non hai detto per favore..."
Izie nel frattempo, senza farsi vedere, aveva preso la spada che Halley teneva nel suo fodero. Con un balzo veloce colpì con la lama la pistola che volò dall'altra parte della stanza, lontana da loro.
Gli puntò alla gola la spada.
"Per favore..." grignó Izie con rabbia.
Halley, di impatto, si stupí del cambiamento repentino. Poi il suo ghigno tornò.
"Sai che posso chiamare i miei uomini e farti uccidere?"
"Non se verrete ucciso prima voi"
Halley rise leggermente "Adoro questo tuo temperamento, tesoro"
Con velocità lui le prese la mano e allontanò la spada tirandola verso di sé e cercando di baciarla. Izie, in tutta risposta, lo allontanò con tutte le forze e lo colpì al viso con la spada, causandogli una ferita alla guancia.
Halley non si aspettava quella forza né, tantomeno, quella precisione da una ragazzina. Aveva sopravvalutato il suo nemico. Gemette, mentre si teneva con la mano la guancia ferita.
Intanto Izie teneva la spada contro di lui per far sì che non si avvicinasse.
"Non ve lo aspettavate da me, vero? La piccola Izie che vi tiene testa? Per tutto questo tempo non ho fatto altro che allenarmi ad usare la spada. Non ho dormito la notte. Mi sono allenata... Sapevo che prima o poi sareste tornato... Aspettavo il momento della vendetta. Vendetta per me e per mia madre" puntò la spada al suo stomaco "Adesso datemi le chiavi della cella per liberare tutti"
Halley la fissò per un po'. Poi, lentamente, tolse la mano insanguinata dalla guancia e l'avvicinó al panciotto.
Ma era una finta.
Con un rapido colpo la colpì al polso, facendole cadere la spada.
Soddisfatto la guardò con rabbia. I suoi occhi facevano paura. Erano lo specchio della sua follia.
"Non mi è servita la spada per uccidere quella puttana di tua madre... E ora non mi servirà neanche per uccidere te" disse afferrandola per il collo e cercando di strangolarla.
"Noooo" urlò Antony.
"Bastardo lasciala!" urlò Ronald.
Ciò che non sapevano era che Izie era addestrata a combattere anche senza armi.
Così gli diede un colpo, con tutte le sue forze, al pomo d'adamo, per fargli mollare la presa al suo collo.
La tecnica funzionò perché lui le lasciò il collo per portarsi le mani alla gola.
Izie tentò di avvicinarsi alla spada, ma lui fu più veloce. Le prese le braccia e la gettò in terra, salendogliele sopra la testa. L'afferrò nuovamente per il collo, stringendo la presa, e le iniziò a sbattere la testa contro il pavimento.
Tutti gli altri, inermi all'interno della cella, non potevano fare altro che urlare.
Ma Halley non si fermava.
Izie, a quel punto, non potendo fare forza sulle braccia, pensò di usare le gambe e gli diede una forte ginocchiata all'inguine.
Lui gridò dal dolore e si chinò lateralmente.
Izie strisciò sul pavimento cercando di arrivare alla spada.
Nel frattempo lui si alzò e andò verso di lei. Quando Izie riuscì a prendere la spada con la mano lui le mise un piede sul polso e spinse.
Si sentì un rumore secco e Izie iniziò a urlare dal dolore.
"Ohhh... Cosa c'è, amore? Ti ho forse rotto il polso?"
Halley alzò il piede e Izie si portò la mano al petto mettendosi seduta, gemendo dal dolore.
Halley afferrò la spada e gliela puntò contro.
"Mi hai dato un po' di filo da torcere, lo ammetto... Però era da tanto che non mi divertivo così" passò la lama sotto il suo mento e le alzò il viso con la spada "Peccato... Saremmo stati bene insieme!"
"Meglio la morte!" grugní Izie.
La bocca di Halley si allargò in un sorriso
"L'avrai, tesoro... Eccome se l'avrai"
Le diede le spalle avviandosi per prendere la pistola nel punto in cui era caduta.
"Sarà una morte lenta..."
Izie si alzò la gonna e, con la mano buona, prese un piccolo coltellino che teneva nascosto nel reggicalze.
"Dolorosa..."
Si alzò e si avvicinò silenziosamente alle sue spalle.
"Ma è quello che ti sei meritata per avermi preso in giro"
Izie, con tutte le sue forze, piantò il coltellino nella sua schiena.
Halley urlò e si voltò verso di lei.
Lei tolse il coltellino dalla schiena e glielo piantò sul petto, facendolo urlare di nuovo.
Dal forte dolore si inginocchiò.
Izie entrò il coltello dentro la sua bocca, bloccandolo nella guancia.
"Non sono più una ragazzina spaventata. Sono cresciuta in fretta... per colpa tua... ma non ti permetterò mai più di farmi del male... non ti azzarderai più a toccare una donna così come hai fatto con me... O sarai il primo porco che sgozzerò in vita mia" disse Izie tirando il coltello con un colpo secco e tagliandolo dalla guancia fino alla bocca.
Halley urlò dal dolore e dalla rabbia. Si alzò tenendo la spada in alto, pronto per ferirla.
Immediatamente fu colpito da un lontano colpo di pistola.
All'ingresso un uomo gli aveva sparato.
Non era un uomo qualunque.
Antony riconobbe il ragazzo che aveva beccato, quella notte di tanti mesi fa, nel bosco a far allenare con la spada Izie.

Il mio destino sei tuDove le storie prendono vita. Scoprilo ora