Aprì la porta della sua camera e, appena mise piedi fuori dalla porta, qualcuno l'afferrò da dietro e le mise una mano sulla bocca per zittirla.
"Shhhh" le intimò lo sconosciuto.
Un altro uomo le si affiancò "Fai la brava, ragazzina!" disse con un ghigno "Ora vieni con noi. Abbiamo una bella sorpresa per te"
Izie cercò di divincolarsi ma il primo uomo le girò il braccio, in modo da renderla inerme "Ti avevo detto di fare la brava. Non vorremo farti male..."
La spinsero con forza lungo le scale e la portarono al piano di sotto.
Vicino alla rampa vide George steso per terra, completamente privo di sensi. Ecco cosa doveva essere stato il rumore che aveva sentito!
'Era morto?' pensò Izie con le lacrime agli occhi.
Non ebbe il tempo di accertarsene poiché fu portata al piano di sotto.
Come in tutte le ville antiche era presente una vecchia segreta che la sua famiglia, ormai da decenni, aveva trasformato in cantina.
Izie fu strattonata al piano di sotto e quello che vide gli fece accapponare la pelle.
La cantina ancora presentava parte della struttura precedente: un piccolo ambiente, chiuso con delle sbarre, che loro avevano occupato mettendo le botti, ma era una vera e propria cella.
Dentro quell'ambiente, con nessuna possibilità di fuga, erano presenti tutti i suoi servi e la sua famiglia, compreso suo nonno e suo marito. Dovevano averli catturati quella notte.
Antony appena la vide urlò "Belle!" poi si rivolse ai rapitori "Lasciatela andare!"
Entrambi scoppiarono a ridere e la portarono vicino ad un muro a cui era appesa una catena. Le legarono mani e piedi saldamente, in modo che non potesse scappare.
Poi uno dei due le prese il mento tra le dita e disse "È proprio una bella puledra!"
"E tu terrai le tue sudice manacce lontane da lei" rimbombò una voce dall'ingresso. Era lord Halley. Si avvicinò lentamente a lei e le disse "Te l'avevo detto che sarei tornato, figlia mia!"
Izie chiuse gli occhi e abbassò la testa.
"Halley! Lascia stare mia nipote! Non posso pensare di aver creduto un tempo che avresti potuto aiutare la mia famiglia! Invece l'hai distrutta! Vigliacco!"
Halley si avvicinò alle sbarre "Vigliacco io... O chi svende la propria figlia?"
Con un moto d'ira, Ronald mise un braccio fuori dalla prigione, cercando di afferrarlo ma lui, prontamente si allontanò, ridendo come un pazzo.
"Siete tutti molto divertenti lo ammetto! Me sono proprio spassata a catturarvi uno per uno. Non è stato difficile, avendo per complici i migliori briganti della zona"
"Cosa vuoi da noi?" chiese Antony con freddezza.
Halley si avvicinò a lui, con passo felpato, e gli sussurrò "Giustizia..."
"Giustizia?? Torturi i servi, uccidi una donna, ne violenti quasi un'altra e tu chiedi giustizia?" disse Tony in tono sprezzante.
"Io sono diventato un triste vedovo... solo perché una cagna ha cercato di corrompermi e mi ha fatto perdere la testa" disse rivolto verso Izie "Sono stato costretto a scappare dalla mia stessa casa!"
"È casa di mia nipote!" urlò Ronald.
"La metà mi appartiene" camminò vicino Izie e le toccò una guancia "E non è l'unica cosa che mi appartiene"
"Non toccarla, bastardo!" urlò Antony.
Halley si voltò verso di lui "Perché, cosa vorreste farmi? E poi non faccio niente che non voglia pure lei..." si voltò verso Izie "diglielo, amore mio... Digli a chi appartieni"
Izie lo guardò con ribrezzo. Quando tornò ad accarezzarle il viso lei si allontanò.
Halley, a quel punto, le diede uno schiaffo talmente forte da gettarla a terra.
Dorothea urlò. Ronald si aggrappò alle sbarre.
Antony gli urlò "Lasciala stare bastardo!"
"Non hai ancora imparato la lezione?" chiese Halley rivolto a Izie. Si allontanò da lei e guardò i prigionieri con sguardo sprezzante. Mentre usciva dalla cantina le disse "Un po' di tempo al fresco ti schiarirà le idee, piccola. E forse ti farà tornare in mente vecchi ricordi"
Izie si mise seduta e si toccò il labbro, notando che si era rotto e le usciva del sangue.
Antony si avvicinò dal suo lato "Tesoro, stai bene?"
Izie si voltò verso di lui e mormorò "No"
Antony, sebbene fosse lontano, si mise sui talloni per arrivare alla sua altezza "Non preoccuparti. Ne usciremo"
Izie si abbracciò le gambe con le braccia e chiese tristemente "E come?"
"Già, come?" chiese Pierre.
Antony si voltò verso tutti i servi. Erano terrorizzati. Molto probabilmente loro sapevano di cosa era capace quell'uomo e avevano paura che mettesse le sue minacce in atto.
"Nessuno potrà salvarci... È la fine" disse Lucía.
Antony si alzò e mise un braccio intorno alle spalle della madre "Troveremo il modo. Intanto dobbiamo capire cosa vuole e che intenzioni ha. Studieremo un piano"
"Le sue intenzioni erano abbastanza chiare..." disse Pierre, guardando con preoccupazione Izie. Lei non parlava più, era rimasta ferma in quella posizione e così vi rimase nelle ore successive.
Quando tornò lord Halley, Ronald si avvicinò alle sbarre "Hai ancora intenzione di tenerci qui?"
Halley guardò Izie, che si trovava ancora a terra nella medesima posizione. Poi si rivolse a Ronald "Resterete lì fino a quando lo vorrò io... i più fortunati il più al lungo possibile"
Prese dalla tasca una pistola. L'aria si fece tesa "Ho molto riflettuto su chi meritasse essere ucciso per prima... a chi è più attaccato la piccola Isabelle? Il primo pensiero è stato il servetto francese" puntò la pistola contro Pierre "Tutta questo scambio di battute maschera una sincera amicizia. Poi ho cambiato idea e ho pensato che c'era la spagnola" e spostò la canna verso Lucía "Ma no... Ancora troppo poco... Così ho pensato ad un parente" e nuovamente spostò la pistola su Ronald "anzi l'unico parente rimasto in vita. Non era un brutta idea... Anche se sono indeciso con un'altra persona che a lei può essere molto cara..." Spostò infine la pistola contro Antony "In effetti, molto probabilmente, un marito amorevole e premuroso... Sarebbe l'ideale a cui sparare"
Ci fu un momento di silenzio in cui Antony fronteggiò la pistola di Halley e i due si studiarono a lungo.
"Spara a me" disse Izie. Si era alzata e lo fronteggiava.
"Belle..." mormorò Antony.
"Cosa?" le chiese Halley, sempre tenendo la pistola puntata verso Antony.
"Vuoi giustizia? Pensi di farla uccidendo quelle persone? Ma così facendo soffrirei solo io. Pensala più in grande: se spari a me tutti loro soffriranno. Riflettici bene. Tutti i servi mi vogliono bene. Per Lucía io sono come una figlia. Mia suocera mi tiene nel suo cuore fin dal primo giorno in cui mi ha conosciuta. Per mio nonno sono l'ultima parente rimasta. E poi l'uomo a cui stai puntando la pistola: mio marito. Per lui sono l'amore della sua vita. Se vuoi fare soffrire loro così come hai sofferto tu spara a me... E avrai la tua vendetta!"
Sul viso di Halley si formò un ghigno, ci pensò un po' su e disse "Si, hai ragione" e spostò la pistola verso di lei "Sono stato proprio cieco"
"NOOO" urlò Ronald.
"MALEDETTO NON FARLO!" urlò Antony.
Izie li guardò con le lacrime agli occhi "Mi dispiace tanto"
Halley aveva avvicinato la pistola quasi alla sua fronte. Izie chiuse gli occhi, aspettando che il colpo fosse sparato.
Halley premette il grilletto. Ma il colpo non partì. Lui iniziò a ridere. La pistola era scarica. Li stava solamente prendendo in giro. Giocava con loro.
Izie fece dei respiri profondi, mentre cercava di calmarsi.
"Quanto mi fai ridere Isabelle! Ma c'è una cosa che non hai mai capito" le si avvicinò "Io non voglio farti soffrire. Non ho mai voluto questo"
"E cosa volete?"
Halley le accarezzò la guancia "Voglio te... non neghiamo più l'attrazione che c'è sempre stata tra noi due... tu hai sempre voluto prendere il posto di tua madre nel mio letto. Mi hai sempre provocato. I tuoi sguardi, i tuoi modi di fare, i tuoi doppi sensi. Anche tu hai sempre voluto me" le prese il mento tra le dita e l'obbligò a guardarlo "Ammettilo"
Izie lo fissò a lungo. Poi i tratti del suo viso si ammorbidirono "È vero..."
I servi iniziarono a parlare tra di loro. Antony li guardò confuso "Belle, cosa dici?"
"La verità. Mi dispiace aver mentito a tutti... Ma non posso più negarlo."
Halley sorrise soddisfatto "Sai cosa ho sempre desiderato? Cosa tua madre non è mai riuscita a darmi? Un figlio. Pensaci... Un figlio nostro sarebbe bellissimo, perfetto. Tu sei anche più bella di come era tua madre. Ho sbagliato fin dall'inizio. Avrei dovuto scegliere te..."
Prese la chiave del lucchetto che teneva le sue catene.
"Voglio che io e te parliamo... A cena... E definiamo un piccolo accordo"
"Che cosa vuoi fare, razza di pazzo? Lascia in pace mia nipote" urlò Ronald.
Halley lo guardò e lo ignorò. Si voltò verso Izie "Vuoi venire con me, Isabelle?"
Izie guardò tutte le persone presenti nella cella. Il suo sguardo ti posò un po' più a lungo su suo marito.
"Sì... Voglio venire con voi"
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Il mio destino sei tu
Historische fictieInghilterra 1865. A seguito della morte della madre, lady Isabelle Thompson si ritrova sola e a dover gestire tutte le proprietà e gli affari di famiglia. É così che si rende conto che ormai è sul lastrico. É costretta ad un matrimonio di convenienz...