UNO.

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Quando scese dalla macchina, Jeonghan intravide subito quel volto familiare e rassicurante che lo attendeva di fronte ai cancelli. Pur essendoci una vasta folla - tutti studenti che correvano verso le proprie aule, pur sapendo di arrivare in ritardo - lui riuscì a riconoscerlo. Soonyoung era in piedi vicino alla prima quercia e aveva già iniziato a sbracciarsi per farsi notare. Jeonghan chiuse la portiera dell'auto dietro di sé, stringendo la spallina tra le dita, e camminando a passo svelto verso l'amico. Solo quando gli fu di fronte, Soonyoung abbassò le mani e gli rivolse il suo tipico sorriso mattutino.
- Ti vedo, non serve agitarti ogni volta...- Seppur il tono paresse infastidito, il volto rilassato di Jeonghan preannunciava una mattinata piuttosto serena. Soonyoung fu contento di non vederlo corrucciato come gli ultimi giorni.
- Forza, andiamo. So che sei contento perché abbiamo tutte lezioni assieme oggi! - Soonyoung allungò la mano sulla sua schiena e gli tirò una veloce pacca, mentre i due giovani studenti si avviavano verso l'edificio del dipartimento. Riuscirono a mescolarsi a tutti gli altri ma, dopotutto, Jeonghan non passava di certo inosservato. Un gruppetto di ragazzi urlò il suo nome dall'altro parte del giardinetto, correndo a raggiungere i due amici. Si unirono a loro, formando un gruppo sostanzioso di universitari che seguivano la fila che si era creata ad ogni entrata degli edifici.
- Soonyoung ci aveva mandato la foto...ma non sembrava fosse un colore così figo! - Stavano tutti fissando i capelli di Jeonghan, che quel lunedì si era presentato con un ennesimo colore nuovo. Nel giro di quei pochi mesi di lezione, li aveva già cambiati almeno tre volte. E ogni volta pareva meglio.
- Solo a te può stare bene il rosa, Hyung! Sei così figo. -
- Ora le ragazze ti ameranno ancora di più. Ci stai rubando ogni possibile uscita, Jeon, ci devi un sacco di pranzi da oggi. - Jeonghan teneva lo sguardo sui suoi compagni, ma dopo pochi secondi le sue iridi si poggiavano su un obiettivo diverso. Riuscì persino a notare delle ragazze entrare di nascosto dall'entrata sul retro, nel dipartimento di arte e spettacolo. Poi tornò a sorridere ai propri compagni di corso.
- Oggi ho da fare degli shooting. Quindi ne ho approfittato. - Pronunciò solo quelle parole, prima di accelerare il passo e fare segno ai suoi compagni di seguirlo. Sarebbero entrati dalla porta sul retro, che dava direttamente nelle aule di economia.

- Ma tutto 'sto traffico di prima mattina? E che cazzo. - Wonwoo si ritrovò di fronte la peggior folla che avesse mai visto. L'ultima volta che era stato costretto a intrufolarsi in mezzo a quei corpi sudati era stato il mese prima, quando alla mensa avevano preparato un banchetto in onore dell'anniversario del dipartimento. Mentre camminava a testa bassa e si teneva ben stretto il proprio cappellino di lana, rischiò di scontrarsi con qualcuno che camminava quasi più veloce di lui. Quando alzò lo sguardo, notò una chioma rosa che si dirigeva verso il retro dell'edificio. Aveva rischiato di inveire contro uno dei ragazzi più urlati dei corridoi. Le sue fan assatanate avrebbero potuto ucciderlo, se lo avessero beccato. Stranamente, quella mattina, non aveva il tipico fan club che lo perseguitava.

Ritornò a camminare veloce, ma senza esagerare il passo. Anche se in ritardo, di certo non si sarebbe messo a correre per arrivare in orario a lezione di fotografia. Sapeva bene cosa lo aspettava. Avrebbe potuto fingersi malato e saltare, ma aveva bisogno di quei crediti e di certo non avrebbe negato a se stesso di allenarsi nel set. In quelle ultime settimane non ci era mai entrato e aveva bisogno di ritornare ad usare la macchina fotografica per bene.

Quando entrò in classe, tutti i suoi colleghi si voltarono a guardarlo. Si erano tutti già radunati in gruppetti, mentre il professore stava mostrando diverse diapositive nello schermo lim attaccato al muro.
- Jeon Wonwoo. - Il professore lo indicò, piegandosi per prendere il proprio tablet. Guardò di nuovo lo studente in ritardo, indicandogli con il dito di avvicinarsi. Wonwoo scrollò le spalle, sistemandosi gli occhiali e unendo le proprie mani in segno di preghiera.
- Vieni qui, Wonwoo, forza. -
- Prof., stavolta sono arrivato prima dei miei soliti quindici minuti. Per favore. -
- Vieni a firmare. Su. - Sotto le risate generali della classe, Wonwoo si avviò strisciante verso la cattedra. Il suo corpo era completamente teso. Prese il pennino e firmò sullo schermo luminoso, guardando la sequela di ritardi che aveva accumulato fino ad allora.
- Ah, Wonwoo? - Non ebbe nemmeno il tempo di andare a sedersi che venne di nuovo richiamato. Si voltò, e il professore di indicò il capo.
- Il cappello. - Doveva rinunciare pure a quello. Si tolse il cappello e sentì il gelo tra i propri capelli disordinati. Non si mise nemmeno a provare a sistemarli. Ormai era destinata ad essere una giornata caotica. Andò a sedersi in fondo all'aula, dove si trovavano dei compagni che lui nemmeno voleva guardare negli occhi.

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