QUARANTATRÉ.

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Cominciò l'ultima settimana di lezione, e Wonwoo e Mingyu si comportarono normalmente a lezione. Nessun comportamento ambiguo o strano, alcuna vicinanza esagerata, o battutine eccessive.

Non avevano ancora affrontato l'argomento, ma entrambi volevano prendersi il loro tempo e godersi i propri sentimenti nella loro intimità, senza far trapelare troppo all'esterno.

Perlomeno, così la pensava soprattutto Wonwoo. Non amava urlare al vento ciò che provava, e stare al centro dell'attenzione a causa delle persone con cui stava.

Mingyu, invece, avrebbe potuto anche spifferare a chiunque il fatto che si stava frequentando con Jeon Wonwoo. Voleva passare il tempo con lui senza che altri sconosciuti si intromettessero troppo, ma voleva che tutti sapessero quanta felicità provasse in quel periodo.

Viveva in quel dualismo, e per questo, nei pochi momenti in cui capitava di stare vicini, magari uscendo dall'aula o andando in mensa, Mingyu lo sfiorava. Era un gesto esile, delicato, ma il ragazzo sapeva di poterlo fare, ora, e mostrarsi più vicino a Wonwoo. Il più grande guardava sempre a terra e non reagiva, infilando sempre la mano in tasca e prendendo il cellulare, tentando di fare e pensare ad altro.

Durante il pranzo, mentre i due ragazzi erano in fila con il proprio vassoio vuoto, Mingyu era appoggiato a Wonwoo, il mento sulla spalla. E stavano battibeccando, come al solito.

- Alla mostra potrebbero mettere le tue foto di Jeonghan? - Chiese Mingyu, mentre controllava il menù della giornata.
- Mi pare ovvio. Sono stato il migliore. -
- Posso dirtelo? Ti hanno osannato troppo. - Wonwoo alzò le sopracciglia, guardandolo male, e gli mostrò il dito medio.
- Ma per favore. Sei tu che mi hai sfidato. Hai perso, e le tue foto non verranno mai fatte vedere. -
- Poi domenica vediamo, quanta gente si cagherá la tua sezione. - Lo sfidó Mingyu, lasciandogli una gomitata sul fianco.
- Se vinco io, mi offri la cena? -
- Va bene. Mi raccomando, di domenica mangio sempre messicano. Inizia a risparmiare. -
- Coglione. - Senza alcun motivo preciso, Wonwoo si voltò a guardarsi intorno, incontrando il volto di Soonyoung, a pochi metri da loro.

- Sei tornato in vita? - Il giovane si aggrappó all'altro braccio libero di Mingyu, non facendo nemmeno caso a quel momento di vicinanza tra gli altri due. - Mi sei mancato, amico. -
- Sono tornato, sì. - Mingyu lanciò un'occhiata a Wonwoo, che aveva ripreso il cellulare e stava leggendo dei messaggi.
- Tornato a rompere. - Commentó Wonwoo, rilassando l'atmosfera. Ridacchió da solo, prima di prendere il proprio pasto.

- Come avete passato il weekend? - Mentre si sedevano al tavolo, i due in questione poggiarono i vassoi con troppa veemenza. Strinsero le palpebre, cercando di capire cosa inventarsi per risultare credibili.

- Nulla. - Wonwoo si sedette e cominciò a bere. - Sono rimasto in stanza e ho cazzeggiato. - Optó per l'opzione più realistica. Guardó Mingyu, attendendo la sua risposta.

Non sapevano perché stessero mentendo proprio a Soonyoung. Ma sentivano che non erano ancora pronti a confessarlo, in quel non luogo così affollato e vago, ma più parlavano, più sentivano di restare troppo in silenzio. Sapevano di star evitando un argomento importante.

- Ho stranamente studiato. E poi... sono uscito. Sì. - Guardó Wonwoo, pentendosene subito, come a chiedergli conferma del proprio discorso. - Sono stato per negozi. - Prese le bacchette e cominciò a mangiare, riempiendosi le guance, tenendo lo sguardo basso e sperando di poter cambiare discorso.
- Tu che studi? - Lo prese in giro Soonyoug.
- L'ho beccato in biblioteca con Son, sabato. Ha studiato davvero, mi ha detto. -
- Quindi vi siete visti. - Il silenzio caló in quel tavolo. Soonyoung fissó i due giovani, sorridendo un poco. E li indicó.
- Ci siamo beccati per caso. -
- Quindi, com'è che eri sparito? Sei andato prima da Wonwoo a parlarne? - Soonyoug premette di più.

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